Ombre d’un inverno senza tempo di Anna Ciraci
È un altro anno che scivola via, con le sue ombre e i suoi sorrisi, con le sue lacrime e i suoi tormenti.
L’apparenza è sempre quella, sotto fuochi pirotecnici dentro l’oscuro cielo che sembra senza stelle, sopra i fiumi di spumanti mischiati a cocktail innominabili, balli inebrianti e baci e abbracci a facce e corpi sconosciuti, sembra sempre che l’addio cancelli ogni cosa e si ricominci tutto da capo.
Ti ritrovi la mattina successiva in una casa muta e vuota, con i fumi nella testa trascinandoti come un imbecille senza spina dorsale probabilmente rimasta attaccata all’ultimo cincin che ti ha stroncato ogni ricordo di quella notte, a guardare fuori dalla finestra appannata tentando di capire se sia ancora giorno o già sera. E ti accorgi che tutto è rimasto uguale alla sera prima.
Ti soffermi ipnotizzato dal lieve scendere nevoso, col suo lento ricoprire bianco di batuffoli lucenti senza un ordine preciso.
Osservi il via vai lento e festivo della strada innevata ma senza sentirne l’ebbrezza.
È come se il tempo non esistesse, non un futuro, non un passato, è vuoto, come il buio, come esser seppellito sotto la neve, in un covo ovattato dove il tuo stesso calore ha sciolto il tuo spazio e, da lì, non senti più nulla. Intanto si accendono i lampioni, o forse non si sono ancora spenti, perché questi giorni d’inverno son sempre cupi sotto il grigio d’un cielo che non sa sorridere a chi non può pretendere nient’altro che se stesso.
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a volte è vero che le situazioni paiono riproporsi con le stesse modalità ma, forse, dipende molto dai nostri stati d’animo. Voto
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Bello!
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