E furono davvero lacrime amare di Rita Sanna

E furono davvero lacrime amare di Rita Sanna

sanna

Genere: realista/storia vissuta

Mai più io scorderò quel foglio bianco che mi era comparso sul banco il giorno dell’esame di Maturità di molti anni fa.
Schierati uno dietro l’altro in quel lungo corridoio della scuola, con le porte delle aule e le finestre, che si affacciavano ad esso, sigillate con scientifica precisione da larghi nastri di scotch, attendevamo l’arrivo del plico contenente i temi della prima prova scritta d’Italiano.
Facce smunte con l’espressione da zombi erano quelle dei compagni, ma anche la mia, per aver passato la notte completamente, o quasi, in bianco, non tanto a ripassare mentalmente il vastissimo programma di Letteratura, quanto a pensare, a sperare, ad augurarci che la “traccia” fosse a noi congeniale.
Con aria di supponenza quel foglio, che poi tutto bianco non era per le righe orizzontali che lo attraversavano, il famoso foglio protocollo, me lo aveva imbrattato con il timbro della scuola e con una firma illeggibile, uno scarabocchio, la mano grassottella della Preside della Commissione.
E già mi sembrava un’intrusione in quello “spazio bianco” che doveva essere tutto mio. Ma quella era la prassi imposta per legge!
Solo il chiacchiericcio dei membri della commissione rompeva il silenzio di tutti noi, ma che non superava il lungo e rumoroso sbadiglio di qualcuno assonnato e annoiato per la lunga, interminabile, logorante attesa.
Io, che occupavo il primo banco per non essermi messa a correre, come avevano tentato di fare tutti per occupare gli ultimi in fondo, sfogliavo, per non saper cos’altro fare, l’unico “strumento” didattico consentito, oltre alle “bic”, il dizionario della lingua italiana, uno Zingarelli, ingiallito e corroso dall’usura per essere appartenuto a mio padre sin dai tempi del liceo.
Poiché i minuti per me diventavano ore, ebbi tutto il tempo di ripercorrere, a sciame, i versi dei più importanti autori dell’800 e del 900, elaborando velocemente commenti che avrei potuto sviluppare in cinque ore, certa come ero, che avrei scartato il tema d’attualità e quello di Storia.
Mi piaceva e mi ero applicata sempre allo studio della Letteratura, apprezzando alcuni autori più degli altri, ad eccezione di Giovanni Pascoli.
No! Pascoli non lo sopportavo. Era struggente, patetico e lacrimoso. E poi, anche “guardone”, come l’appellavano molti compagni di classe per quel fenomeno del Voyeurismo e dei nascosti richiami sessuali nel “Il gelsomino notturno” che, l’allora pudica. professoressa di Italiano e Latino non aveva voluto rendere espliciti o forse, non li aveva colti, a differenza di alcuni di noi che avevano “frugato” in diverse antologie.
Comunque, anche se una leggera strizza cominciava ad assalirmi, con la considerazione che una “traccia” su Pascoli era “uscita” l’anno precedente e che anche la prof era convinta che per due anni consecutivi non sarebbe potuta ripetersi, mi tranquillizzai.
Finalmente il “plico” tanto atteso era arrivato!
La Presidente lo girava e lo rigirava tra le mani impugnando delle forbici dalle lame lunghe e taglienti che avrebbero potuto sgozzare un bue.
Io, che avevo il privilegio, si fa per dire, di occupare il primo banco, mi accorsi solo di una chiazza rosso sangue al centro della larga busta bianca.
Era il sigillo di ceralacca che ne garantiva la sicurezza!
Non lo potevo sapere e ne ebbi un immediato e brutto presentimento.
Nel silenzio più assoluto imposto da uno dei commissari esterni furono lette le tre “trecce”.
LETTERATURA: “Simboli e finzioni espressive nel mondo mistico di Giovanni Pascoli…”
“Por. put….” mi venne da urlare. Mi limitai a piegare la testa in basso con le mani tra i capelli. Osservai la scritta sulla lavagna: 8.45-14.45… nessun elaborato potrà essere consegnato prima di due ore.
Due ore davanti a quel foglio bianco su cui avevo solo voglia di inondarlo di lacrime!
No! Ricordavo poco o niente di quella “cavallina che portava colui che non ritorna”!
Eh chi aveva più letto e commentato “…là nella casa romita, lo aspettano, lo aspettano invano…” e da quando non avevo più voluto sentire di quel “morticino a cui la madre pietosa pettina i bei capelli ad onda:..”?
Niente da fare! Avrei solo affastellato disordinatamente concetti e commenti sul quel foglio, che mi ero illusa di riempire in tutte le quattro parti, se la sfiga non m’avesse perseguitato.
“Coraggio, Silvia!!” mi sentii sussurrare amorevolmente dalla commissaria interna, che mi aveva osservato mentre giravo di continuo gli occhi da ogni parte, rosicchiando nervosamente la “bic” senza riuscire a concentrami.
Non c’era proprio niente su cui concentrarmi. Avevo coscientemente trascurato di studiare quel poeta che aveva realmente finito per farmi piangere lacrime amare.
Prima della scadenza delle due ore, per non presentare il foglio totalmente in bianco, mi limitai a scrivere la data di nascita e di morte e i titoli delle poesie che avevano toccato, impressionandomi, l’animo di ragazza forse troppo sensibile!
Firmai il foglio con l’ora esatta di consegna tra lo stupore della commissione, che all’orale non fu di certo tenera nei miei confronti, imbrigliata , come mi trovai, dalla insicurezza, dalla confusione, dal totale marasma mentale.
Quale poi sia stato l’esito finale, non sarà difficile da intuire: RESPINTA

