Volo IH 870 di Antonella Di Leonardo

Volo IH 870

Tema: un urlo in mezzo al mare

Autore: Antonella Di Leonardo

immagine tratta da pixabay

Testo fuori gara

Abbiamo lasciato la mamma in ospedale. Non avremmo voluto, ma dobbiamo tornare a casa. Federico e papà stanno rientrando in treno. Un’ansia inspiegabile ha preso mio fratello al pensiero di prendere l’aereo e non c’è stato modo di farlo calmare. Papà ha pensato di non forzarlo e hanno prenotato una cabina sul vagone letto.
Il volo è in ritardo, quasi due ore, ma ora stiamo decollando. Sono le 20.08.

Giacomo seduto accanto a me è silenzioso. Lo capisco. È preoccupato per la mamma. Cerco di rassicurarlo. Gli dico che andrà tutto bene e che torneremo presto a trovarla.
Sembra che si stia rilassando, mi sorride.
Sono le 20.30, tra 40 minuti arriveremo a Palermo.

L’hostess si avvicina spingendo il carrello delle bevande. Giacomo chiede una Coca cola. Io non ho sete e declino gentilmente l’offerta. Sono le 20.57.
Continuo a guardare l’orologio.

Sono le 20.59. Ho una strana sensazione, mi pare che stia succedendo qualcosa.
L’aereo si apre come una scatoletta. Afferro Giacomo per un braccio, ma mi sfugge. Veniamo risucchiati fuori dall’aereo. Respirare è difficile. Ho capito che non sopravviverò, è questione di secondi, ma i secondi sembrano eterni. Chiamo mio fratello, vorrei abbracciarlo, dirgli che è tutto a posto.

Il mio corpo volteggia nell’aria, quasi fosse senza peso. Mi sento leggera come una piuma. Mi guardo intorno. È strano, ma ci vedo benissimo. Nonostante il buio distinguo ogni particolare. Un aereo si allontana, non me ne intendo molto, ma è un aereo militare. Dietro ce ne sono altri. Magari daranno l’allarme, magari per miracolo sopravviveremo e verranno a cercarci.

Vedo chiaramente altri passeggeri e una hostess. Anche loro sembrano volteggiare nell’aria rarefatta e fredda.
Lentamente planiamo verso il mare nero come la pece, buio come la notte più scura.
Quanto ci vorrà per raggiungerlo? L’impatto sarà tremendo e l’acqua sembrerà dura come roccia.

Allora moriremo? Forse qualcuno si salverà. Spero che almeno Giacomo sia tra questi.
Ora sono vicinissima all’acqua, riesco a distinguerne ogni increspatura, quasi ogni goccia. Quanto sarà profondo in questa zona 2000, 3000 metri?

Se sopravvivo all’impatto dovrò cercare di ritornare a galla. Posso farcela.
Un urlo straziante interrompe i miei pensieri. Poi il buio mi avvolge e mi stringe come in un abbraccio.
Un freddo abbraccio.

In memoria di A.P. scomparsa col fratello nella strage di Ustica.

3 Risposte a “Volo IH 870 di Antonella Di Leonardo”

  1. Un racconto che ti prende dentro e ti avvolge. Sai come trascinare il lettore nella storia, Sei davvero brava

  2. Emozionante, ti prende alla gola.
    Diverso dal solito ma in poche righe fa vivere una vita!
    Bravissima!

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