Villa Boccaccini di Irma Panova Maino
Genere: Horror
I ricordi, soprattutto quelli legati a fatti violenti, restano impressi nello spazio e nel tempo, come fotografie che per sempre rimarranno a gravitare in un dato luogo. Realtà paradossali che fluttuano solitarie nell’etere, a stretto contatto con la nostra realtà, ma che rimangono nascoste fino a quando qualcuno non trova il varco per passare da una dimensione all’altra. Questi personaggi vengono definiti medium, sensitivi, persone in grado di percepire quella soglia che divide i mondi e che sono, talvolta, in grado di trovare la chiave giusta per aprire una porta che, spesso, andrebbe invece lasciata chiusa.
Ed è di Villa Boccaccini che vi voglio parlare, di una notte del 1980 in cui un gruppetto di adolescenti decise di prodursi in una classica bravata di fine estate: dimostrare di avere coraggio, a dispetto delle leggende e delle dicerie locali.
E fu questo, quello che scoprirono i ragazzi in quella notte del 1980. Questa la presenza che infestò la vita di un paio di loro per alcuni mesi, tormentandoli anche quando furono tornati nelle proprie città, una volta terminate le vacanze.
La storia narrava come il vecchio Conte divenne un folle a causa della fuga della figlia, la quale, non potendosi separare dal giovane amante plebeo, il giardiniere in questo caso, scappò in una notte di luna piena, abbandonando il padre e la casa natia. Il Conte venne emarginato dalla buona società Ferrarese e morì solo e dimenticato in quella villa silenziosa. Tuttavia, ciò che invece i ragazzi videro quella notte fu una tragedia del tutto diversa. Fotogrammi di un duplice omicidio sfilarono davanti ai loro occhi, riversandosi fuori da quella soglia che una seduta spiritica, eseguita per burla, aveva invece spalancato sulla loro realtà. Il giovane amante della contessina venne massacrato senza pietà e a colpi di mannaia dal padre di lei e il cadavere venne murato, insieme alla fanciulla, ancora viva e paralizzata dall’orrore, all’interno di una rientranza del muro perimetrale. Solo nel gennaio del 1981, quando un’improvvisa nevicata fece crollare una parte del muro e gli scheletri vennero finalmente alla luce, il fantasma della contessina smise di tormentare i giovani che avevano osato varcare la soglia fra i due mondi.
Horror
Mi piace questo tuo racconto,
una piccola visione di una realtà parallela vissuta
Anche se fuori concorso voto per questo testo!
ma grazie!