43 Risposte a “E furono davvero lacrime amare di Rita Sanna”

  1. Quanti bei ricordi hai risvegliato. Complimenti, un bel racconto

  2. Un bel testo carissima Rita mi ha fatto veramente riaffiorare i ricordi indimenticabile dell’infanzia.. Brava !

    voto questo testo

  3. Voto per questo testo. Ero già “matura” quando ho dato l’esame ma vi assicuro che le sensazioni sono le stesse! 🙂

  4. Tragicamente possibile ieri come oggi, a scuola come nella vita. Quel qualcosa di tanto inaspettato e grave da tenerci immobili e soli. Nessun passo o azione è possibile. E’ il blocco totale del pensiero e della volontà raccontato magistralmente da Rita Sanna con un crescendo di pathos che cattura il lettore fino a quell’ultima, inesorabile parola.

  5. Voto per questo testo. Un dramma condiviso da molti di noi, raccontato con una scrittura semplice e leggera che ci conduce agilmente fino al “tragico” epilogo.

  6. Trasmissione diretta di emozioni e sensazioni, ben descritte!!
    Riporta esattamente alla mente i ricordi passati tra i banchi di scuola.

  7. Molto scorrevole e ironico. Un testo che riporta indietro nel tempo, offrendo uno spaccato, reale e ben descritto, di un avvenimento vissuto da molti. Voto per questo testo

  8. molto bello!! si sente il palpito della tensione ed è scorrevole da leggere. Complimenti Rita!!

  9. Il foglio bianco virgineo che si è rifiutato di accogliere ciò che candido non era. Questo aspetto del Pascoli non lo conoscevo….. ma non ne fui mai attratta, come mi sono sempre rifiutata di leggere D’Annunzio…. Voto per questo testo

  10. Sei favolosa Rita! l’argomento é all’esperienza di tutti noi, proprio per questo la scelta che hai fatto é geniale, semplicemente l’hai cercato e non l’hai scartato.
    Uno scorcio preciso, io mi sarei persa nei concetti del bianco e dell’amore per la scrittura. ^^
    Scritto molto bene, fluido, divertente.
    La conclusione mi lascia un bel pò sorpresa, quasi avessi voluto un proseguimento…ed é questo il bello, anche qui la scelta tutt’altro che scontata o attesa!
    Mi prevale il messaggio semplicissimo, al contempo degno di nota, che questo foglio bianco della nostra vita rimarrà sempre tale a causa dei nostri pregiudizi o similari.
    Complimenti!! ah dimenticavo….VOTO PER QUESTO TESTO che merita di vincere!!

