L’ombra di Anna Cibotti

Tommaso aveva un chiodo fisso.
La moglie, una donnina esile ormai sfiorita, aveva notato da giorni che la faccia del marito si stava segnando di rughe profonde che non le pareva di avergli mai visto prima.
Anche il suo colorito ramato da muratore stava prendendo un colore giallastro.
Gli occhi segnati dallo sguardo inquieto e circospetto, la guardavano senza vederla.
Lei pensò che si stesse ammalando e gli chiese premurosa cosa mai gli stesse capitando.
Le rispose che stava bene e che era solo un po’ stanco.
Il fatto era un altro però.
Alla moglie non volle dirlo, con un collega invece si confidò.
“Da un po’ di tempo c’è un’ombra che mi segue dappertutto.
E’ sempre dietro di me e sempre a destra.
S’allunga, s’accorcia e la vedo con la coda dell’occhio anche se il sole non c’è, di sera e al buio.
Devo scoprire di cosa si tratta.
Non ho paura ma sapere di avere un ombra perenne al mio fianco che non è la mia, mi fa impazzire”.
L’amico pensò che pazzo lo fosse già.
Non lo dette a vedere ma la sua espressione tradì il suo pensiero.
Il giorno dopo tutti gli operai del cantiere parlavano dell’ombra di Tommaso.
Nessuno mi crede, pensò, ma quando avrò scoperto di cosa si tratta, smetteranno di prendermi in giro.
Ci pensava e ripensava.
E l’ombra continuava a seguirlo.
Un ombra che non era la sua ed era sempre a destra.
Quella sera decise di parlarne alla moglie.
Forse la vede anche lei…….magari, pensò.
Le chiese di guardare alla sua destra.
“La vedi?”
Lei non guardò in quella direzione.
Guardò lui e scosse lentamente la testa.
Lui si voltò, e con la coda dell’occhio vide l’ombra allungarsi fino a diventare una lunga striscia nera che stava sparendo dietro la porta.
Stava fuggendo da lui.
Corse fuori come un forsennato per seguirla e acchiapparla.
Voleva sapere chi era.
La moglie lo vide allontanarsi di corsa dimenando le braccia.
Per l’ultima volta.
Nessuno lo vide più.
Tommaso sparì per sempre.
E con lui la sua ombra.
La sua ossessione.