Mano nella mano di Morris Maggini

Mano nella mano

Tema: Scrivimi, come si cambia, un senso

Autore: Morris Maggini

immagine tratta da clipdealer.com
La sala è piena di trofei, tutti vinti grazie alla sua musica. Adelmo, 98 anni, si aggira dolcemente appoggiandosi all’inseparabile bastone in rovere. Sembra si soffermi davanti ad ognuno, forse per ricordare il momento felice della premiazione.
 
Invece no. Alla base di ogni targa, a fianco di ogni coppa, sotto ogni medaglia c’è la foto di una donna. In qualche foto la donna è sola, nella maggior parte è ritratta assieme a lui, mano nella mano. Ed è vero che si sofferma davanti ad ognuna, e per ognuna ha una lacrima da versare.
 
«Ricordi, Eleonora? Lì, sul lungomare di Cannes a festeggiare. mano nella mano. Come eravamo mano nella mano la sera prima, sul palco, quando ti ho chiamata a farmi compagnia mentre mi consegnavano il trofeo e tu inizialmente non volevi salire. Sei sempre stata schiva, Eleonora mia…»
 
Sfiora la foto con un dito, tremolante e malinconico. Eleonora non può più ricordare, se n’è andata tre giorni fa dopo un mese di ricovero ospedaliero. Nefrite, hanno detto i medici. L’altro nome della vecchiaia, pensava lui mentre ancora la teneva mano nella mano, seduto a fianco a lei, negli ultimi istanti della vita della donna. D’altronde, a 95 anni si può morire di qualsiasi cosa per i medici, ma è sempre vecchiaia per la gente qualunque.
 
«Mi hai sopportato 63 anni e adesso mi lasci solo, Amore mio» le ha sussurrato in quei momenti, quando le stringeva le mani, tanto forte da non voler permettere alla Morte di portargliela via.
 
Lei gli ha sorriso, dolcemente, come ha sempre fatto. Ed è stato l’ultimo sorriso, l’ultimo bacio dato al Suo Adelmo. Se n’è andata così, mano nella mano con l’Amore della sua Vita.
Adelmo, 98 anni, con il lieve passo che la sua età gli permette arriva al divano. Lascia andare il suo corpo ormai avvizzito e incurvato e sospira. Non ne ha più, di lacrime. Posa il bastone a fianco a sé e accende la radio, quella in stile anni 60 che Eleonora adorava.
 
“…a me basta di sapere / che mi pensi anche un minuto / perché io so accontentarmi / anche di un semplice saluto / ci vuole poco / per sentirsi più vicini…”
 
La spegne. Anche la radio sa fare male. Non ha voglia nemmeno di accendere la TV. Reclina il capo e lascia andare i ricordi. Il primo incontro con Eleonora al Conservatorio di Lucca. Appena diplomato, volle radunare gli amici e festeggiare. Vai a sapere il destino cos’aveva in mente. Porto anche mia cugina, disse il fido Renzo. E portò due occhi affascinanti, che resero la festa indimenticabile. Uscirono di lì, due ore dopo, mano nella mano. E il matrimonio, qualche anno dopo.
 
«Brillavi di una luce incantevole, Amore mio… Come si cambia, come ti cambia la vita. Siamo diventati due vecchietti terribili, assieme. Adesso, che faccio? Come posso dare un senso a questo mondo, senza di te?»
 
Ha ancora una lacrima, l’ennesima. Non fatica neanche troppo a uscire, a rigare la guancia e andare a morire sulla mano che stancamente sta andando ad asciugarla. Lascia andare il braccio sul poggiolo del divano e reclina il capo in avanti.
 
La porta finestra della sala si apre. Eleonora entra con il suo solito sorriso e si avvicina ad Adelmo. Lui la guarda, sorpreso. La donna si inginocchia davanti a lui, lo accarezza dolcemente sul volto. Gli sorride ancora, socchiudendo gli occhi. Poi si alza e allunga la mano verso di lui. Adelmo la prende e sorride a sua volta, si alza dal divano con un balzo felino come faceva ai bei tempi e assieme, mano nella mano, escono dalla porta finestra della sala.
 
No, fermi, non andiamo con loro. Noi restiamo qua. Non voglio che il corpo inerme di Adelmo, 98 anni, seduto sul divano col capo reclino e un filo di sorriso sulle labbra, resti solo. Aspettiamo che qualcuno arrivi e lo porti via. I medici lo bolleranno come infarto. D’altronde, a 98 anni si può morire di qualsiasi cosa per i medici, e per la gente qualunque è vecchiaia.
 
Per chi vive di emozioni, come me, si chiama Amore.

2 Risposte a “Mano nella mano di Morris Maggini”

  1. Anche per me, l’amore si manifesta nel bellissimo racconto che hai magnificamente narrato. Bello, toccante e vero. accompagna una vita intera, rafforzandosi di stagione n stagione. Stupendo.

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