Un segreto di Ronnie Corbo

I loro sguardi si incrociarono soltanto quella sera in quel ristorante. Lei col suo fidanzato e lui con sua moglie, ma il pomeriggio prima non fu così. Non si sarebbero dimenticati così facilmente del loro incontro nel parcheggio sotterraneo del centro commerciale dove avevano parcheggiato vicino nell’angolo più buio e isolato. Lei aveva appena riposto le borse con gli abitini nuovi sui sedili posteriori quando girandosi si accorse di lui che la fissava incantato con un gomito appoggiato alla capote della sua Mercedes. La cosa non la sorprese, sapeva di fare quell’effetto agli uomini,sapeva di essere tremendamente bella e ciò la riempiva di gioia. Le veniva voglia di concedersi a tutti quelli che la guardavano in quel modo come per riconoscenza, adorava essere ammirata più di ogni altra cosa al mondo. Lui la fissava anche se lei gli si era messa dritta davanti, non aveva vergogna di essere stato scoperto oppure era davvero incantato dalla vista del suo corpo perfetto. La giovane fece scivolare una mano lungo il suo ventre piatto fino alle cosce poi si fermò per un istante mentre inarcando le dita prese il bordo della minigonna a ventaglio e lentamente se la sollevò fino a mostrare all’uomo le sue cosce bianche e carnose, di burro. Ora solo le mutandine di pizzo rosa separavano la sua fica da lui. Fece quattro passi e sollevandosi in punta di piedi lo baciò dolcemente sulle sue labbra immobili. Poi gli sussurrò “Cosa ne dici, ti va?” La sua vocina ebbe un effetto ipnotico su di lui che rispose quasi come un automa “Sì”. In un attimo furono sulla spaziosa Mercedes, i sedili buttati giù con violenza e i loro corpi stretti nella morsa della passione. La ragazza non aveva perso tempo e affondando una sua manina nei pantaloni aveva trovato quello che si aspettava, un grosso cazzo già duro e pulsante di desiderio, poteva sentirne anche le vene rigonfie di sangue bollente. Lui le aveva tolto le mutandine con due dita, come se non avessero alcuna consistenza al confronto delle sue grandi mani muscolose, e le stava massaggiando la fica con movimenti circolari. Poteva già sentire la calda umidità sulle dita tra quelle cosce bianche di una giovane fanciulla che avrebbe potuto essere sua figlia. Ma non lo era. I respiri si facevano più affannati e mentre lui si stava facendo largo con le dita nelle labbra arrossate e calde lei gli strinse con forza il cazzo e, con una sicurezza che mai nemmeno sua moglie aveva mai avuto, disse “Ora diamoci un taglio” e aggrappandosi a lui con un solo braccio usò la mano libera per infilarsi dentro il suo membro con una tale decisione da sembrare una donna di almeno quindici anni più grande. Gemette solo un po’ quando quel grosso pezzo di carne la riempì, poi gli si strinse come un serpente al torace e lo accolse in sé per tutta la sua lunghezza. L’uomo le sbottonò istericamente la camicetta e succhiò avidamente da quel petto giovane e bianco come la luna, le stelle e tutto quanto di magico c’è in natura. Scoparono in quell’angolo buio di mondo senza timore di essere visti e senza alcun ritegno. L’uomo rimase stupefatto solo quando lei gli sussurrò di tirarlo fuori dalla fica perché aveva voglia di essere scopata anche didietro e quasi era sul punto di dire “Non esageriamo” o qualcosa del genere, come se solo in quel caso il suo senso del pudore si facesse sentire, ma poi acconsentì immediatamente quando la sentì precisare che, in caso affermativo, avrebbe potuto sborrargli nel culo. La cosa finì come la ragazzina si era prefissata e il cinquantenne si sentì un miracolato. Sapeva che mai più in vita sua gli sarebbe capitata una cosa del genere e proprio per questo era infinitamente grato alla sorte e a quell’angelo trovato per caso in uno squallido parcheggio.
Furono attimi senza tempo per l’uomo. Per lei forse non era la prima volta e di sicuro neanche l’ultima. Erano due mondi lontani entrati in un piacevole conflitto, due generazioni con niente in comune se non il fatto di vivere sullo stesso pianeta e di cenare allo stesso ristorante.
“C’è qualcosa che non va caro?” gli chiese la moglie vedendolo assorto nei suoi pensieri, “No tesoro, va tutto bene…tutto bene”.