L’importanza dei legami di sangue di Anita Rudcliff

L’importanza dei legami di sangue di Anita Rudcliff

Genere: Favola/Umoristico

L’ingegner Furbizia aveva sempre creduto che un uomo con un cognome così impegnativo dovesse essere sempre all’altezza del casato che rappresentava. E forse per questo, o piuttosto per il fatto che l’uomo è uomo solo se è in grado di dimostrare la sua virilità in senso stretto, o meglio, questo è il pensiero corrente di molti esseri facenti parte del genere maschile (non me ne vogliano i lettori), soprattutto di coloro che hanno abbandonato lo sviluppo delle funzioni celebrali in favore di quelli che scientificamente definiremo organi riproduttivi… Insomma, per una ragione o per l’altra, questo signore aveva avuto la brillante idea di frequentare due rispettabili fanciulle in due diverse regioni, a seconda degli impegni che il suo lavoro gli garantiva. E, siccome la virilità, se non è accompagnata da precauzioni e accortezze, spesso porta inconvenienti del peso medio alla nascita di 3 o 4 chili a seconda del sesso e del corredo genetico , il nostro signor Furbizia, colto in flagranza di reato, era stato costretto a onorare i suoi impegni con le suddette signorine: precisamente in una di queste occasioni, si discuteva col futuro suocero in modo alquanto amletico, riguardo un’utopica scelta tra la virtù di sua figlia e la virilità del futuro genero, scelta che non vide sollevare alcuna obiezione da parte di colui che inizialmente si era presentato come parte offesa, ma che di fronte all’ipotesi di una perdita degli attributi aveva tacitamente acconsentito a salvaguardare la virtù della fanciulla in questione, che chiameremo Rosa per questioni di privacy. Signorina che era subito corsa a provarsi l’abito del matrimonio di sua madre, non prima di aver negato per ben tre volte al padre di aver preso parte in modo consenziente all’amplesso che aveva portato le siffatte rotondità che ora facevano bella mostra di sé sopra quelli che una volta erano addominali. Al contrario invece, nel caso della seconda signorina, che per la cronaca chiameremo Linda, gli accordi prematrimoniali furono stipulati con una stretta di mano e un rito molto singolare: infatti genero e suocero dovettero siglare un patto di sangue con tanto di lesione della parete superficiale dell’epidermide e trasfusione di sangue sul santino di Maradona ai tempi dei mondiali dell’ 86.In questo caso, l’ingegner Furbizia non manifestò mai alcuna ragione che non prevedesse l’assenso e il consenso illimitato nei confronti di suocero e prole, e per questo motivo non ci fu mai alcuna discussione in merito all’unione con la signorina Linda.

Viene da sé pensare che la vita per questo pover’uomo che doveva fare la spola tra due donne, due famiglie e soprattutto due suoceri, non era affatto facile. Eppure a dispetto delle previsioni più cupe, l’ingegner Furbizia era riuscito ad intessere una serie di bugie architettate ad hoc per far fesse e contente le mogli e soddisfare pienamente il resto del parentado. Viveva dunque queste due realtà parallele con semplicità, seguendo la rigida tabella che la sua quotidianità richiedeva affinché ogni impegno trovasse il perfetto incastro durante lo scorrere della giornata. Il fatto di avere due studi da seguire in due città diverse e abbastanza lontane tra loro gli forniva tra le altre cose l’alibi perfetto per giustificare la sua poca presenza in famiglia. Quindi, una settimana si e una settimana no, era il marito esemplare di Rosa o di Linda, a seconda dei turni.

Tutto filava liscio come l’ olio finché un bel giorno Rosa sentì il bisogno impellente di fare una sorpresa all’ingegnere. Lui odiava le sorprese, ma lei era così devota e innamorata che almeno per il suo compleanno doveva sempre radunargli l’intera parentela (compresi zii, cugini e familiari vari fino al quarto grado) per festeggiare in modo degno il meraviglioso uomo che aveva sposato e farlo conoscere a tutti i componenti della famiglia. Fu così che, quando il Furbizia tornò a casa, trovò ad aspettarlo Linda, Rosa e tutta l’allegra combriccola con i coriandoli e le stelle filanti. Ebbene sì, Linda era una cugina acquisita di Rosa da parte della moglie dello zio del fratello del nonno di suo cugino di terzo grado, venuta apposta dal sud per fare la conoscenza di questo cugino acquisito di cui tutti le avevano tanto parlato. Certamente in tutto questo la sua buona parte di colpa l’aveva il Furbizia stesso, che, per evitare di confondere le due mogli al telefono, aveva fatto in modo di ricevere le telefonate di Rosa solo alla sera, mentre quelle di Linda le accettava solo al mattino. Se fosse stato meno preciso, meno accorto, avrebbe saputo dai vari messaggi che sua moglie (Linda) gli aveva lasciato in segreteria, che una festa a sorpresa rischiava di minare irrimediabilmente l’ equilibrio che negli anni aveva affinato nel gestire questa bizzarra quanto singolare situazione. Il resto ve lo lascio immaginare, anche perché sono incline allo svenimento quando vedo, o anche solo parlo, di sangue .

Quale morale contiene questa breve favola moderna? Qual è l’insegnamento che dobbiamo trarne? Forse che non si può stare con un piede in due scarpe? Forse che la bigamia è peccato mortale ed è punita da Nostro Signore? O che le bugie hanno le gambe corte?

Niente di tutto ciò, miei cari signori, c’è qualcosa di ben più importante in tutto questo: mai, e ripeto mai , sottovalutare l’albero genealogico!

7 Risposte a “L’importanza dei legami di sangue di Anita Rudcliff”

  1. grazie a tutti, mi fa piacere sapere che vi ho strappato un sorriso 🙂

  2. Voto questo testo
    ben scritto, divertente, con una concezione originale delle realtà parallele.

I commenti sono chiusi.