Un segno indelebile di Anna Cibotti

Appena pochi anni dopo la fine della guerra, nel collegio dove stavo assieme ad altre bambine orfane come me, c’era una situazione a dir poco precaria.
Le suore, nonostante gli aiuti, non riuscivano a provvedere in modo adeguato alle nostre esigenze materiali e la scarsità del cibo unita alla mancanza degli affetti familiari, resero la nostra infanzia il momento più difficile della nostra vita.
Il giorno di Natale una famiglia del paese ospitava una di noi per quella giornata di festa e quello è rimasto per me il ricordo più importante e significativo.
Mi capitò una coppia giovane con un figlio della mia età; cinque anni.
La loro casa era bella, spaziosa e accogliente.
L’ abete addobbato e luccicante era così alto che per vederne la punta dovevo alzare completamente la testa.
Era posto in un angolo della sala dove c’era la tavola apparecchiata con una bella tovaglia rossa.
Fu il mio primo pranzo completo di ogni ben di Dio.
Mi sentii a casa, felice.
Passai delle ore serene e desiderai ardentemente che la giornata non finisse mai.
Quando arrivò il momento di ritornare dalle suore scoppiai a piangere.
Avrei voluto restare li’ per sempre.
Mi ritrovai invece al portone del collegio con un sacchetto pieno di mandarini e castagne secche.
Fu tutto quello che mi rimase di quella giornata.
Sentii un senso di abbandono e di perdita, quando mi salutarono.
Nei giorni che seguirono sperai che da un momento all’altro mi chiamassero per dirmi che mi erano venuti a prendere per portarmi a casa con loro.
Ma i sogni restano tali.
Li rividi ogni Natale per altri quattro anni ed ogni volta il distacco fu tristissimo.
Il loro figlio morì.
Saltò in aria pestando un residuo bellico, al fiume, mentre giocava con altri bambini.
Aveva nove anni.
Quel Natale prima della disgrazia fu l’ultimo che passai con loro.
Un ricordo incancellabile, una scuola di vita.
Imparai a desiderare solo le cose possibili e lottare per averle.
Ai sogni ho dato poco spazio e agli amori non ho permesso di farmi soffrire.
Gli ho voluti e lasciati sempre quando l’ho voluto io.
Ogni anno da allora il giorno di Natale è il più bello e il più triste dell’anno.
Quando si fa’ sera provo intensamente ancora quel senso di perdita e di solitudine che il tempo non è riuscito a cancellare.