Plenilunio di Nicoletta Berliri

Plenilunio di Nicoletta Berliri

I suoi occhi erano chiusi.
Non dormiva, ma non voleva aprirli.
Si sentiva stanca, troppo stanca ed un’immensa tristezza l’aveva assalita confondendole i pensieri.
Desiderava soltanto restare sdraiata sul letto della sua stanza in quella luminosa notte estiva.
Le finestre erano mollemente spalancate sulla calda campagna e solo l’olmo, con la sua verde chioma, sbirciava nella cameretta rinfrancandola con i suoi sommessi consigli.
La luna splendeva in tutta la sua pienezza.
Non poteva vederla, ma solo intuirla, sentirne i raggi sulla pelle.
Sperava che qualche uccello notturno potesse tenerle compagnia con il suo canto, forse un po’ lugubre, ma sempre un canto.
Si decise a sollevare le palpebre, spinta da non so quale impulso.
La vide seduta sul letto accanto a lei: la mietitrice.
Riuscì solo a costatare quanto fosse bella.
Una bellezza diafana, forse anche scarna, ma di quelle che riescono a calamitare l’attenzione di tutti.
Rimase supina, senza porle alcuna delle mille domande che avrebbe voluto rivolgerle.
Era affascinata da quella strana presenza e non si oppose quando lei le posò la mano affusolata sulla spalla nuda quasi in una carezza. Un brivido la percorse.

Il mattino la colse con un dolce sorriso sul volto.
La trovarono serena nel suo ultimo sonno.
Fu una sorpresa per tutti.

30 Risposte a “Plenilunio di Nicoletta Berliri”

  1. Un racconto da brivido ,sempre ben scritto e ben organizzato ,molto interessante questa idea della morte bella

  2. Le votazioni si sono chiuse domenica, 23 novembre, alle ore 23.59

  3. Voto questo testo. La morte non è poi così brutta come la si dipinge:brava l’autrice.

  4. Brava Nicoletta, riesci a far vivere sensazioni con la tua abilità narrativa e la tua sensibilità. Voto questo testo

  5. La morte si fa bella in certe occasioni ed appare l’unica soluzione possibile. Voto questo testo perché mi affascina.

  6. Voto questo testo. Nicoletta riesce sempre a far vivere delle sensazioni con la sola forza delle sue parole e della sua abilità narrativa. Complimenti.

  7. Voto questo testo che trovo molto emozionante.Chi ha fede ha una diversa comprensione della morte e un maggiore senso di pace riguardo ad essa. Chi non ha fede, deve semplicemente riconciliarsi con il proprio pragmatico approccio alla vita e alla morte come parte del grande cerchio della vita a cui sta prendendo parte, e a cui contribuirà anche dopo la morte, ritornando terra.Grazie Nicoletta Berliri per contribuire con i tuoi racconti a trasmettere un senso di pace riguardo alla morte.

  8. Voto questo testo perché ancora una volta Nicoletta Berliri ci da spunto di riflessione trattando un argomento tanto sentito quanto temuto.Quanti di noi ci siamo chiesti almeno una volta come ci si possa sentire quando si capisce che si sta per morire?Molto probabilmente,non è possibile pensare di dover affrontare la morte quando si sta bene e la si vede come un evento lontano ed improbabile,ma quando ti trovi li e sai che presto morirai quasi sicuramente come asserisce Jacopo Fo nella tua mente avviene una metamorfosi istantanea.Lo schok agisce come una droga miracolosa e,se riesci a guardare in faccia la situazione,entri in uno stato irreale dove puoi persino dare un senso alla morte o almeno riesci ad accettarla e a stemperare l’angoscia. La protagonista di questo intenso racconto ha avuto il sommo privilegio di morire nel sonno e l’abile e sensibile scrittrice è riuscita perfettamente a trasmettere al lettore la serenità di chi ha saputo affrontare il suo fine vita con estrema dignità.

  9. Serena visione di un appuntamento a cui nessuno si può sottrarre….
    Brava….come sempre

  10. come sempre riesce a stupire e coinvolgere, un brano con dentro una notevole dose di poesia, una prosa poetica . Non c’è paura non c’è dolore ,la morte è dolce bellissima la visione della nera signora , complimenti

  11. Un brano brevissimo: un soffio, una dolce poesia. Con le sue parole appropriate e abilmente scelte Nicoletta ha reso anche la morte un sereno incontro.Un incontro fulmineo: il tempo di un brivido.

  12. Una prosa breve, espressa in parole chiare, limpide, ma cariche di una profonda sensibilita’.Sembrerebbe una semplice descrizione di un attimo, ma, in realta’, l’autrice riesce, in poche righe, a seguire un filo epico drammatico e sereno allo stesso tempo, come quell'”ultimo sonno”.
    Evidentemente, merita un bel voto!

  13. Voto questo racconto. La prosa di Nicoletta Berliri si fa poesia tra queste righe, le parole, calde e morbide, sono piene di vita nonostante l’epilogo. Bello.

    1. impossibile raccontare l’esperienza del morire?…Nicoletta lo fa trasmettendoci la sensazione del brivido della sua carezza, e di una partenza serena, quando le domande non servono più

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