Le sirene di Ulisse di Renata Morbidelli

Le sirene di Ulisse

Tema: Un urlo in mezzo al mare

Autore: Renata Morbidelli

immagine tratta da pixabay

Il vento urlava forte e la nave sembrava essere letteralmente in balia delle onde. «Ulisse! Ulisse!» ripetevano incessantemente le sirene con la loro voce suadente.

Sordi alle grida del loro capitano, che li implorava di condurlo in direzione del mistico canto, gli uomini dell’equipaggio continuavano a remare nel tentativo di portare la nave in salvo.

«Ulisse! Ulisse!» ripeterono le sirene ancora una volta.

«Scioglietemi le mani!» Gridava Ulisse legato all’albero maestro. «Non sentite le sirene?! Conducetemi da loro!» Ripeteva come un ossesso mentre si dimenava nel tentativo di divincolarsi dalle corde che lui stesso, prima di intraprendere la traversata, aveva ordinato di stringere attorno ai suoi polsi. Con i tappi di cera nelle orecchie, gli uomini dell’equipaggio continuavano a remare con tutte le loro forze verso la riva.

«Ulisse! Ulisse!» tornarono a ripetere le voci in lontananza. La furia del mare, intanto, faceva beccheggiare pericolosamente la nave costringendo i marinai a lottare con ogni mezzo per impedire alla nave di andare in frantumi contro gli scogli. «Ulisse! Ulisse!» tornarono a ripetere le figlie di Oceano.

«Voglio vedere le sirene!» Tornò a insistere il re di Itaca. «Liberatemi! Voglio andare da loro!». Implorava disperato.

«Signor Ulisse, si svegli!» Ripeté la soccorritrice della croce gialla un’ultima volta. L’uomo, ancora lievemente stordito, aprì finalmente gli occhi e, con la vista ancora offuscata, riuscì a scorgere la scena attorno a sé: le luci dell’ambulanza coloravano di blu la strada, le case e i volti delle persone che s’erano accalcate per curiosare, mentre una bella ragazza in tuta arancione era inginocchiata accanto a lui nel tentativo di fargli riprendere conoscenza.

Ritta in piedi, quasi a sovrastarlo completamente, c’era la moglie che stringeva nervosamente fra le mani una borsetta da sera. «Te le do io le sirene, Ulisse!» esclamò la donna alzando minacciosamente la pochette sopra la testa mentre fissava l’uomo accigliata.

«Luisa, tesoro… » riuscì a pronunciare il signor Ulisse con un filo di voce fissando la donna implorante. «Lo sai che sei tu la mia unica sirena…» farfugliò con la voce ancora impastata.

«Ah sì?!» esclamò la donna fissandolo negli occhi. «Allora perché mancava poco che a quella ragazza facessi la radiografia?!» Il volto dell’uomo divenne paonazzo. «Deformazione professionale…» tentò d’ironizzare l’uomo. «Lo sai che ho fatto il radiologo per una vita». Il dorso della borsetta della moglie fu l’ultima cosa che vide prima di perdere nuovamente i sensi.

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