Tacchi a spillo di Claudia Lo Blundo

Tacchi a spillo

Tema: romantico

Autore: Claudia Lo Blundo

immagine tratta da Pinterest

Ormai era fatta.
Sua madre le aveva appena gridato:

«Dove vai alle dieci di mattina vestita in quel modo, non devi andare a nessun matrimonio!»
«Non importa, esco ugualmente vestita così.»

Lo splash della porta battuta aveva sottolineato le sue ultime parole e ora eccola, camminava sul largo marciapiede dondolandosi sugli alti tacchi a spillo: altro che quindici, pensava un po’ arrabbiata, se non erano venti poco ci mancava!

Si aggiustò la gonna del tubino. Oddio come era stretto! Immaginò che le si vedessero tutte le forme fisiche, beh non che le dispiacesse ma… non era abituata a quel modo di vestire.
Ma adesso aveva un motivo valido: doveva trovare il suo principe azzurro e farlo capitolare ai suoi piedi

Ricordò di raddrizzare le spalle e di guardare diritto dinanzi a sé, come se stesse camminando senza un motivo ben preciso, per il solo voluttuoso piacere di fare una passeggiata e doveva nascondere ben bene il suo sottile intento: quello che gli occhi avrebbero dovuto dire al posto della sua voce.

Nel suo soliloquio intimo cercava di stare attenta a non gesticolare ma pensava di voler essere pronta per il momento in cui avrebbe incontrato il suo principe azzurro, e sarebbe accaduto quella mattina, era una certezza che le faceva vibrare il sangue nelle vene. Pensava alle sciocchezze che sentiva dire dalle sue amiche: il principe azzurro non esiste. No, lei era sicura che un giorno lo avrebbe trovato, e l’avrebbe abbracciata e l’avrebbe amata per tutta la vita; lei voleva qualcuno che l’amasse teneramente, come vedeva fare nei film.

Camminava si dondolava, e, per darsi una sorta di contegno dinanzi quelli che la incrociavano, si toccava i capelli, biondi, setosi (certo nessuno avrebbe immaginato che si trattava di una parrucca).

A un tratto il suo sguardo si vivacizzò, le labbra prima unite, si schiusero quasi avesse voluto dire qualcosa: ecco, era quello il suo principe azzurro. Di fronte, le veniva incontro un giovane. alto, palestrato, elegante e, oddio com’era bello! I capelli castani e gli occhi bruni, caldi, e quegli occhi stavano guardando proprio lei e lui si avvicinava a lei e… e lei si avvicinava a lui; cercò di immaginare che lavoro potesse svolgere: se si trovava alla City doveva essere una persona importante.

Ora o mai più: stavano per incontrarsi ecco, lei misurò la giusta distanza e. splash, gli cadde dinanzi, mentre una scarpa le sfuggiva dal piede.

Lui le sorrise.
Lei notò che era un sorriso dolce.

«Si é fatta male?»
«Noo, non so!»
«Aspetti l’aiuto ad alzarsi!»
«Ahii»
«Si appoggi a me, venga, entriamo in quel bar, faccia piano.»
Lei lo guardava adorante.

* * *

«STOP STOP! Bravi ragazzi, buona la prima!»
La voce del regista aveva bloccato i due giovani diretti al bar che si vedeva sul set.
«Sicuro? Per me possiamo ripeterla. Mi sono divertita moltissimo su questi tacchi!»
Silvia rideva.
«Certo sei stata brava a cadere senza farti male.» Anche Tony era contento.
«Alla scuola ci insegnano anche questo, dai offrimi ugualmente da bere.»

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