Alice

Alice di Dante Autor

C’era una volta una ragazzina, il suo nome era Alice. Viveva con i genitori, in un bell’appartamento al centro della città di Londra. Nonostante la ricchezza e gli agi che comportava, la sua vita non era poi cosi idilliaca come poteva sembrare. Suo padre, un grande medico, la maggior parte del tempo lo perdeva a lavoro e quel poco tempo che passava tra le quattro mura accoglienti di “Casa Meraviglia” erano occupate tra scartoffie e telefonate, non aveva mai tempo per lei, si limitava ad accarezzarle la fronte ogni volta che tornava in casa, o qualche volta le chiedeva un “come stai?” Distaccato davanti ad una cena, a cui occasionalmente aveva avuto modo di partecipare, come un vecchio conoscente che ogni tanto fa la “visita del dottore”.
Sua madre poi, era sempre presa tra cene, galà e spese folli con le amiche. Non aveva tempo di occuparsi di lei, troppo presa dai pettegolezzi della Signora X con il Tizio Y, oppure il solito programma televisivo, tra gli ipotetici flirt di ballerine e calciatori.
La povera Alice perplessa, passava la maggior parte del tempo nella sua stanza, con il suo fido compagno di giochi, il peluche di un coniglietto bianco, che aveva chiamato “Ambasciatore”, un vecchio regalo di suo nonno materno da poco scomparso, l’unico della famiglia che le mostrava un pò d’affetto dall’alto di grandi baffoni all’insu e un orologio da taschino d’oro massiccio che guardava sempre, quasi ossessionato dal tempo che passava troppo in fretta.
Da sola, li in quella stanza sognava. Fantasticava e creava un mondo diverso, un regno dell’immaginazione ove tutto poteva essere dissolto, cambiato e confuso a suo piacimento, come tasselli di un puzzle che cambiavano forma ad un suo schiocco di dita. Questo strano mondo delle favole, diventava sempre piu reale per lei tant’è che ci si perse. non riuscendo poi, più a notare la differenza tra realtà e immaginazione. Tutto questo durò per qualche anno, poiché i genitori, che nel frattempo erano diventati estranei tra di loro, non si accorserò subito dei suoi problemi.
Successe un giorno, mentre erano a pranzo tutti insieme che lei chiamo il padre “Cappellaio matto” augurandogli un “buon non-compleanno” lanciando a terra parte del servizio buono di sua madre per poi salire sul tavolo e iniziare a ballare tra lo sgomento dei due che per la prima volta prestarono attenzione a ciò che la figlia faceva, tant’è che la portarono velocemente in un ospedale, ove rimase ahimè per tutta la vita.
Ma non disperatevi per lei gentili lettori, era in buona compagnia …
Aveva ormai totalmente abbandonato il mondo dei savi per una realtà che credeva migliore…un mondo fatato dove il MUST è l’immaginazione.

18 Risposte a “Alice”

  1. a volte è meglio vivere in un mondo immaginario che in quello reale. Voto

  2. Bel racconto, anche se ogni tanto qualche frase mi lascia perplesso. Per esempio cosa dovrebbe voler dire questa frase? “le mostrava un pò d’affetto dall’alto di grandi baffoni all’insu e un orologio da taschino d’oro massiccio che guardava sempre”

  3. Mi è piaciuta molto questa favola in chiave moderna. Ho trovato molte allegorie che possiamo trovare all’interno della nostra società. Molti, come Alice, scelgono di ballare e di dare libero sfogo all’immaginazione, che pian piano divora tutto!

    Hanna 😉

  4. E’ molto realistica.
    Certe volte vivere d’illusioni è l’unica arma per la sopravvivenza.
    Ci si abitua così tanto alla propria fantasia e ai propri pensieri che vivere diventa uno scherzo, il mondo alternativo nel quale non ci piace stare.
    Tantissime persone si rispecchieranno in Alice e tantissime altre saranno nella sua stessa condizione.
    Dovremmo capire che vivere è morire, ma morire non è vivere.

  5. La favola non è molto lontana dalla realtà attuale, una marea di genitori nel mondo sono troppo occupati e dedicano molto poco tempo ai loro figli ? Tanti, troppi !

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