Il tempo non passa di Laura Avella

Il tempo non passa

Tema: Come due gocce d’acqua

Autore: Laura Avella

Anna non era riuscita a chiudere occhio e non perché sotto l’arcata della fontana del paese la gente fosse solita chiacchierare per ore.

Spesso le giornate nascono male e si complicano con il passare delle ore.

Non era stata bella la vita, quella che oggi le passava davanti come un film e tutte le perplessità restano sempre nella testa senza fermarsi mai: se non vengono risolte, e dunque si bloccano, non vanno oltre.

Il solo pensiero di stare male porta la mente lontano e lo sguardo oltre, e quante notti insonni sono passate per stare accanto ad un dolore. I conti che fai con la vita non tornano mai se non li affronti e non scommetti sulla cifra da pagare.

Eppure era stato bello ricordare quando si girava per casa e ci si chiamava su e giù per le scale, dove si cercava di far eco con le stridule voci familiari. Peccato, quel tempo non tornerà più!

Un grande dolore le premeva sul petto, pensando chi era ieri e chi è oggi, in un presente senza delimitazione di un chiaro orizzonte. La vita cambia, e se non la vivi interamente ci si può trovare delusi: il tempo non torna più indietro.

Anna era tornata nel luogo natio per raccogliere i ricordi di un passato che l’aveva resa vulnerabile e dunque indifesa. Invece, da quando era tornata, non aveva trovato più il coraggio di andare via per poi non tornare mai più.

La vita cambia i pensieri e cambia l’esistenza nel bene e nel male. Cosa aveva nel passato da dover recuperare che la rendeva nuda nel presente? Che cosa non aveva recuperato, e, trovandolo, avrebbe potuto darle un respiro per un nuovo domani?

Cercava tra le cose ben sistemate nei cassetti e negli armadi, persino nei comodini antichi, ma come se nulla le appartenesse come se tutto facesse parte di una vita non sua.

Come fanno le farfalle in preda al vento che le obbliga a volteggiare, spesso la coscienza le mormorava dentro lo stomaco e quelle parole non dette volteggiavano nella testa fino a fargliela scoppiare dal dolore. Inutile nascondere la debolezza, quella che rende aggressivi: e Anna era diventata molto dura con sé e con gli altri.

Una mano sembra appoggiarsi sulla spalla di Anna che si volta ma non vede nulla e intanto chiude l’anta dell’austero armadio, dove ancora c’erano conservate le vecchie bambole che si collocavano al centro del letto, quelle che mettevano quasi paura con i loro occhi di vetro. Chiude l’anta dell’armadio e, da una luce intensa che filtra dal balcone semi aperto, intravede una figura che le sorride.

Cos’è? La sua immagine riflessa, con indosso una camicia da notte con i pizzi e tra i capelli un nastro. Sembra volerle parlare, ma le parole mai dette non si sentono e non escono neppure dalla bocca: restano nella mente!

Eppure quella figura familiare sembrava appartenere a un’epoca lontana! Allora, come se all’improvviso ricordasse, riapre l’armadio, cerca senza sapere cosa e poi trova una scatola di latta; la apre freneticamente e, al suo interno, trova alcune lettere con la carta ormai ingiallita e avvolte da un nastro, quello stesso fiocco della ragazza appena vista simile a lei.

Apre le prima lettera con molta cura per non romperla: la legge e si commuove. E poi un’altra e da una delle buste esce una foto con i tratti ondulati come quelli di un epoca antica e ritrova il proprio volto: quello della giovane donna nello specchio; gira la foto e legge una frase d’amore con un inchiostro ormai sbiadito a firma di Luisa al suo amato Tonio.

“Signorina Anna venga!” La voce arrivava dall’altra stanza.

In fretta, Anna raggiunse il capezzale del letto posto in penombra e mentre temeva il peggio trovò invece un dolce sorriso sulle labbra ormai esangui e, dal corpo che era vegeto, le giunse in un funereo torpore il tocco della mano delicata ed una carezza. La donna nello specchio era lei uguali come due gocce d’acqua, e quante cose non dette sembrano ora rimbombare nella testa come tante lettere d’amore, tutto torna?

Il tempo non torna più, ma l’amore vero quello torna. È la forza dell’amore a dare coraggio a una tenue voce: “Anna bambina mia, ti ho aspettato sai? Sin da quando tuo padre è morto. Ora che sei qui mi sento meglio!”

8 Risposte a “Il tempo non passa di Laura Avella”

  1. Un Racconto intimo, una narrazione delicata, un’autrice che si rinnova di continuo ❤️

  2. Mi sono davvero commossa, così dettagliata nei particolari e nel descrivere la scena, che sembra quasi di far parte del racconto. È sempre un piacere leggere una così sublime autrice, anche quando il racconto ti fa rivivere parti dolorose della tua vita.

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