Magiche pennellate di Renata Morbidelli

Magiche pennellate

Tema: fantasy

Autore: Renata Morbidelli

immagine tratta da Pixabay
«Ancora qualche pennellata e ci sono» si disse Diletta mentre indietreggiava di alcuni passi per osservare meglio l’effetto che faceva ciò che stava terminando di dipingere.
 
Tutto era iniziato due anni prima quando, osservando le pareti della sua camera da letto, s’era detta: «Sono troppo bianche, non mi piacciono. Devo fare qualcosa per dare carattere a questa stanza.» Pochi minuti dopo era già seduta di fronte al PC a cercare di capire come dipingere a mano libera sulle pareti di casa.
Voleva mettersi all’opera, ma prima doveva essere sicura di aver compreso bene come dar vita al suo sogno nella maniera giusta. Il suo desiderio di realizzare da sola tutto il progetto l’entusiasmava. Andò su Google e raccolse tutte le informazioni utili. Il passo successivo fu quello di scegliere accuratamente la parete da decorare. Voleva trovare lo spazio perfetto, quello che le avrebbe permesso di dare forma alla sua creatività nel modo migliore.
 
Come le accadeva quando dipingeva su tela, prese un bel respiro e si concentrò. Restò in silenzio al centro della stanza per alcuni minuti. Ora trovava più adatto quello accanto alla portafinestra, ora quello vicino al letto. O era meglio quello nella parte opposta? Insomma: non riusciva a decidersi.
Poi, all’improvviso, capì: avrebbe dipinto tutt’e quattro le pareti sviluppando l’immagine in modo che la sua stanza sembrasse immersa in uno scenario da sogno.
 
Con questi ricordi che le danzavano nella mente, Diletta era intenta a dare gli ultimi ritocchi all’opera d’arte più impegnativa ed emozionante che avesse mai realizzato fino a quel momento.
Durante le ore precedenti aveva fatto diverse pause. Il desiderio di portare a termine il suo capolavoro doveva fare i conti con la stanchezza, il bruciore agli occhi e l’oggettiva difficoltà di restare per molto tempo nella stessa posizione. In quel momento era accovacciata vicino alla scrivania a imprimere sulla parete i ritocchi definitivi.
 
L’attimo esatto in cui tracciò l’ultimo segno, accadde qualcosa di straordinario: i fili d’erba iniziarono a danzare come se fossero mossi da una lieve brezza; il soave cinguettio degli uccellini risuonò per la stanza; i riflessi di luce sul lago sembravano seguire le minuscole increspature dell’acqua al soffio del venticello.
Diletta non credeva a ciò che vedeva. Sicuramente doveva essere la stanchezza. Si diede un paio di buffetti sulle gote e strizzò gli occhi. Poi si alzò e andò a sciacquarsi il viso.
 
Quando tornò, era accaduto qualcosa di magico. I mobili della sua stanza erano spariti e, al loro posto, c’era un bosco meraviglioso. Avvertì l’erba fare il solletico ai suoi piedi. Il calore di una di una limpida giornata di primavera le scaldava la pelle del viso e delle braccia scoperte. Alzò lo sguardo a cercare il soffitto e il lampadario. Con suo grande stupore trovò un cielo limpido e terso. Emozionata e incredula, fece un passo, poi un altro e, in men che non si dica, si ritrovò a passeggiare nel mondo che lei stessa aveva disegnato. Incuriosita, immerse un dito nel lago di fronte a sé. La dolce sensazione di freddo che le aveva provocato il contatto con l’acqua la convinse che fosse tutto vero. 

Avvicinando il volto alla riva bevve qualche sorso. Lasciò che il liquido le scendesse piacevolmente nella gola. Un lieve mugolio di piacere e di sollievo le uscì dalle labbra. Sorridendo stupita, si alzò e continuò a esplorare quel luogo nato dalla sua creatività. Scorse in lontananza un castello e decise di recarvisi. Attorno a lei il paesaggio, dapprima indefinito e sfocato, diventava nitido e definito man mano che s’addentrava nel bosco. La lieve brezza del mattino continuava ad accarezzarle il viso e i capelli.
 
Poi le cose cambiarono repentinamente. Alcune nubi nere cariche di pioggia s’addensarono in cielo. Un vento gelido le sferzava il volto e sembrava far risuonare nelle orecchie strane parole. Una brutta sensazione di smarrimento s’impadronì di lei. Incontrollate lacrime le rigarono le gote. Improvvisamente si sentiva come se fosse prigioniera della sua stessa creazione ed ebbe una gran paura. Spalancò la bocca per gridare, ma niente. Non riuscì a emettere neppure un suono. Il respiro si fece affannoso e la vista le si appannò. Ogni cosa divenne confusa e perse i sensi.
 
Quando riaprì gli occhi, si ritrovò sdraiata sul divano di casa sua. «Sei crollata addormentata dietro la tua scrivania col pennello in mano.» disse la sua amica, trattenendo a stento una risata. Un sonoro sospiro uscì dalle labbra di Diletta. «Allora era solo un sogno» pronunciò sollevata la ragazza. «Così sembra.» le rispose sorridendo Naike. «Nanà e io abbiamo vegliato su di te tutta la notte.» aggiunse Arianna sbadigliando sonoramente «Deliravi.»
«Vi ringrazio, amiche mie» concluse la giovane fissandole negli occhi «non so come farei senza di voi.»

2 Risposte a “Magiche pennellate di Renata Morbidelli”

  1. Una novella garbata e delicata con un sorprendente finale a sorpresa che mostra come l’uso che si fa degli elementi narrativi spesso superi la pretesa originalità degli stessi

  2. Sono entrata nel sogno con te e mi stavo perdendo. Originale e poetico, ma poi c’è il risveglio e la realtà. Mi piace molto..

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