Il viaggio attraverso la vita di Panella Franca

Il viaggio attraverso la vita

Tema: Un urlo in mezzo al mare

Autore: Panella Franca

immagine: Eolie di Susy Caso

Avevo dei programmi quella mattina, sfumati come per magia.

Ero appena uscita dalla mia camera d’albergo per raggiungere la sala, dove il buffet per la colazione era ricco e vario. Ero così soprappensiero davanti al buffet che non mi accorsi di un’improvvisa presenza accanto a me e mi girai a guardarla.

Era un uomo, poco più vecchio della mezza età e alto il doppio di me, cm più cm meno.

Mi disse qualcosa riguardo a quel bendidio esposto sul tavolo, ma io non capii.

Poi continuò a parlare e a raccontarmi qualcosa. La sua voce era accattivante, i suoi racconti sapevano di vischio e di profumi autunnali. I suoi occhi erano di verde muschio, mi ci persi più volte, per l’imbarazzo girai lo sguardo cercando di nascondere il mio disagio.

Era un uomo non comune, senza sfiorarmi, sembrava guardarmi nell’anima.

La tonalità della voce e il modo in cui impastava i suoi pensieri, restarono con me anche dopo averlo lasciato. Intuii che quell’uomo era entrato nella mia vita non a caso. Ne ebbi conferma quando salì a bordo del bellissimo veliero per una crociera nelle vicine isole Eolie. Fu proprio lui ad accogliermi. Mi accorsi di come i suoi occhi mi si posarono addosso quando mi prese la mano e sfiorandola teneramente mi disse, speravo che ci fosse anche lei. Io ricambiai il suo sguardo e un lieve sussulto mi scosse il petto. Partimmo da lì a poco. Eravamo sei ospiti a bordo. Coi quali ci scambiammo i nomi e qualche parola per conoscerci meglio. Tutto fu bellissimo in quella prima sera. La cena il chiacchiericcio lo spumantino che il comandante personalmente offrì, versandolo con galanteria nei nostri calici. Ci dedicò un piccolo discorso nel quale ci augurava il più magico viaggio che avessimo mai fatto. Tutti rientrarono. Io restai ancora un po’ fuori a godermi la brezza. Il comandante intanto fumava un sigaro e controllava che ogni cosa fosse a posto. Io lo seguivo con la coda dell’occhio, era un uomo affascinante.

La prima escursione mi colse indisposta, così vi rinunciai. A metà mattina, un marinaio bussò alla porta e quando aprì mi porse un vassoio con una busta e un piccolo fiore.

Lo ringraziai. Era un invito del comandante per il pranzo. Restai un attimo a pensare, poi rifiutai. Non volevo concedere molto spago a quell’uomo. Non appena mi sentì meglio uscì dalla mia cabina e visitai gli spazi sottocoperta. Ogni cosa sapeva di vecchio, come di vita vissuta. Osservai ogni intarsio, ogni insolito monile e foto. C’erano scatole di sigari e conchiglie, pezzi di roccia e una parete in legno colma di libri. Su un piccolo scrittoio erano raccolte in un alto vaso di cristallo pietre e piccole conchiglie colorate e accanto una cornice, la presi attratta dal volto in foto.

Restai senza respiro. La donna in foto mi somigliava. La rimisi a posto e mentre andavo via mi girai a guardarla di nuovo. Chi era quella donna?

A bordo quel giorno ero l’unica ospite. Restai a scrivere e a godermi un po’ il sole. Il comandante sembrò stare sulle sue, dopo il mio rifiuto. Mi salutò giusto con un cenno del capo e un sorrisetto.

In serata gli altri rientrarono entusiasti dalla loro escursione, condivisero con me commenti e foto. Mi mostrarono gli acquisti di piccoli ricordi da portare a casa. A cena il comandante fu al solito molto cordiale. Pendevamo dalle sue labbra per ogni aneddoto che prendeva a raccontarci. Ogni sua parola ci colava dentro e ci ammaliava. Raccontò di una storia vera, di cui non chiarì tutti i particolari, ci promise che ne avrebbe svelato altri nel corso del viaggio, per poi concluderla nell’ultimo giorno di crociera. Lo ringraziammo per la bella serata e per il suo racconto. Restai perplessa però, trovavo che ci fosse del mistero in tutto ciò e mi sentivo parte di esso. I giorni seguenti furono belli e pieni. I luoghi visitati favolosi. Le isole Eolie inaspettatamente piccoli miracoli della natura. Il tempo trascorso sulla barca fu rilassante, il comandante riuscì a rendere il viaggio piacevole ed intrigante.

Tanto che io non vedevo l’ora di rientrare dalle passeggiate per rivederlo ed ascoltarlo raccontare il resto della sua storia. Lui lo aveva capito. Accadde durante una serata dedicata al ballo, quando mi invitò per un lento. Lì io sentì tutto il suo calore di uomo tenero e passionale e un fuoco incominciò a bruciare tra noi.

Arrivò l’ultimo giorno di navigazione. Quella notte attendevamo la fine del racconto. La protagonista della sua storia era una donna.

La descrizione era molto vicina alla donna della foto. Anni prima, quando era un giovane marinaio, aveva rinvenuto una foto e un cammeo con una scritta sul retro.

Le sue ricerche lo avevano condotto in un punto in mezzo al mare, tra Salina e Panarea, dove si diceva che una giovane donna era annegata per raggiungere il suo amore.

Di notte, chi passava di là udiva urla strazianti di donna. Quella notte al culmine del racconto ci trovammo proprio nel punto descritto dalla storia e tutti trasalimmo nell’ascoltare quell’urlo, intanto il comandante mostrava la foto dello scrittoio tra lo stupore degli ospiti e mi donò il misterioso cammeo.

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