Marta di Nadia Lattanzi

Le mollò un ceffone che la fece cadere dalla sedia. E con un rumore secco si alzò dalla sua… la prese per i capelli,la schiaffeggiò ripetutamente e cominciò ad inveire con parolacce e minacce <> le urlò così forte nelle orecchie che lei deve essersi sentita i timpani andare in frantumi.
Di peso la sollevò e trascinandola in camera da letto, continuò ad urlare la sua rabbia.
Sapeva già come sarebbe andata a finire e decise che tapparsi le orecchie stavolta non sarebbe bastato…
Le urla l’avrebbero perseguitata ancora la notte e lei non riusciva più a distinguere gli incubi dalla realtà.
Si alzò dal letto e si mise dietro la porta, sperando che il cattivo si accontentasse di aver interrotto la cena.
Origliò, qualche minuto di silenzio e sobbalzò all’urlo di lui <> ormai s’era spinta oltre,stava spiando attraverso la porta socchiusa.
Lui la prese per i capelli e sbottonandosi i pantaloni la costrinse ad aprire la bocca.. Incurante delle lacrime di lei continuò a martellarle la gola. Quando ne ebbe abbastanza le strappò i pochi vestiti di dosso ed entrò in lei come una furia continuando a dirle <>.
Fino che non diventò un flebile sussurro.
Poi finì.
Cadde nel sonno. Lei se lo scrollò di dosso,aveva finito le lacrime. Si diresse in bagno e si lavò di dosso quello schifo…
Tania portò la sua Barby e la sua bambina fuori dalla casa delle bambole e disse loro <>
Marta guardò sua figlia dalla fessura della sua cameretta… la guardò mettere in scena la sua vita e si disse che no, non dormiva Tania quando succedeva questo.