  11. Invece per me: PROMOSSA! 🙂
    Mi hai fatto ricordare il mio esame di Maturità.
    Pascoli non era malaccio: la sua poetica del ‘fanciullino’ er a suo modo affascinante.
    Bel racconto. 🙂

  12. Coinvolgente ed emozionante… complimenti! Io voto questo testo.

  13. Rita, sempre fedele a se stessa ma sempre con quel qualcosa in più che la contraddistingue…………stupenda complimenti

  14. Il tuo scritto…fa rivivere davvero lacrime che, anche per me, sono state lacrime amare, amarissime: esito finale “Ripara Italiano e Storia”…ed io poi a settembre ho riparato e sono stati “costretti” a promuovermi con un 7 ed un 8…Subito dopo l’uscita dei tabelloni naturalmente sono andata ad iscrivermi a Lettere Moderne come volevo fare da sempre…nonostante l’indegna conduzione dell’esame di giugno non mi sono lasciata scoraggiare, ho proseguito sulla mia strada e sono felice di averlo fatto! Ma che giorni, ma che lacrime amare! Un grande abbraccio, BRAVA!!!

  15. e chi non è stato su quei banchi? rileggere la mia ansia alltraverso le parole di Rita ha fatto riaffiorare mille ricordi….. mi è piaciuto molto!

  16. Voto questo testo.
    Mi ha fatto ricordare il mio esame di maturità…

  17. Rita, in questo tuo brano il passato……… diventa presente !!!! hai il mio voto, brava !!!

  18. Il racconto è pervaso dal pathos che caratterizza l’importante evento: la tensione che precede la prova d’esame, il trepido alternarsi di aspettative e di preoccupazioni per l’argomento oggetto del componimento, il modo di affrontarlo che, nel caso di Silvia, la protagonista del racconto, è un dannoso ripiegarsi in se stessa, l’arrendersi senza avere prima combattuto… fino alle lacrime amare per l’infausto risultato della bocciatura, oltre il quale nulla c’è più da dire: RESPINTA.
    Con vivida densità di particolari la scrittrice riesce a trasmettere i sentimenti e le emozioni di una prova molto importante quale, per l’appunto, è costituita dall’esame di maturità: e, pertanto, momento “forte” e, se si vuole, emblematico delle difficili prove e difficoltà di cui la vita è straordinariamente generosa, prove e difficoltà che ognuno affronta e risolve a proprio modo e per le quali non di rado, così come Silvia, si versano lacrime amare.
    Brava, Rita!

    1. Grazie ,Maria Giovanna,del tuo commento attento e soprattutto gratificante!

  19. Tutti almeno una volta nella vita hanno sostenuto l’esame di maturità, nessuno può dimenticare la prova di italiano e la paura della traccia, con la paura di lasciare il foglio in bianco, col terrore di non essere all’altezza, con la voglia di andare via il prima possibile. La scrittrice Rita Sanna lo descrive in maniera esemplare.

    1. Come me lo ricordo quell’esame di maturità nel 1964! Allora il tema di itaaaliano fu su Alessandro Manzoni 🙂

  20. Leggerti è rivivere le emozioni del passato. Voto questo brano!

  21. Un bello scritto che fa rivivere momenti di trepidazione passati ma che, leggendo, diventano presenti. Ti voto.

  22. Talmente descritto bene… che anche chi non ha vissuto quel momento….sente e vive le stesse ansie..angosciose !!

    1. il nostro mondo dorato e inquieto,piccole spine nel cuore

    2. Complimenti davvero….ho rivissuto certi momenti passati…l’attesa…l’angoscia…
      Scritto molto bene e scorrevolissimo.
      Cristina
      Voto:10

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