Vuoto a perdere
Emma fumava nervosamente, la sigaretta pressata tra le dita, il filtro umido e colloso sporco di rossetto. La strada era deserta, non una macchina, non un lampo in lontananza, solo il crepitio del fuoco acceso in un vecchio barattolo arrugginito. Le altre, poco distanti da lei, barcollavano sul selciato, tentando di riscaldarsi un po’, e allo stesso tempo si tenevano pronte, qualora un cliente avesse solcato quella via alla ricerca di una compagnia per la notte che non avesse troppe pretese. Quattordici anni appena compiuti, la gonna troppo corta e le maniche lunghe della maglietta per nascondere le cicatrici che percorrevano le sue braccia: neppure il trucco e i vestiti provocanti potevano mascherare quei lineamenti delicati da bambina, quel corpo ancora acerbo, i seni appena accennati; la breve esistenza già così duramente segnata, unidirezionale, senz’altra via d’uscita se non la morte stessa; un vuoto a perdere, una bottiglia di vino novello che altri avevano già tracannato e prosciugato, rubando l’essenza stessa della vita a chi ancora la vita non l’aveva neppure vissuta. Una luce in lontananza rischiarò il buio. Due fari, come due occhi predatori, illuminavano i visi scarni, le orbite vuote, quelle gambe magre che a malapena si reggevano in piedi. Il cliente avrebbe fatto la sua scelta, avrebbe comprato il loro corpo ancora per una notte, si sarebbe cibato ancora una volta di quelle bambine dall’innocenza spezzata. La macchina si fermò davanti a Emma. La ragazzina si sentì percorrere da un brivido, mentre lo sportello si apriva, e un sessantenne affabile, dai modi signorili, la invitava a salire. Forse era il freddo, o forse la rota che cominciava a farsi sentire. Alle sue spalle, il magnaccia approvava la scelta del cliente, pregustando già l’odore delle banconote fruscianti che la trattativa avrebbe fruttato. Emma si sporse in avanti e con movimenti goffi riuscì a entrare nell’abitacolo. L’uomo sorrise, le accarezzò una coscia. La sua mano era così ruvida, sentiva la pelle bruciarle sotto quel contatto. Lei chiuse lo sportello e si raggomitolò sul sedile. Senza parlare raggiunsero un luogo appartato di fronte alla spiaggia. La ragazzina lo conosceva bene, c’erano venuti altre volte. Era lo stesso luogo nel quale era stata violentata la prima volta. Allora aveva opposto resistenza, aveva perfino urlato, fino a perdere la voce, ma nessuno era venuto a salvarla. In seguito aveva capito che non ne valeva la pena. Era in una terra straniera, venduta al miglior offerente per poche migliaia di euro da chi l’avrebbe dovuta proteggere. Nessuno la stava cercando, nessuno l’avrebbe riportata a casa.
Un testo crudo come una pugnalata nel petto, una denuncia appassionata. Brava!
Voto questo testo.
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Scritto che merita un premio per le emozioni che ho quasi potuto toccare con mano. Descrivi perfettamente gli stati emozionali e quelle piccole lucciole quasi senza età te le figuri davanti agli occhi, con l’espressione triste di chi ancora non ha assaporato la vita. Brava.
il tuo commento vale più di mille premi Allie, ti ringrazio infinitamente, leggere queste parole mi fa sentire vincitrice assoluta, credo che ogni scrittore brami in fondo suscitare questo tipo di emozioni più di ogni altra cosa…
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grazie davvero 🙂
io voto questo racconto. bellissimo e tristissimo.
ti ringrazio infinitamente peperita…
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ti ringrazio chiara
voto questo testo!
grazie betta
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grazie anna
Voto questo testo. Terribile. E non si denuncia mai abbastanza.
il tuo commento mi onora irma, questi temi come sai mi sono davvero cari ,dar voce a chi non ce l ha più significa fare in modo che non ci si possa mai dimenticare di queste vittime senza nome né futuro
l’hai fatto egregiamente 🙂
🙂
Voto questo testo, crudo, veritiero e descritto magnificamente
troppo buona cara angela… sono felice che ti sia piaciuto
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ti voglio bene sAbri !!!
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grazie giusy di cuore
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🙂
Cose, purtroppo, reali… triste, ma bello. Voto questo testo.
francesca grazie di cuore
Voto questo testo.
ti ringrazio stella
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:-)grazie simo
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grazie domenico
voto questo testo
🙂
Voto questo testo, amaro ma purtroppo molto realistico.
grazie per il tuo commento mara
Ringrazio fin d’ora chiunque voglia votare il mio testo.
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