La magia di un tempo di Stella Castolo

La magia di un tempo

Attesa. Questa parola mi fa pensare a chi sono ora ma anche alla ‘me’ di anni fa. Attesa mi riporta indietro nel tempo, a una di quelle serate estive, quando da adolescente mi preparavo per andare con gli amici sulla spiaggia. La notte di San Lorenzo era e lo è tutt’ora una delle poche tradizioni seguite dai giovani, forse perché è anche sinonimo di risate e di momenti divertenti attorno ad un falò.
Ricordo ancora i piedi nudi sulla sabbia fredda, libera ormai dai cocenti raggi del sole; il maglioncino bianco che addolciva il momento, dandomi calore in quella nottata ventilata e piacevolmente fresca. La memoria mi porta alla luce i tanti teli mare disposti in fila e noi ragazzi stesi, a ridere, a chiacchierare, a prenderci in giro e ad attendere. Così passavamo quelle ore fino all’alba, ad ammirare quel bellissimo firmamento; tante stelle padroneggiavano con una luminosità meravigliosa, messa in evidenza ancora di più dal forte contrasto del blu intenso, simbolo di un cielo sereno e non nuvoloso. Eravamo tutti lì, in attesa di vedere una tempesta di stelle, o vedere anche una sola di stella, che portasse in ognuno di noi un po’ di gioia per un bellissimo sogno da realizzare. In quel momento c’era tutto, non mancava davvero nulla, barzellette, racconti bizzarri, canzoni accompagnate da un bonghetto o una chitarra, battute simpatiche e spensieratezza di condividere emozioni e perché no, anche piccole sbornie, a seguito di un gioco con uno scioglilingua in cui era veramente difficile non sbagliare, e chi sbagliava pagava pegno e beveva. Quel momento equivaleva sempre ad urla spassose, spesso dall’esibizionista simpatico di turno, sta di fatto che l’atmosfera era colma di un’allegria coinvolgente e contagiosa. Quell’attesa però era anche fatta di lunghi silenzi e forse io preferivo molto di più quelli, perché era proprio in quel momento che mi piaceva perdermi nei miei pensieri, quelli più nascosti e complicati, che si fondevano diventando un tutt’ uno con l’immensità della notte. Mi piaceva perché in quell’attesa mi sentivo ancor più vicina a me stessa e solo io potevo capire cosa mi passasse realmente per la mente. Questa cosa mi affascinava. E così, anche io attendevo la mia di stella e quando finalmente la vedevo sfrecciare nel cielo, più raggiante che mai, restavo ancora in silenzio e subito dopo chiudevo gli occhi. Si, perché si diceva che non bisognava dire di averla vista cadere, se no il desiderio non si sarebbe avverato. Ovviamente era una delle tante leggende e a me, che non sono superstiziosa, invece in quel momento mi piaceva crederlo e quindi rimanevo con gli occhi chiusi e sorridevo, custodendo quel piccolissimo segreto dentro di me. Ad ogni modo ero consapevole del fatto che anche molti altri miei amici avevano assistito a quel piccolo e meraviglioso spettacolo, ma io ormai ero già avanti e lontana con i miei pensieri, ero semplicemente contenta, perché la mia attesa era finalmente volta al termine.
Oggi dopo tanti anni, lontana dall’età adolescenziale, mi rivedo quasi nella stessa posizione, ad attendere qualcosa che non c’è. Ma chissà perché, ora sento di non dovermi più illudere, l’atmosfera non è quella di un tempo, piuttosto mi sento di dover affrontare un esame difficile e che non riesco purtroppo mai a superare. L’aria non è fresca e non ossigena i miei pensieri come allora, no, anzi, è pesante e a volte mi sembra di non riuscire nemmeno a respirare. Mi piacerebbe tanto che in questa attesa il numero delle possibilità, siano proprio quelle stelle del cielo di un tempo, desidererei che la mia tristezza si trasformasse in quel maglioncino bianco portato sulle spalle, pronto a darmi sicurezza e conforto di cui ho bisogno. Io non so quanti desideri espressi in quelle nottate abbia mai realizzato, forse nessuno, ma darei qualsiasi cosa per avere la stessa magia di quei momenti. Probabilmente rimarrebbe un’attesa interminabile, o forse no, ma avrei comunque la stessa forza ed entusiasmo di aspettare, aspettare che qualcuno si ricordi anche di me, aspettare che qualcosa cambi e mettere in pace finalmente la mia anima. Mi piacerebbe vedere ancora una volta quella stella cadente, venirmi incontro con il suo fascio di luce e regalarmi ancora una volta la certezza di una speranza, e chissà, forse anche quella risposta che attendo ormai da tempo e che porto ancora nel mio cuore.

14 Risposte a “La magia di un tempo di Stella Castolo”

  1. Voto questo testo.. Racconto malinconico, ma in fine c’è sempre una speranza.

  2. Un brano intriso di nostalgia, malinconia, tristezza finale, ma scritto così bene che si legge molto molto volentieri perché sarebbe bello leggere, alla fine, che qualcosa é giunto.
    Lo voto

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