Il salice piangente di Luisa Cagnassi

Il salice piangente

Tema: Fantasy

Autore: Luisa Cagnassi

immagine tratta da pixabay
Sono di fretta, stamattina il tempo scorre veloce, e l’aria odora di primavera, mentre sui rami le prime foglie colorano l’aria, corro trafelato alla fermata dell’autobus.
 
Percepisco un che di strano sfrigolarmi nello stomaco, quando i miei occhi incontrano i tuoi mentre, ferma sulla pensilina, aspetti di salire sul mezzo pubblico. Sono occhi particolari, verdi come le foglie pendule dei rami quando, lucenti sotto i raggi del sole, danzano al soffio della brezza mattutina.
Inciampo sull’asfalto bruno e tu ridi, investendomi di una freschezza nuova e, come una folata di vento, mi scompigli l’anima. Divento rosso purpureo.
 
«Lo so, sono imbranato, hai ragione di deridermi»
«Scusa, è stato un gesto spontaneo, sembravi un bambino» Lo sguardo cancella ogni mia difesa.
«Aspetti da molto? Io sono già in ritardo» dentro sento svolazzare migliaia di farfalle e mi disorientano.
«Una decina di minuti. Vai al lavoro?» il suo profumo mi abbraccia e stordisce.
«In realtà ho un appuntamento, un progetto da valutare. E tu?»
Adesso sul suo sorriso è come se stesse passando una nube: s’incupisce al pensiero per un attimo.
«Qualcosa non va?» le chiedo concedendole il tempo tornare in sé.
«Assolutamente no, una riflessione. Ho un colloquio, ma può aspettare.»
La vita è fatta di casualità questa è una di quelle e non voglio farmela sfuggire.
«E se lasciassimo gli impegni per una passeggiata al parco?» improvvisa lei.
«Dici come Julia Roberts e Richard Gere, nel film?» Mi torna immediatamente alla mente la scena, l’avrò visto una decina di volte. Sono io a ridere questa volta e lei indugia perplessa. Lo ammetto: avrei accettato una qualsiasi proposta, pur di non perdere l’occasione di stare insieme.
 
«Mi chiamo Nora e tu?» Esordisce, come a ricordarmi che siamo due sconosciuti.
«Sono un maleducato, hai ragione: Giulio, piacere di conoscerti» Ci stringiamo la mano, com’é in uso fare tra persone per bene. La sua è fredda e fragile, come una fogliolina d’aprile.
«Allora cosa stiamo aspettando? Facciamola questa follia, no?» Lei ride che mi prende il cuore.
 
Il parco è a poche centinaia di metri da noi, attraversiamo la cancellata e, immersi in un mare di foglie di tutte le tonalità di verde, ci ritroviamo seduti sul prato sotto un salice piangente, raccontandosi ciascuno un po’ di più e intanto il tempo scorre.
 
«Dove avevi appuntamento oggi, Nora? Sicura non fosse importante?»
«Forse, Giulio, ma adesso non fa differenza, ci penserò più tardi» Mi sorride, sono ancora in sua balia.
 
In quel preciso istante, dalle foglie del salice, cadono gocce simili a rugiada, che bagnano il volto della ragazza simulando un pianto malinconico. Gli effetti del sole sulle foglie hanno prodotto decine di lacrime lasciandole scivolare dai rami penduli.
 
«Questa pianta rispecchia i miei stati d’animo, la nostra leggenda è simile.» Spiega lei.
«In che senso Nora? Cosa ti rende malinconica?» Intanto le asciugo il volto.
«Secondo te, perché ci siamo incontrati? Ti sei posto la domanda?»
«Una casualità, la vita ne propone a centinaia ogni giorno»
«Credi? Invece no, Giulio. Ho voluto io stessa che accadesse.»
I miei occhi si sgranano, diventando tondi per lo stupore.
«Che dici? Non ci conoscevamo sino a un paio d’ore fa»
«Io ti conosco da tempo, ti ho osservato la mattina, mi piace il tuo modo vivere la natura»
«Non ci credo, ti avrei notato, ne sono certo»
«Volevo che accadesse al momento giusto, tutto qui»
«Chi sei Nora? Mi fai quasi paura, spiegati»
«Sono una dea lunare rimasta imprigionata sulla Terra poiché trasformata in salice. Ero in attesa di trovare qualcuno a cui rivelare il mio millenario segreto»
«Ora comprendo, mi hai ammaliato con i tuoi poteri, cos’altro mi nascondi?»
«Nulla. Possibile tu non conosca le leggende sul salice piangente? Non siamo qui per caso»
«Qual é la tua missione Nora? Non comprendo» la fisso dentro quegli occhi magnetici, verdi.
«Inverdire il mondo con le fronde e la gentilezza del salice, generoso, leale, terapeutico e fecondo»
«Scusa, ma io cosa ci posso fare?»
«Ci troveremo qui, a ogni cambio di stagione e divulgherai i fatti che ti esporrò»
«E se non accettassi? Potrei avere impegni di priorità assoluta.»
«Più importante che salvare il pianeta?»
«Come ci ritroveremo in seguito, Nora?» Domando perplesso.
«Quando queste tenere foglie diventeranno giallo chiaro, fatti trovare qui, sotto l’albero»
Quindi, mi porge una corona di foglie intrecciate con un nastro amaranto.
«Tienila con te, ti proteggerà dalle malvagità del mondo. Sei un animo puro»
Infine, mi abbraccia con dolcezza, mentre i suoi lunghi capelli biondi mi avvolgono dentro a una nuvola dorata..
«Resta con me Nora, ti prego!» la supplico.
 
La richiesta si perde dentro un sorriso soprannaturale, poi, una folata di vento solleva le chiome del salice, mentre mille foglie di ogni tonalità compongono intorno a me un mulinello, provocandomi una sorta di capogiro e Nora svanisce nella morsa della pianta leggendaria.
Resto incantato come un alieno, forse la rivedrò al prossimo ingiallire del salice.