Gocce di piano e carezze d’archi (a mia madre) di Oliviero Angelo Fuina

Gocce di piano e carezze d’archi
sotto la pelle, vicino al cuore

parole e suoni di me bambino
sotto le scale di una canzone;

gocce di note sulle mie guance
dentro i riflessi della mia casa

ricca di tante povere cose
della tua mano sulla mia testa,

dei tuoi sorrisi ai miei pensieri
di quel profumo sulla tua pelle

delle impazienze senza ritorno,
mesto tuo sguardo al vecchio tiranno,

che gli anni miei lontano spingeva
dalle carezze mai più trovate.

Gocce di sale scendono dense
di vita sapida senza di te.

Sono io il grande e tu la bimba
che nei miei gesti cerca il fanciullo

perso fra scale fatte di fretta,
per quel bisogno di essere altrove

tanto lontano dalle mie risa
troppo distante dalla tua mano.