Improvviso di Alessia Cutrufo

Il mio corpo disteso sui cuscini rossi di uno scricchiolante divano, una musica dolce di sottofondo, nell’aria l’odore intenso delle ore appena trascorse. I suoi passi leggeri, accompagnati dall’aroma caldo del caffè appena preparato. Il suo sorriso che si avvicina, avido ancora di noi.
Quella notte era nata così, come il bisogno astratto ma potente di svestirci dei panni del consueto vivendo di battiti. Un incontro casuale, una birra tra amici in un pub in cui il fumo delle sigarette faceva ancora da padrone sull’intenso odore di birra e di frittura. I bicchieri erano intarsiati di minuscole goccioline, giocavo con un dito a farle incontrare, forse sperando che spezzassero il silenzio. Poi, la sua voce…Alzai gli occhi, pronunciò solo il mio nome,nient’altro, in quel breve istante in cui gli sguardi si toccarono forse per la prima volta, era racchiuso quello scioccante uragano che ci avrebbe di lì a poco travolti.
La nostra mente si liberò…non ricordo nemmeno come, ma le sedie si avvicinarono e io per la prima volta in quella serata rimasi senza respiro. Il calore delle sue labbra salì potente sul mio viso, ricordo il suo sapore mentre cercava con la sua di trovare la mia lingua …Le loro danze si portarono presto alle nostre mani… si cercavano, si trovavano, per poi perdersi di nuovo …
Ansimanti ci fermammo, forse per un istante capimmo che l’uomo al tavolo vicino ci stava guardando sorridendo.
Mi sentii tirare, presi veloce la borsa…non avrei mai immaginato che potesse avere tanta forza e che il desiderio poteva portarci a correre per strada, continuando a cercarci con le labbra.
…le mie mani tremavano nelle sue…
Salimmo di corsa le scale del mio hotel, di quelli più simili a vecchie case d’incontri, con la moquette che raccontava di rapporti di pelle e di respiri interrotti, e la carta da parati che sembrava voler scoprire un muro vivo.
Sentivo il suo calore sulla pelle, il suo petto si muoveva sempre più velocemente finchè non arrivammo a quel freddo letto dalle lenzuola blu…
Conosceva me, le mie paure, la mia storia…mi prese per mano e mi accompagnò su quel letto…mi baciò iniziando a spogliarmi dolcemente ma con la passione di un uomo che mai avevo visto prima. In quel momento il tempo e lo spazio dilatarono, i nostri corpi si desideravano, si volevano e noi non potevamo far altro che accontentarli. Furono ore in cui il piacere raggiunse più volte l’apice, i nostri corpi si fusero, le nostre mani scoprirono angoli inesplorati, i nostri respiri inebriarono l’aria…
Più volte crollammo sfiniti sui morbidi cuscini, fissandoci, in silenzio, baciandoci dolcemente per far rallentare i battiti….più volte le sue mani e la sua bocca mi condussero in luoghi lontani facendomi gridare…Le nostre fantasie si fondevano, compenetravano pianeti che mai avremmo pensato di esplorare…Uniti come se la paura più forte fosse perdere anche un solo istante di quella strana alchimia.
Era un poeta, quella notte scrivemmo insieme, nudi, dopo aver fatto l’amore…Mi porse la tazzina, fuori albeggiava… tra le mani il foglio con la nostra poesia, mi abbracciò da dietro … Sapevamo che mai più avremmo vissuto quella notte …Sorridemmo nell’ultimo bacio…per fermare il sapore di un amore destinato a rimanere inchiostro sul foglio bianco ….