Mancavano due giorni a Natale e un vento sferzante dal Nord portava un freddo polare su tutta la penisola. Tra parentesi, io a dire la verità non sono mai stato ai Poli ma immagino che ci sia molto più freddo rispetto al centro Italia. Sono i telegiornali che parlano sempre di freddo polare d’inverno e caldo tropicale d’estate. Evidentemente le iperboli vendono bene. Fine della parentesi.
Era veramente freddo ma le previsioni avevano escluso categoricamente che la neve che aveva imbiancato gli appennini sarebbe scesa a bassa quota. Ciò nonostante nevicava, o meglio, il vento si divertiva a far ruzzolare i fiocchi di neve. Stavo tornando a casa quando la spia del carburante iniziò a lampeggiare, fu per questo che svoltai verso il distributore. Il benzinaio non c’era, non so se fosse già passata l’ora di chiusura oppure se semplicemente avesse deciso di anticiparla. Utilizzai il self-service e per una volta riuscii a non farmi mangiare la banconota dalla macchinetta. Risalii in macchina e accesi i fari.
Fu allora che vide il mio pianoforte. “Io da ragazza suonavo e cantavo” disse con un sorriso misto a malinconia. È passato così tanto tempo. Il mio sogno era interpretare la Carmen, non sai quante volte mi sono immaginata un teatro gremito tutto per me. E guarda come sono finita…” Una lacrima le solcò il viso. “Ah, vedo che parli italiano molto bene… se vuoi possiamo cantare qualcosa insieme” proposi. “No, no, portami via…” Si diresse verso la porta e forse riaccompagnarla era la cosa giusta da fare ma non sempre si segue la ragione e si fa ciò che è giusto. Mi sedetti al pianoforte e cominciai a picchiare i tasti, cercando di suonare Habanera, l’aria di Carmen. Erano anni che non la suonavo ma le note vennero da sé, sotto le mia dita, come per magia, all’improvviso. Ma una magia, molto più grande, un miracolo, fatemi dire, stava per sorprendermi. Come il canto di un usignolo, la voce di Natalija si librò in alto a ricordarci che l’amore è un uccello ribelle che nessuno può domare.
Mancavano due giorni a Natale e due perfetti sconosciuti in un attimo di follia si sorpresero a fermare il tempo e a lasciare fuori la vita e a cantare follemente una vecchia aria in una notte di neve sbagliata.
Non l’ho più rivista.
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