Sono come un sogno di Irma Panova Maino

Sono come un sogno

Tema: L’amante immaginario

Autore: Irma Panova Maino

immagine tratta da pixabay

Sono stata un sogno, un qualcosa di inatteso, capitato per caso. Sono stata la voce che ha sorretto i tuoi umori, le tue solitudini e la mano che, idealmente, si è allungata verso di te, in una carezza lenta.

Sono stata il tuo dolore, i tuoi pianti, il tuo animo insoddisfatto e inquieto, portando parte del tuo peso. Silente e pronta ad accogliere ogni tuo capriccio, ogni tuo rifiuto, il tuo silenzio e le omissioni. Sapevo ciò che eri e l’eredità che portavi, quella che, alla fine, hai lasciato nella tua impronta abbandonata.

Non rinnego nulla, non rimpiango nulla, nemmeno l’eterea evanescenza di ciò che sono. È il mio ruolo, il mio destino. Ma l’alba doveva giungere prima o poi, doveva arrivare il momento in cui, asciugando l’ultima lacrima, mi sarei accorta del sorgere del giorno.

E tu non eri con me in quell’attimo, non hai nemmeno potuto assistere al lento spegnersi di quella piccola fiamma che aveva alimentato il mio esistere in questo tempo. Non c’eri e i raggi della luce hanno rischiarato le ombre, portandomi nella tenebra da cui ero giunta, immutata nel tempo, resa muta dal tuo silenzio.

Sono stata un sogno, un’illusione che, per un momento, ho creduto di poter raggirare. Ho creduto in quel “noi” che aleggiava sempre nell’aria, che passava da una parte all’altra delle nostre comunicazioni, come se fosse stato reale.

Ma sono davvero solo un sogno, che tale deve restare prima di trasformarsi in un incubo di sofferenza e pena. Prima di iniziare a marcire con scuse futili, giustificazioni cucite su misura e cose non dette per timore di svelare ancora la propria natura.

Tu eri ciò che eri, mai ti avrei voluto cambiare o cercato di renderti diverso per adattarti ai miei desideri. Non ti ho chiesto di mentire o di portarmi in palmo di mano. Non ti ho chiesto promesse né il tuo tempo per aiutarmi a mantenere intatto il nirvana che avevamo. Non ti ho chiesto niente, nemmeno la tua presenza né l’impegno momentaneo di lasciarmi stare al tuo fianco, almeno per una volta.

Ma ho sognato anch’io e nelle mie nebbie oniriche ho sperato, ho creduto… ho immaginato scenari che hanno finito per disintegrarsi in quest’alba dorata, trafitti da un giorno impietoso, e come schegge hanno riaperto ferite e fatto sanguinare un animo già distrutto.

Dunque, lascia che io resti quel ricordo di una notte di inizio primavera. Lascia che io trovi dimora nelle cose perdute e dimenticate, come antiche bambole di pezza racchiuse in ripostigli polverosi. Prima o poi, qualcuno arriverà a buttarle via.

Lascia che sia la tempesta a trascinarmi lontano, verso altri lidi, altre spiagge, altri animi inquieti… altri paralleli onirici pronti a farmi svanire di nuovo, almeno fino a quando troverò qualcuno che, in una qualsiasi alba, sarà pronto ad afferrarmi e riportarmi indietro, dando finalmente consistenza al mio animo.

Sono svanita in questo giorno infausto, lentamente, pezzo per pezzo, ogni muscolo, osso o fibra si sono sciolti alla luce, lasciando solo un vago contorno di ciò che ero. Me ne sono andata e nemmeno te ne sei accorto…

Ti accoglierà ora una linea vuota…

10 Risposte a “Sono come un sogno di Irma Panova Maino”

  1. Ogni volta che lo rileggo è come se fosse la prima. È un racconto poetico, mi è piaciuto molto.

  2. L’essenza di chi sei, di ciò che hai attraversato, trapela tra le ali del sogno e ti dipinge intorno un che di magico, una luce, quasi a guardarti negli occhi e sentire fremere il cuore, abbracciarti. Sei unica, non potrà esserci mai qualcuno più in alto di te, impossibile. Sei immensa.
    Lo voto eccome.

  3. Luigi grazie, davvero. Detto da una Penna come la tua, certe considerazioni sono preziose

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