Nel mezzo, L’Altro di Anna Ciraci

Nel mezzo, L’Altro di Anna Ciraci

Tema: Lei, Lui; l’altro

Lei era seduta di fronte a un boccale di birra ormai semi vuoto circuendolo con le sue dita lunghe e affilate, eleganti.
I suoi occhi tristi si perdevano nel vuoto che l’avvolgeva.
Lui, proprietario del locale, le si avvicinò dolcemente e le chiese se tutto andasse bene, Lei sobbalzò al suono di quelle parole, sembrava quasi precipitare da un altro mondo, sospeso a mezz’aria e senza paracadute.
I loro sguardi si incrociarono e l’universo prese forma, si percepirono nell’aria le scintille e quella morsa fin dentro lo stomaco, quella che ti prende ogni volta che ti passa accanto e ti toglie il respiro, eppure si limitò a sorridergli come se nulla fosse rispondendo alla sua domanda:
“In realtà mi sono ricordata che non mangio nulla da stamattina e ora sono un po’ sbronza, sto aspettando che smetta di girarmi la testa.”
Stupenda pensò Lui, già rapito e perso dall’immenso dei suoi occhi: “Dovresti ordinare qualcosa da mangiare, così di sicuro la fermi meglio… la testa, intendo.”
“In effetti sarebbe il caso ma, sono letteralmente scappata di casa e non mi bastano i soldi, quindi resterò qui in attesa di riprendermi.”
Lui sparì per qualche minuto e quando tornò le porse un bel cestino pieno zeppo di stuzzichini, aggiungendo soltanto: “Questi li offro io”, poi sparì di nuovo.
Iniziò tutto da qui: una passione irrefrenabile, fatta di frangenti rubati tra un tavolo e l’altro, appuntamenti clandestini nella saletta privata, e nessuno dei due che riusciva a staccarsi dall’altro, come fossero una cosa soltanto, eppure tutto restava consumato dentro l’orario di lavoro, ogni sera.
Lui, però, voleva di più e deciso le chiese un vero appuntamento nel suo giorno di riposo, voleva uscire a cena, fare una passeggiata nel parco, tutte quelle cose normali da coppie insomma e Lei finalmente accettò.
Chiacchierarono per tutto il tempo del più e del meno e si scoprirono essere talmente affini che non poterono far altro che concludere la serata a casa di Lei.
Di nuovo travolti dalla passione che li univa, si ritrovarono nel suo letto in un batter d’occhio, troppo coinvolti per accorgersi della presenza di quello sguardo attento e torvo che li osservava dal corridoio, statuario davanti alla porta, insistente, seduto sulla cassettiera, anche quando ebbero finito e si addormentarono stanchi.
Era L’Altro, che salì sul letto guardingo, graffiò la coperta per svegliare Lei:
“Ciao Micio!” gli disse, sollevando il braccio e facendolo stendere finalmente a godersi il suo caldo abbraccio, com’era abituato a fare ogni sera, nel mezzo.

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