Blu come la terra negli occhi di Andrea Masotti

Blu come la terra negli occhi

Era la penultima ora. Il professore tossiva e si era accostato alla finestra socchiusa. A intervalli respirava profondamente. Le mani si torcevano davanti alla bocca per attutire il rumore sordo, la destra rigirava l’anello d’oro che gli era rimasto infilato all’altro anulare. Era l’unica prova che gli restava di non essere passato come un’inutile meteora. Poi, quietata la crisi, lentamente si riavvicinò alla scrivania, si aggiustò gli occhiali e si mise a sedere dietro la cattedra, abbozzando un sorriso smozzicato.

– Cosa stavo spiegando? – la voce era tornata pacata, seppure flebile, e guardò gli alunni con dolcezza.
– Il Big Bang – accennò Giacomo dalla quarta fila, sporgendosi per farsi riconoscere.
– No, eravamo già al sistema solare – intervenne Maddalena con la mano alzata.
– Sì, cinque miliardi di anni fa. Avevo già iniziato a parlare del sistema solare, di come una nebulosa di gas e povere cosmica ha formato il sole e i pianeti – ormai Rondella poteva proseguire, – la terra è nata allora, una palla blu vicino al sole, e il sole era inizialmente una stella azzurra. Anche acque e cielo, quando apparvero, prima mescolati, erano blu. Una massa unica, meravigliosa.
– Dev’essere stato uno spettacolo! – accennò Chiara – Avrei voluto essere presente in quei momenti. È vero che gli astronauti adesso, quando sono in orbita, dallo spazio, vedono la terra grigia? L’hanno detto in TV.
– Io quella notizia in televisione, Chiara, non l’ho sentita. Spero che non sia vero. Sarebbe una conseguenza dell’inquinamento. Potresti fare una ricerca. Ma a volte, per stupire, si esagera un po’. Il grigio è il colore della mediocrità e della vecchiaia. Il blu è il colore della nascita. In astratto è anche quello della spiritualità– Rondella, quando poteva, faceva sfoggio di cultura con i bambini. Era tutto quello che gli era rimasto, tra poco avrebbe dovuto abbandonare l’incarico.
– Quando sono nata io però c’era il fiocco rosa – protestò Samantha.
– Lo sai che il rosa e il blu stanno benissimo vicini? – Rondella continuò infervorato – Poi i colori sono cambiati, sono apparsi il verde, con i primi vegetali, il giallo, con i fiori, il rosso, con il sangue degli animali. Milioni e milioni di anni dopo. Ma il più bello è sempre il blu.
– Vicino al nero è bellissimo – Luca a volte portava anche in classe la casacca da interista.
– Per me il rosa è più bello, e anche il viola, – ribattè Samantha parlando tra sé – a lui il mio dolcevita non piace di sicuro. Per fortuna.

Tra quell’uomo stanco e i ragazzini si era instaurato un buon rapporto, riconoscevano in lui un nonno istruito, affabile e leggermente eccentrico con quell’insistenza su mondi a loro estranei, e qualcuno si era appassionato alle materie e qualche minuto lo stava a ascoltare. Anche se non vedevano l’ora di toglierselo di dosso, come una cimice, per ritornare a cose più importanti. Per Rondella invece la mattina era il centro della giornata e dell’esistenza. Come avrebbe trascorso i prossimi anni adesso che era solo?

– E se è il colore più bello perché allora noi non siamo blu ? – Giulia, certa di mettere in crisi il professore, si scrollò i capelli sorridendo e girandosi intorno.
– Bella domanda, Giulia. Perché pensi che l’essere umano dovrebbe eccellere nella bellezza del cosmo? La ammiriamo, intorno a noi, ma non siamo al centro dell’universo – Rondella finì la frase in calando, poi ricominciò a tossire e strinse le mani al petto. I ragazzini si guardavano l’un l’altro – La bellezza è ovunque.
– La bellezza ovunque? Quando entriamo c’è quel varano della bidella … – sussurrò Luca dal fondo dell’aula.
– Cosa c’è al centro dell’universo? – replicò ancora Giulia in piedi, scodinzolando, indifferente al calo di voce di Rondella – si sa almeno dov’è? Sarà blu, ancora blu, il centro?

Il professore non rispose, si sentiva mancare. Rimase alcuni istanti impettito, vagando con lo sguardo sopra i ragazzini che lo scrutavano in un inusitato silenzio. Fece un lungo sospiro. Poi improvvisamente si piegò in avanti e reclinò il capo sulla cattedra – Professore, si sente bene ?
Prof ! – Antonella si alzò dalla prima fila di banchi e si avvicinò per osservarlo – Stiamo lontani. Marco, chi va a cercare la bidella? Corri tu?
Rondella si era fatto immobile, il volto bluastro. La bocca era rimasta aperta. Dietro gli occhiali, scivolati sul tavolo, si intravedevano, spalancati e ancora nitidi, i suoi occhi azzurri.

7 Risposte a “Blu come la terra negli occhi di Andrea Masotti”

  1. Un racconto triste e dolce che lascia più domande che risposte… Voto questo testo

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