Il primo bacio che sconvolge, estratto da “Fino alla fine” di Rossana Roxie Lozzio

Varcò la soglia del salone, accompagnata dalle note di una delle canzoni più famose del repertorio di Daniel Weston e si compiacque di poterla ascoltare, grazie alle vetrate aperte sulla terrazza. Raggiunse velocemente la poltrona sulla quale ricordava di aver lasciato lo scialle e sorrise, accorgendosi che era ancora lì, quindi lo raccolse e se lo posò intorno alle spalle, attirata all’esterno dalla musica che conosceva bene e che amava particolarmente.
“Ciao…”. La sua voce le giunse da dietro, qualche istante più tardi, emozionandola come la canzone che l’aveva indotta ad uscire in terrazza.
Amber Rose raccolse del fiato, sforzandosi di assumere un atteggiamento che potesse essere adeguato alla situazione ed augurandosi di apparire tranquilla, si girò, dipingendosi un sorriso sulle labbra. “Ciao!”. Lo salutò, scoprendolo più attraente che mai ed incapace di capire se fosse per l’abito che indossava e che gli donava moltissimo o piuttosto, semplicemente, per la bellezza del suo volto. “Non ti avevo visto, credevo di essere sola…”.
“In effetti, lo eri… ero nei pressi della villa, quando ti ho vista arrivare e così, ti ho seguita”. Le rivelò, riuscendo a sconvolgerla.
“Avevo freddo, c’è un’aria pungente e sono venuta a recuperare questo…”. Si giustificò, indicando lo scialle, imbarazzata per il modo in cui la stava fissando. “Poi, ho sentito questa canzone e dato che l’amo molto, sono uscita per non perderla…”.
“Daniel è straordinario”. Convenne, Matteo, pacatamente. “Il tuo abito è davvero bello…”. Aggiunse, accarezzandola con quello sguardo inedito che la mise in allarme.
“E’ della Collezione MAGGIE…”. Affermò, sempre più a disagio, dandosi della stupida per non essere in grado di gestire la situazione. “Come mai, Elisa non è con te?”. Domandò, tentando di mantenere una certa freddezza.
Lui le si affiancò, posando le mani intorno alla ringhiera della balconata e guardando verso il palco illuminato, al centro del parco, sul quale si stavano esibendo Daniel e Kevin. “Elisa si trova in Olanda”. Rispose, interrogando se stesso circa l’istinto che lo aveva indotto a seguirla nella villa e che lo stava facendo agire piuttosto sconsideratamente. “Ma ti sorprenderà, sapere che è stato Simon ad insistere affinché partecipassi ugualmente a questa splendida festa…”.
“Simon?”. Ripeté, perplessa.
“Già…”. Annuì, abbozzando un sorriso. “E nonostante tutto, non si è ricordato di dirmi che la sua compagna saresti stata tu…”.
“Forse, non lo ha ritenuto importante… non credi?”. Replicò, stringendosi nello scialle, scossa da brividi che non erano più causati unicamente dall’aria fresca della notte.
“Non abbastanza, vuoi dire?”. Le chiese. “State molto bene, insieme…”. La provocò, accorgendosi che stava tremando. “Almeno, in apparenza… ti ho già detto come la penso, in proposito”.
“Me lo ricordo…”. Assentì, emettendo un leggero sospiro.
Matteo si tolse la giacca, girandosi per posargliela sulle spalle, sorprendendola favorevolmente. “Hai ancora freddo…”. Osservò, sfiorandole le braccia con le mani per lasciarle scivolare lentamente, costringendola a sussultare.
“Tu e Simon avete parlato di me?”. Gli chiese, temendo che l’attore avesse rotto il loro patto e che gli avesse raccontato l’episodio al quale aveva assistito, quel pomeriggio nel parco e per cui avevano stretto l’accordo che aveva incluso la sua partecipazione al suo fianco alla festa.
“Avremmo dovuto?”. Matteo la guardò, perplesso.
“E’ che hai uno strano modo di comportarti…”. Rispose, senza trovare il coraggio di guardarlo.
“Credevo di conoscerti abbastanza da poter escludere che Simon fosse il tuo tipo…”. Dichiarò, sollevando le spalle.
“Non esiste l’uomo ideale!”. Ribatté, improvvisando un sorriso che, involontariamente, finì per provocarlo.
“Allora, auguri, miss Hamill…”. Ironizzò, accingendosi a lasciarla.
Amber Rose trattenne il respiro e chiuse gli occhi per un istante, prima di voltarsi per restituirgli la giacca. I loro occhi s’incontrarono, perché lo scorse a pochi passi di distanza, immobile. “Dimentichi questa…”. Mormorò, facendosela scivolare lungo le braccia, avvertendo il profumo dell’uomo e sforzandosi di continuare a fingersi interessata a Simon Weston, nonostante desiderasse negarlo.
“C’è qualcosa che non mi convince…”. Matteo indagò nei suoi occhi, mentre gli porgeva l’indumento, senza muoversi di un solo centimetro.
“E’ un problema tuo…”. Replicò, attendendo che si decidesse a prendere la giacca e mantenendola sollevata in sua direzione con la mano.
“D’accordo…”. Annuì, serissimo, avvertendo un’energia che lo spinse a smettere di tollerare quell’atteggiamento arrogante che non apparteneva alla ragazza che aveva frequentato fino a qualche mese prima. Percorse il breve tratto che li separava e finse di riprendere ciò che gli stava porgendo, quindi le afferrò la mano ed Amber Rose trasalì, lasciando cadere la giacca sul pavimento. “Sei a caccia di emozioni forti?”. Le chiese, attirandola bruscamente a sé e cingendole la vita con la mano libera.
