Ossessione di Stella Castolo

Ossessione

Tema: fantasy

Autore: Stella Castolo

immagine tratta da Pexels

«Forza pigrona.»
Dormiva ancora, non aveva voglia di alzarsi.
«Farai tardi a scuola.»
«È presto» brontolò.
«È tardissimo Rosa!»
«Quante volte ho detto di chiamarmi Rosaneve? Lo sai, voglio assomigliare a te.»
«Va bene…ROSANEVE, alzati, io da piccola ero brava.»
La convinse.

Rosaneve, otto anni di meraviglia e intelligenza. Gli occhi grandi marroni rispecchiavano la sua dolcezza e i lunghi boccoli castani il suo animo testardo e ribelle.
Felice di essere la figlia di Biancaneve, adorava imitarla, perché anche lei voleva diventare la più amata delle favole. Se qualcuno sbagliava il suo nome si arrabbiava, lei era Rosaneve e ben presto avrebbe preso il posto della madre.
Quella era la sua ossessione.
Ogni giorno andava di fronte allo specchio e diceva: «Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?» Ma non le rispondeva mai.

Un giorno scoprì su internet che la frase sempre detta era sbagliata. Con gioia per la soluzione in tasca tornò ad interrogare lo specchio e disse:
«Prima sbagliavo, ma ora risponderai. Specchio, SERVO delle mie brame, chi è la più bella del reame?» accentuando la giusta parola.
Infatti qualcosa cambiò. Apparve una luce gialla, che diventò sempre più forte fino a divenire fuoco.
Trepidante ascoltò.
«Tu sei bella Rosaneve, ma Biancaneve è più bella di te.»
Delusa andò dalla mamma.
«Voglio sapere il segreto, dimmelo.»
«La favola non si può cambiare» le rispose.
Ma non si diede per vinta, doveva diventare “Rosaneve la nuova regina.”

La mattina seguente a scuola scelse sette compagni bassi: «Da oggi tu sarai Andrealo, tu Brunolo…» e continuando «Sergiolo, Marcolo, Enzolo, Alessiolo, Carlolo.»
I compagni non osarono contraddirla per non indispettirla. Al rientro a casa corse allo specchio sicura di una risposta diversa, ma così non fu: la mamma restava la più bella.
Infuriata le disse: «Da oggi non truccarti più il viso, riuscirò a vincere.»
Biancaneve rise a crepapelle, perché quando si arrabbiava diventava buffa, ma si dispiaceva perché sapeva che la storia non sarebbe mai potuta cambiare.

La sua ossessione però peggiorava ogni giorno di più, tanto che al rientro a casa se trovava tutto pulito scatenava il putiferio.
«HO DETTO CHE AVREI FATTO IO LE PULIZIE» urlò un giorno.
Non contenta, prese zucchero e marmellata, li versò per terra e ci camminò sopra, avendo cura di passare in tutti gli angoli della stanza. Si fermò solo quando vide le scarpe aderire bene al pavimento. Biancaneve la fulminò con gli occhi: «Cosa stai facendo?» correndo ai ripari.
«Nooo, faccio io.»
Tolse il secchio dalle mani della madre, attaccò una corda al manico, riempì l’acqua dal lavandino e poi tirò su come se avesse un pozzo di 30 metri, mentre invece c’erano i 40 centimetri più pesanti di tutta la sua vita. Lo adagiò per terra, si tolse le scarpe, si inginocchiò e pulì. Stanca e con le gambe doloranti, ma soddisfatta, dopo ore andò dal burlone per la domanda, sicura del successo. Ma lo specchio non cambiò idea.

Così passò all’ultimo tentativo, il più pericoloso, chiedendo aiuto al suo amico.
«Siamo d’accordo allora, fra un’ora a casa mia e al mio segnale intervieni» disse al telefono.
Poco dopo, arrivata l’ora andò in cucina, prese una mela, chiuse gli occhi e diede un morso.
Ma sfortunatamente non accadde nulla; scoppiava ancora di salute.
Iniziò a piangere: «Perché non muoio?» esclamò in silenzio.
Presa dalla disperazione attuò un piano cercando di prendere in giro lo specchio, buttandosi per terra e fingendosi morta.
«Sto per svenire, sto morendo.»
Nulla.
«MUOIOOOO!!!» urlò.
Di colpo si spalancò la porta ed entrò Cucciolo.
«Arrivooo.» precipitandosi e baciandole la guancia.
La bella si alzò di scatto, corse dal furfante e disse: «Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?»
Gli occhi di Rosaneve si spalancarono di gioia quando vide le fiamme.
Ma ci fu silenzio.
Sogghignò: «Ti ho fregato.»
Poi bramosa finalmente di vittoria iniziò ad urlare:
«HO DETTO SPECCHIO, SERVO DELLE MIE BRAME, CHI È LA PIU’ BELLA DEL REAME? RISPONDI, NON HAI SCAMPO.»
Nulla.
«SPECCHIO SERVO DELLE MIE BRAME, TI SPACCO LA FIAMMA, DIMMI, CHI È LA PIU’ BELLA DEL REAME?»
Nulla.
«NON VUOI PARLARE? E NO BELLO MIO, ADESSO DICI CHE SONO IO LA PIU’ BELLA.»
Qualcosa cambiò; le fiamme diventarono più chiare fino a rivelare il viso di una persona.
Sorridente e fiera alzò le braccia vincente.
«Tu sei bella Rosaneve, ma con la versione S12 Mary Poppins è più bella di te.»
Quella voce le spense il sorriso.
La persona riflessa non era lei e nemmeno la madre.

Freddo. E non perché scomparvero le fiamme dallo specchio, ma perché in quel momento raggelò. Tutto il suo lavoro andò perso. Non sapeva se piangere, mentre Biancaneve la guardava affranta. Lentamente si avvicinò alla madre, che pur dispiaciuta per sua figlia, fu comunque felice perché l’ossessione della sua bambina ebbe fine, finalmente libera avrebbe vissuto con sogni e desideri comuni.
L’abbracciò teneramente e Rosaneve ricambiò il gesto con affetto.
«Mamma…»
«Dimmi tesoro… quello che vuoi, sono qui.»
Rosaneve la guardò e con occhi interrogatori le disse:
«HAI ANCORA QUELLA VECCHIA BORSA GRANDE?»

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