Lo specchio di Anna di Anna Cibotti

Il mio specchio e tridimensionale.
Si, tridimensionale in verticale.
Infatti è composto da tre parti divise da una sottile striscia di legno concava che mi serve come pomello per aprire gli scomparti del mobiletto che uso come scarpiera.
E’ accanto alla mia grande e fornita libreria, proprio di fronte al letto.
L’immagine che mi riflette è quindi divisa in tre parti.
L’effetto è positivo perché mi allunga leggermente la figura e quando voglio vedere un particolare, mi abbasso o mi alzo facendo così anche un po’ di ginnastica.
Non amo gli specchi.
Ne faccio l’uso necessario alla mia decenza.
Quello che ho nella stanza da letto è l’unico che mi riflette intera e a me basta.
Mi è stato regalato quando ho cambiato casa e non trovando posto altrove, l’ho collocato dove è più funzionale alle mie necessità.
Lui mi vede anche quando non lo guardo; sta lì e vede tutto.
Mi fa compagnia.
E’ uno specchio amico, non finge con me.
E’ esattamente quello che io sono.
Può esserci un amico più sincero e spietato nella sua trasparenza?
Mentre lo guardo stasera mi dice che sono bella.
Lo sono perché dal mio viso traspare la certezza di una ben più importante bellezza interiore.