Incubo di uno spazio eterno
Una stanza, un pavimento lucido, nessuna sedia, un paio di quadri su un’unica parete, quella alla mia destra. Uno dei due dondola leggero, a sostenerlo l’impercettibile forza di un unico chiodo piegato su se stesso. Non riesco a distinguerne il soggetto, ma soltanto il bordo della cornice logorata dal tempo. Alcuni pezzi di vetro sparsi sull’antro della porta d’ingresso. E poi lui, il vuoto, l’angoscia profonda che sale sui miei piedi affaticati. Ho appena ricevuto uno schiaffo dalla vita, di quelli da cui non ti rialzi, di quelli che a sfiorarti la pelle ancora brucia, di quelli che non ti scordi. Quel cumulo di schegge per terra forse domani o dopo domani diventerà polvere. Il silenzio fluttua tra i riflessi della luna, attraverso la finestra. I tagli sono sotto la pelle, stroncano l’indifferenza che mi hai lasciato. Mi sento vuota, come una latta, presa a calci per strada, rotolo in questa bolla di solitudine. Questa volta non l’ho cercata, è arrivata come quando arriva qualcosa che non ti aspetti e ti mette in ginocchio. Non sono andata a vendere l’anima eppure, non sento più di possederne una. Chi ha portato via i miei ricordi, le mie fotografie? Questo vuoto nefasto desidera essere rabboccato, ed io lo accontento, non ho più nulla. Persino le mani si è preso, i piedi sono feriti da un camminare lento e pericoloso, che ora si è fermato del tutto. Sui dipinti non vi sono ali, non compare il cielo, non brillano stelle, il vuoto tuona nel cuore di questa notte. Appoggio il mio sguardo sull’unica tela ancora integra, contiene quello scritto. Quelle parole sono state dure, una accanto all’altra, hanno distrutto tutto. Sul quel pezzo di carta, con quella penna senza tappo, che pareva non servire più a niente, hai scritto tutta la tua lontananza. Adesso sono sola, il vuoto riempie questa stanza di foglie secche, trattiene il mio sguardo su questo soffitto. La lampadina appesa a un filo elettrico di fortuna si accende ad intermittenza, ed io resto convinta di non volere un’esistenza diversa. Io desidero che questo spazio fatto di nulla ti raggiunga, si annidi nel disordine della tua scrivania, sui muri della tua casa nuova, piena di cose solo tue e di qualcun altro, non più mie, nei vicoli delle tue scorciatoie mentre corri da lei, tra le luci spente a farti conoscere il deserto e il miraggio di un sorso d’acqua. Ed io riderò alle tue spalle, mentre sentirai il brusio del mio respiro. Intanto vivo l’incubo di questi spazi eterni, l’impotenza di questi maledetti angoli di cui sono ormai l’unica padrona.
Come si fa a scrivere così bene? Mi è piaciuto proprio tanto. Voto per questo scritto
Ma grazie Nicole,sono felice di averti comunicato il mio incubo di spazio eterno… per me è molto importante questo pezzo.
Splendido. Un pezzo davvero coinvolgente, brava. Voto!
Grazie Franco sono felice di averti coinvolto nel mio intento di comunicare il vuoto
Mi paice. Voto questo testo
Grazie Elisabetta 🙂
Voto questo testo. Intenso, molto intenso!
Grazie Irma 🙂
Voto questo testo
Grazie Andrea! 🙂
voto
Grazie Anna!:-)
Voto questo testo.
Bella!
Grazie Anna Maria:-)
voto questo testo
Grazie Maena 🙂
voto questo testo
Grazie Escluso:-)
complimenti, mi ha trasmesso in pieno la sensazione del vuoto!!!
voto questo testo
Grazie GIgi:-)
Una separazione insieme alla devastazione interiore, magistralmente narrate. Brava, brava, brava. Voto questo testo.
Grazie Luisa, sei riuscita a cogliere il mio intento. Ne sono felice, perchè leggere tra le righe dell’anima di qualcun altro non è affatto scontato.:-)
Voto questo testo. Malinconico ma bello
Grazie Stella 🙂
Trasmette nettamente l’atmosfera e le sensazioni. Voto questo testo.
Grazie Francesca, purtroppo con le parole risulta difficile esprimere uno stato d’animo, sono felice di averti trasmesso il mio vuoto colmo di intenzioni 🙂
lo voto
Grazie Claudia 🙂
voto questo testo
grazie Maruska 🙂