Completamente ostaggio dei suoi occhi, non si mosse per tentare di sciogliersi da quella presa, diversa dagli abbracci che l’avevano preceduta e decisamente sconvolgente, quindi gli permise di accarezzarla e lasciò che le passasse entrambe le mani fra i capelli.
“Scusa…”. Matteo sembrò recuperare il controllo altrettanto in fretta, mentre lei lo aveva quasi perso del tutto, confondendola maggiormente. “Ti prego, scusami…”. Mormorò, accorgendosi di avere esagerato e prendendole il viso fra le mani, l’attirò a sé per abbracciarla. “E’ che sei così provocante, stasera…”. Aggiunse, inebriato dalla sensazione dei loro corpi abbandonati e decisamente pronti a regalarsi emozioni che desiderava vivere. “O forse, sono io che…”.
“Puoi farlo”. Amber Rose lo sconvolse, pronunciando quelle parole che non si pentì di avere appena usato.
Matteo le allontanò il viso dal petto, con le stesse mani che ve lo avevano condotto un attimo prima, scorgendovi una luce che lo appagò. “Che cosa?”. Le chiese, scrutando attentamente nei suoi occhi.
“Puoi baciarmi…”. Dichiarò, trovando un coraggio che le avrebbe permesso di andare oltre, improvviso come era stato il modo in cui l’aveva attirata a sé prima di chiederle scusa. Ma lei non voleva che le porgesse delle scuse… lo guardò e si rese conto che aveva solo voglia di confessargli che lo amava. Che lo aveva amato dalla prima volta che lo aveva visto e che lo avrebbe amato fino alla fine dei suoi giorni.
“Stai scherzando…”. Mormorò, sicuro del contrario.
“Se lo vuoi, puoi baciarmi”. Ripeté, regalandogli un piacevole senso di appagamento che non lo avrebbe più abbandonato. “Altrimenti, lasciami andare… e fallo adesso, Matteo. Così dimenticherai quello che è successo…”.
“Certo che lo voglio, Amber Rose…”. Le disse, scoprendosene infinitamente attratto e colpito dal modo in cui gli stava offrendo quel bacio.
“Allora, fallo…”. Ribadì, mentre si chinava per avvicinare i loro visi, senza smettere di guardarla negli occhi.
Matteo posò le labbra sulle sue, lentamente, trovandole dischiuse, quindi cominciò ad assaporarle e ci giocò per alcuni istanti, prima di dare inizio ad un’esplorazione che fu dolce e che si trasformò in un incontro appassionato di lingue, mentre le loro mani si persero sui reciproci corpi, spingendosi fin dove ignoravano che sarebbe stato possibile, almeno fino a pochi minuti prima.
Un leggero sapore salato indusse Matteo a riaprire gli occhi, per scoprire che da quelli della ragazza stavano scendendo alcune lacrime e allora, s’impose di riacquistare il controllo, per concedere loro il tempo che sarebbe servito a capire. “Amber…”. Sussurrò, passandole un dito sulle labbra ancora umide ed altre sulle guance, bagnate da un pianto silenzioso. “Che succede?”.
La ragazza scosse il capo, imbarazzata. “Sono una stupida…”. Rispose, piano. “Vuoi tenermi stretta, per favore? Ti prometto che smetterò di piangere…”.
“Non eri affatto pronta…”. Commentò, credendo di interpretare le sue lacrime. “E’ così, Amber?”.
“Tu, abbracciami… ed io, smetterò di piangere”. Ripeté, attirandolo a sé ed immaginando il vuoto che avrebbe vissuto dal momento in cui si sarebbero nuovamente separati.
Matteo la strinse forte a sé, accarezzandole i capelli. “Non piangere…”. La pregò, colpito dal modo in cui stava reagendo ad un bacio che non lo aveva certo lasciato indifferente.
“Nel caso non lo avessi capito, tu mi piaci, Matteo…”. Confessò solo in parte, a quel punto, evitando accuratamente di guardarlo. “E se piango, oltre al fatto di essere stupida, è perché so che non potrò averti”.
“Sei incredibile…”. Matteo invece la costrinse a guardarlo, terminando di asciugarle il viso con le mani. “Anche tu mi piaci… mi piaci al punto da condividere quello che hai appena detto”.
“Adesso, torno nel parco”. Affermò, recuperando il controllo e cercando la forza per staccarsi da lui definitivamente. “So che non si ripeterà ma… è stato bello”. Concluse, regalandogli un sorriso.
“Vorrei trattenerti ma so che sei più saggia di me e dovrò darti ascolto”. Convenne, passando un dito sul contorno delle sue labbra. “Dovrai rifarti il trucco o Simon ti chiederà…”.
“Simon dovrà distrarmi dal ricordo di quello che è appena successo”. Lo interruppe, sconcertandolo. “E non sarà un compito facile… devi credermi”.
“Mi dà fastidio ma immagino di non potertelo impedire”. Confessò, fissando le sue labbra e sentendo i sensi riaccendersi pericolosamente.
“Buona fortuna, Matteo…”. Amber Rose sorrise, scostandosi dal corpo che aveva esplorato per attimi che non avrebbe più potuto dimenticare. “Davvero, per tutto”.
Guardandola allontanarsi, sospirò e chinandosi per raccogliere la sua giacca, comprese che aveva sbagliato tutto. Aveva sbagliato quando aveva creduto che lo detestasse, aveva sbagliato quando aveva finto che non gli interessasse e probabilmente, lo aveva fatto anche adesso, permettendole di uscire dalla sua vita.
Se solo non fosse stato sposato, pensò, passandosi le mani fra i capelli, dopo aver indossato la giacca, nel tentativo di darsi un contegno. Se solo avesse potuto vivere due vite…