Tratto da “Ippolita” di Rita Sanna

Tratto da “Ippolita” di Rita Sanna

Genere: Prosa/Psicologico

…L’aria era fredda e secca, ma pura. Respirò a pieni polmoni per cacciare via dal suo naso quel misto di odori di cui si era impregnato: di fritto, d’arrosto, di fumo di candele, di naftalina.
Di vecchiume!
Osservò lo spicchio luminoso del primo quarto di luna nel cielo scuro, quasi nero.
Quante volte l’aveva guardata quella luna che, in alcune notti, sembrava sorriderle, in altre le appariva cupa. Imbronciata!
Ricordò all’improvviso d’aver scritto, tanto tempo addietro, persino una poesia.
-Sì! L’avevo intitolata “La luna velata”- si disse
e, lentamente, ne ripercorse i versi:
“E’ meglio che tu non guardi la luna
Ti affacci alla sera che odora di miele
Protendi il tuo sguardo oltre il balcone
La luna t’appare col volto velato
E’ meglio che tu non guardi la luna
E’ il tuo, non il suo il volto velato
La luce risplende nel corpo sidereo
Ancora t’illudi che l’astro sia spento
E’ solo il tuo viso che è sempre più opaco
E’ alta nel cielo e colora d’arancio
ma tu non la vedi con gli occhi di pianto.”
Cacciò subito via dalla mente il ricordo del momento in cui l’aveva gettata su mezzo foglio di carta. D’impulso.
Entrata nel suo alloggio, si liberò subito dell’elegante completo e si preparò per la notte. L’assoluto silenzio della sera, che già si faceva fonda, le fece percepire la consapevolezza del vuoto, della solitudine, di una malinconia quasi viscerale.

 

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7 Risposte a “Tratto da “Ippolita” di Rita Sanna”

    1. Salve Bonnie, purtroppo per questa edizione di 7 giorni di follie i brani di Rita Sanna sono fuori concorso. Immagino però che Rita apprezzerà lo stesso i suoi commenti.

  1. Bella scrittura, ottima la descrizione della Luna che osserviamo e vediamo a seconda del nostro stato d’animo. Brava Rita Sanna, sai descrivere molto bene la malinconia degli esseri umani.

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