La Felicità costa coraggio di Pina Marra

La Felicità costa coraggio

Tema: romantico

Autore: Pina Marra

immagine tratta da Pinterest

Ad Arianna piacciono le rose rosse. Si è sempre sentita una rosa: fragile e delicata come i suoi petali vellutati, ma al tempo stesso protettiva, come le spine pungenti che resistono a qualsiasi intemperie. Arianna, seduta su quella vecchia sedia a dondolo, scrutava l’orizzonte che si tingeva di rosso, ma tutta quella bellezza e le scintillanti luci del lago non riuscivano a rischiarare i suoi verdi occhi tristi. Nulla le sembrava più importante, come se nulla più esistesse, se non il suo dolore.

«Arianna, vieni è pronto per cenare…» i suoi pensieri furono interrotti, all’ improvviso dalla voce della mamma.

«Non ho fame, fra poco ritorno a studiare.»

Erano, ormai, passati mesi da quando Tonio se ne era andato, ma a lei sembrava che non fosse passato nemmeno un giorno. A nulla le servivano gli aperitivi con le amiche del cuore e tantomeno gli sguardi di tanti altri corteggiatori. Arianna era distrutta e tale voleva restare.

«Prima o poi devi fartene una ragione, sussurra la mamma, preoccupata.»

«E allora mamma, dimmi tu cosa posso fare per non sentire più la sua mancanza, ovunque mi giro, qualunque cosa faccia ho un ricordo di lui…»

«Tesoro, ora sei arrabbiata, stai soffrendo, lo so, ti capisco e solo Dio sa cosa farei per poterti vedere sorridere come prima, ma non so proprio come aiutarti, se non standoti accanto sempre che tu me lo permetta. E ti dirò di più, perché di questa cosa ne sono certa: oggi sei tu a piangere, ma domani sarà lui, soprattutto quando si accorgerà di aver perso qualcosa d’ importante, ed allora, di sicuro, ritornerà, così come può sempre ritornare l’amore nel tuo cuore.»

La mamma le aveva parlato col cuore in mano. Ma, Arianna, come se non avesse più un cuore, grida a gran voce: «Mamma, forse, io sto male da cani, perché so di aver amato una persona di cui non avevo capito proprio nulla, ho trascorso cinque anni accanto ad una persona di cui, io, mi fidavo ciecamente e lui mi ha solo ferita, umiliata, mi ha reso ciò che non sarei mai voluto essere: una persona che non ha più fiducia negli altri. Come potrei mai ritornare con una persona che mi ha lasciato dicendomi semplicemente: “non provo più le stesse sensazioni, non ti amo più… “. Si può mai sognare un futuro con un essere del genere? Con una persona di cui non ti fidi più?»

La mamma, senza rispondere e con il cuore frantumato di dolore, ritorna in cucina, consapevole di non poter, veramente, fare altro.

Arianna, resta in camera a rimuginare con i suoi pensieri, poi, all’improvviso: «Mamma, che c’è per cena?

Confusa la mamma risponde: «Arrosto con patate, il tuo piatto preferito.»

«Bene, arrivo subito, poi dopo cena passano a prendermi le ragazze per un caffè.»

Erano quelle le parole che mamma Elisa voleva sentire.

I mesi trascorrono tra libri e qualche spritztime con le amiche, poi, un giorno, Rosy la sua amica del cuore le propone di andare al suo paese per farsi aiutare con il saggio di danza.

«Aiuti me, dandomi una mano, e farà bene anche a te distrarti un po’» ribatte l’amica.

Arianna non troppo contenta decide di accettare, ma soprattutto perché, in cuor suo, è determinata a voler riprendere la sua vita in mano, a riconquistare un po’ di quella serenità ormai persa da tempo.

Lì, trascorre davvero dei giorni felici e spensierati.

La sera dopo il saggio Rosy porta Arianna ad una festa, e per la prima volta, dopo tanti mesi, Arianna è radiosa, felice, solare come non mai e di questo se ne accorge anche Micky, un amico di Rosy, che si trova lì per caso.

I loro sguardi si incrociano, lui non le dice nulla, né che è bella, né che ha un abito bellissimo, ma, la guarda in un modo che ad Arianna basta.

Trascorsero la serata a chiacchierare e prima di lasciarsi si scambiarono i loro numeri di telefono. Chissà se si sarebbero più rivisti, ma questo ad Arianna non importava; quei giorni le erano bastati per ritrovare la felicità e il sorriso. Ora, sarebbe tornata a casa con il cuore sanato. Quella rosa ormai appassita era destinata a sbocciare di nuovo.

I mesi trascorrono lenti e non passano giorni se Arianna e Micky non si scambiano messaggi o telefonate. Ad Arianna fa piacere parlare con lui, ma, ancora non ha il coraggio di concedergli fiducia, ha paura di soffrire, forse, perché, in fondo in fondo, non ha mai smesso di farlo. Micky, da parte sua, non ha intenzione di mollare.

«Puoi sempre ricostruirti una vita insieme ad un altro, devi solo crederci. Io posso spiegarti come funziona quando si è stati abbandonati e se hai amato una volta puoi o, meglio, devi, continuare a farlo ancora.»

«Io, non ho niente da promettere.»

E Micky: «Ma io, non ho mai chiesto promesse.»

Arianna non voleva abbandonarsi.

Era combattuta, le mancava la tenerezza, il desiderio dell’inizio, il fatto di sentirsi importante, però sapeva anche, che era meglio scegliere la certezza, perché, alla fine, è la certezza che va scelta per forza, quella certezza dove è racchiusa la vera felicità e forse, ora, si stava convincendo che con Micky, questa certezza l’aveva trovata.

Chi se ne frega se c’è da scommettere ancora, chi se ne frega se c’è da soffrire e avere paura.

Chi se ne frega se forse le aspettative saranno tradite e se il desiderio un giorno non sarà più lo stesso.

Chi se ne frega se non sarà per sempre!

Io sono Arianna, voglio vivere questo nuovo amore, perché la vita è davvero solo una e l’amore vale sempre la pena di essere vissuto, anche se dovesse durare solo il tempo di un ballo.

E per ripartire bisogna unicamente avere coraggio, perché, si sa, la felicità, costa coraggio!

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