Uno e due. Una, due e più… di Francesca La Froscia

Uno e due. Una, due e più… di Francesca La Froscia

Genere: Surreale/Psicologico.

Notte smaniosa per Ester, il caldo eccessivo, forse.
Si gira e rigira nel letto. Stanca di aspettare un sonno che non arriva si alza e va verso l’armadio. Con un sorriso malizioso prende il vestito nero, scollato, con l’ampio spacco laterale.
Mai indossato.
Drappeggia con la mano la stoffa lucida e leggera e pensa al marito che latita da due giorni.
– È giunto il tempo per il mio tango, quell’inetto del mio consorte ha perso l’orientamento, finalmente!
Fantastica sulla serata magica.
Fasciata dall’abito grazioso vede la sua figura snella avvinghiata alla presenza tonica di Ugo.
Ugo è l’artista cabalistico, ma rassicurante, conosciuto in chat.
Pronta per l’esordio del vagheggiato ballo viene distolta da un rumore in strada. Lascia cadere il vestito sul letto e va alla finestra.
Si sporge un po’ per controllare.
Di fronte, appoggiate al muretto ricoperto di graffiti, due figure insolite. Sgrana gli occhi per mettere a fuoco, poi si ritrae di scatto.
Sente le gambe cedere e si aggrappa al cassettone per non finire a terra. Cerca di ricostruisce in fretta gli ultimi istanti per trovare una spiegazione a ciò che ha visto.
Non è possibile.
Due uomini con lo stesso volto, quello di Ugo. Ma non ha un fratello gemello, ne è sicura.
Agitata, si avvicina alla bottiglia sul comodino. Prende in mano il bicchiere e versa una quantità generosa di liquido ambrato. Già ne sente il sapore avvertendo, come una dolce promessa, il senso d’intorpidimento che l’avrebbe avvolta.
E se fosse stato proprio il whisky bevuto a provocarle quella visione assurda? Deve essere così, può essere solo quello.
Caldo, insonnia, scena irragionevole.
Il whiskey non rende l’effetto catalettico agognato.
Ester cerca di acquietarsi con un periodico preso a caso dal portariviste. Lo sfoglia distrattamente, ma poi viene incuriosita da un articolo sulla dissociazione della personalità. Lo legge con attenzione: “…disturbo caratterizzato da due o più identità che alternativamente prendono il sopravvento nel comportamento del soggetto…”
Ai suoi occhi appare il volto duplicato del marito.
La scena notturna, a un tratto, si schiarisce: i comportamenti multipli del marito, debitamente rimossi, vengono proiettati sull’artista.
È quasi convinta della spiegazione che si dà, ma l’angoscia pare non voglia lasciarla…
Mentre sta per mettere via il giornale, la vista si posa su un altro articolo.
“Il fisico Greene a Roma: esistono molti universi e realtà parallele.
– La realtà è molto più ricca di quel che noi conosciamo. Nel prossimo futuro, potremmo avere la prova che il nostro sia soltanto uno di molti universi – parola di Brian Greene, uno dei più celebri fisici viventi e tra i più famosi sostenitori della teoria delle stringhe. La teoria si fonda sul principio secondo cui materia, energia, spazio e tempo siano in realtà la manifestazione di entità fisiche primordiali che si sviluppano in un numero di dimensioni diverse chiamate…”
Senza finire l’articolo scatta come una molla e va di nuovo alla finestra, ma non scruta subito.
Intanto, nella sua mente si insinua il dubbio che sia lei a muoversi in una moltitudine di sfere.
E se ogni giorno relazionasse con un marito diverso? E anche con un quasi-amante diverso?
Prende coraggio e punta lo sguardo, ancora, verso il muretto: c’è suo marito che fuma una sigaretta. È un’abitudine consolidata quella di fermarsi a fumare prima di rientrare in casa, Ester detesta l’odore del fumo. La situazione torna normale, non ha niente di cui preoccuparsi o forse sì… La ricomparsa dell’insulso fa scemare la possibilità di incontrare Ugo…
– Ma perché non si è perso in quei luoghi squallidi, i club privè, che frequenta?
Nel formulare questo pensiero la faccia del marito si sfuoca e progressivamente si dissolve per lasciare posto al viso di Ugo. L’artista se ne sta serafico a pigiare i tasti del cellulare.
L’espressione confortante dell’uomo e l’azione che pensa stia compiendo le regalano un po’ di calma e un sorriso.
– E se stesse telefonando a un’altra donna invece di chiamare me?
Si turba di nuovo. Ma ecco che sente squillare il telefono. Si fionda sull’apparecchio: è il marito, che le dice che passerà nuovamente la notte fuori. Quando sta per gridargli di non farsi vedere mai più, dall’altro lato la voce calda di Ugo le sussurra – sei pronta?
– Sì – risponde come un’automa e riattacca.
Si sta perdendo tra le mille dimensioni del possibile… Sfaccettata, si avvicina al letto.
Riprende il vestito.
Lo indossa in un baleno e con le note dei Gotan Project inizia a ballare.
– In fondo, Ugo balla bene il tango!

18 Risposte a “Uno e due. Una, due e più… di Francesca La Froscia”

  1. Voto questo testo
    bella visione di una mente frammentata in un mondo frammentato, ben scritto e con una splendida chiusa.

    1. Un racconto onirico che avvolge il lettore con tutta l’inquietudine che trasmette e, dicotomia tra il bene e il male, anche con tutto il senso di conforto che trasmette (nel finale).
      Un doppio binario nella mente del lettore che colpisce il bersaglio.
      Narrazione impeccabile.

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