Il mio specchio, lo sa di Monica Pasero

Mi guardo allo specchio, nel vecchio specchio appeso da vent’anni alla stessa parete, quanto tempo, quante immagini ha riflesso. Rivedo ancora l’abito da sposa che si sfilava lentamente la prima notte dei mie 19 anni. Rivedo il pancione che cresceva in me inconsapevolmente ora madre. Rivedo una ragazza, ora non più tale, osservo quell’immagine ogni giorno, simile, ma mai la stessa.
Osservo i miei lineamenti, il mio corpo non perfetto, mi guardo, mi studio, mi giudico, mi arrabbio. Fisso quel immagine che mi accompagna in questa vita, la guardo, non mi piace, la odio, la vorrei cambiare, le urlo contro la mia rabbia.
Io imprigionata in un corpo mai voluto eccomi quì, arresa all’evidenza di non essere perfetta, ma in fondo nell’imperfezione vivo e cresco.
Mi scruto, sbircio i mie occhi persi come sempre del resto, persi nel loro mondo, tra sogno e poca realtà, indiscutibilmente strani per una quarantenne, ma sono i mie occhi di un blu profondo forse un po’ troppo blu per un esistenza grigia…
Lo specchio mi conosce ha visto le mie lacrime, la mia rabbia, la voglia di romperlo di frantumare quell’immagine, la mia immagine, ma non solo per la poca fisicità, ma per la poca fiducia che ho di me stessa, la poca stima. Il bisogno disperato d’essere compresa quel bisogno di voler essere diversa, di saper vivere di saper ancora volare, di provare si provare a vivere veramente non solo sognare di farlo. Ecco, se il mio specchio potesse parlare, lui ve lo direbbe chi sono, lui lo sa.