Lassù nell’infinito di Anna Cibotti

Mister Jonny, era un ometto insignificante perennemente inquieto che palesava il suo malessere girando continuamente i suoi occhietti neri in cerca di qualcuno che gli prestasse un minimo d’attenzione.
Lo chiamavano così gli operai, dei quali era caposquadra, della fabbrica in cui lavorava da tempo.
Il suo vero nome lo conoscevano i pochi.
Ma sapeva l’inglese sfoggiandone la conoscenza tra le risatine sommesse dei colleghi.
Avrebbe voluto lavorare nei piani superiori.
Lassù dove gli impiegati e la direzione guardavano tutti dall’alto in basso.
La sua carriera non aveva fatto progressi e la sua frustrazione crebbe a dismisura.
Quella sera decise di fare una cosa che progettava da tempo. Attese che tutto il personale lasciasse la fabbrica, ben nascosto dietro una pila di scatoloni, e quando il silenzio fu totale, si avviò verso l’ascensore; sarebbe salito negli uffici per provare almeno una volta la sensazione di essere importante.
zzzzzz…Quel lieve ronzio appena percettibile che accompagnava il movimento della cabina, gli sembrò musica rispetto allo sferragliare del montacarichi che usava da sempre. Pensò che non avrebbe fatto tappa al primo e al secondo piano. No, avrebbe raggiunto l’ultimo e lì, avrebbe visitato l’ufficio della Direzione. Aveva tutto la notte per goderne l’agio e l’eleganza che immaginava ci fosse!
Saliva…saliva…saliva; lento e inesorabile. Sempre più in alto.
Fuori dal grattacielo.
Ancora più su.
Rimase così sospeso nell’aria sospinto da un vento leggero che lo faceva dondolare paurosamente.
Il ronzio era cessato.
Attese che la cabina si aprisse anche se quello strano movimento ondulatorio lo insospettiva.
Rimase in balia della sua paura fissando quelle porte chiuse e i tasti non più illuminati.
Il sudore freddo che gli colava nella schiena, aveva bagnato anche la fronte e le mani chiuse a pugno.
“Premi il pulsante”…una vocina gli sussurrò all’orecchio.
Dentro quel box d’acciaio, cominciò a mancargli l’aria e si decise.
Spinse il tasto rosso col dito tremante.
L’ascensore si aprì e fu proiettato fuori come un missile.
Quello che vide fu magnifico!
Sempre più grande, sempre più vicino!
Miste Jonny riposa nel vecchio cimitero dietro la ferrovia.
Ma qualcosa di lui lassù è rimasto.
In alto, molto in alto come voleva lui.
Il suo spirito.
Asceso purtroppo dopo un corpo che non l’aveva considerato.