La stella speciale di Morris Maggini

La stella speciale

Tema: La Storia Infinita

Autore: Morris Maggini

immagine tratta da www.newsweek.com

Testo fuori gara

 
«Stiamo per arrivare nel Sistema MC77-A: riunione dei capi sezione in sala comando!» La voce del Capitano, grazie all’interfono, si avvertiva in tutta l’astronave. Il viaggio era stato lungo e non senza difficoltà: finalmente erano arrivati al compimento della Missione. Di lì a poco si ritrovarono tutti nella sala briefing.
 
«L’approccio sarà quello solito, lo stesso Programma che abbiamo adottato per tutti i Sistemi fin qui visitati» il Capitano guardò tutti ad uno ad uno, mentre parlava «staremo nascosti dietro la stella principale del Sistema e al momento opportuno trasporteremo l’Inviato sul Pianeta abitato. Ormai sapete benissimo come procedere.»
 
«Ricapitoliamo comunque le varie fasi fin qui svolte» intervenne il Comandante «la prima parte del Programma è stata portata a compimento con successo tempo fa dalla Missione Iniziale; i nostri arrivarono sul Pianeta popolato e prepararono a dovere la nostra parte della Missione. Furono lasciati messaggi criptati agli esseri viventi, nelle forme che ritenemmo adatte allo scopo. Il pianeta è molto primitivo, rispetto alle nostre conoscenze, quindi è stato abbastanza facile far credere loro a profezie e avvenimenti inspiegabili per le loro menti.»
 
L’ultima fase, quella per cui erano arrivati lì in quel momento, consisteva nell’inviare l’essenza di uno della loro specie e inocularla in un essere indigeno che stava per essere creato, allo scopo di seguire l’evolvere del Pianeta e dei suoi abitanti da vicino senza influire sulla loro Storia contemporanea.
 
«Il modulo dell’Inviato è pronto» spiegò il biologo «per questa Missione è stato scelto il KHR-ST-1/3, secondo noi il più adatto a quelle forme di vita. Naturalmente il modulo è stato programmato con le consapevolezze e le padronanze dei luoghi prescelti e della Storia del pianeta, inclusi i nostri… messaggi.»
 
«Credo possano sorgere complicazioni se procediamo all’invio da questa posizione, Capitano…» suggerì il Capo Tecnico «le radiazioni emanate dalla stella che governa questo sistema stanno influendo pesantemente su tutta l’astronave: le siamo troppo vicini, dobbiamo necessariamente avvicinarci.»
«Di quanto?»
«Il più vicino possibile: le radiazioni arrivano anche sul Pianeta stesso, anche se in forma meno invasiva. Consiglio di usare l’assetto incorporeo, eviterà che qualcuno possa notarci e non influirà sul lancio dell’Inviato. Subito dopo ripartiremo.»
«Le ricordo che al momento del lancio dell’Inviato l’astronave si illuminerà completamente, anche se per brevissimo tempo. E nella partenza immediata lasceremmo necessariamente traccia di noi grazie al richiamo di luce. Tutto questo si vedrà: come ben sapete, la manovra di invio non viene coperta dall’assetto incorporeo; così rischiamo di renderci visibili agli esseri sul Pianeta.»
«Dobbiamo correre questo pericolo, Capitano. Consideriamo che tra il lancio dell’Inviato e il nostro veloce allontanamento passerà talmente poco tempo che il rischio di essere avvistati è minimo. Tutto quello che riusciranno a vedere, se ci riusciranno, saranno un bagliore e una scia che spariranno poco dopo essere apparsi.»
Il Capitano ci pensò qualche istante. «Bene, procediamo.»
 
Ognuno prese il proprio posto: l’astronave si rese invisibile, aggirò la stella e in poco tempo si posizionò in orbita stazionaria sul Pianeta, sopra il punto del territorio dove era stato individuato l’essere vivente prescelto che stava per essere procreato. Aspettarono che la porzione del corpo celeste fosse nel momento meno irradiato dalla stella, quindi il Capitano riaccese l’interfono.
«Tutti pronti per il lancio dell’Inviato!» Guardò intensamente lo schermo gigante di fronte a sé… «Via!»
 
Sullo schermo apparve una piccola goccia di plasma etereo che viaggiava silenziosa verso il Pianeta. Contemporaneamente tutta l’astronave si illuminò.
«Partenza a tutta velocità: direzione Quartier Generale!» ordinò di nuovo il Capitano all’interfono. La nave si lanciò verso lo spazio portandosi dietro per brevi attimi uno strascico lucente.
 
In quel momento tre esseri viventi sul Pianeta, vestiti con colori sgargianti, stavano bivaccando nel deserto assieme ai loro gibbosi animali riposandosi per le fatiche del viaggio intrapreso. Uno dei tre, distrattamente, alzò gli occhi alla volta celeste e vide un bagliore e una scia per qualche istante, prima che sparissero.
«Guardate!» esclamò agli altri due, indicando in alto. Istintivamente rivolsero gli occhi anche loro verso quel punto del cielo, ma non videro nulla.
«Cosa hai visto?» chiese Baldassarre, mentre ancora cercava in alto qualcosa da osservare; frugava con lo sguardo in tutte le direzioni, ma il più bel firmamento che si ricordi non aveva niente di strano, in quell’istante.
«Una stella che brillava più delle altre.» rispose Melchiorre ancora incantato dall’apparizione che aveva appena fatto in tempo a vedere.
«E quindi?» domandò Gaspare, mentre sistemava la grolla d’incenso sul proprio cammello.
«È la rotta da seguire» affermò deciso Melchiorre «è là che dobbiamo andare…»

2 Risposte a “La stella speciale di Morris Maggini”

  1. Che sei geniale ti è già stato detto. Sorprendente, poiché sino alla ultima parte, non avevo individuato la meta che avevi scelto. Davvero interessante Morris.

  2. La tua visione degli eventi, decisamente fuori dal comune, rende questo racconto originale e geniale.

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