Dov’è il mio spazio di Claudia Lo Blundo

Dov’è il mio spazio di Claudia Lo Blundo

Genere: Realismo/Umorismo

Ohhh! Finalmente sola!
Beh, vediamo se riesco a dedicarmi a me stessa, il che equivale a dire: vediamo se riesco a sedermi alla scrivania e fare quel che più mi piace, cioè scrivere!
Sento una vocina interiore che mi risponde gioiosamente: Siiii!
Hahaah. Allora, scrivania, eccomi!
Per la verità, eccomi, dovrei dirlo al foglio bianco che sembra guardarmi implorante, in attesa, anche lui, che gli dia qualcosa: già perché tutti, in questa casa si aspettano sempre qualcosa da me!
Bisogna che mi decida a scrivere una storia che da qualche giorno mi frulla per la testa di giorno e di notte. Non è nulla di nuovo, il solito triangolo dove amore e odio si mescolano: lei e poi lui con la sua lei. Detta così è addirittura patetica, ma la storia diventerà straordinaria; con ciò di cui l’arricchirò dovrebbe venirne fuori un bel racconto, me lo sento e, se sarò costante chissà, forse anche un romanzo, quello che, finalmente sarebbe accettato da un importane editore e mi renderebbe RICCAAAA. Si, in questi momenti di strettezze economiche, con figli e cane da accudire, mi ci vorrebbe un colpo di fortuna.
Beh, questi sono discorsi sciocchi, meglio prendere carta e penna e iniziare
C’è sempre un foglio bianco sulla mia scrivania e, accanto la classica penna biro; per la verità c’è più di una penna perché, ad un certo punto, quella che uso non scrive più.
Mmmmhhh, vedo che il mio computer mi guarda triste :lui sa che le mie attenzioni sono rivolte al foglio di carta. In effetti ho due computer: il fisso, quello classico, il mausoleo che occupa metà scrivania, del quale non riesco a fare a meno, ma che è stato soppiantato dal portatile, così docile, trasportabile, bastava inserire una penna e avevo internet anche ai giardinetti. Si, avevo perché anche lui è stato soppiantato dal mio moderno cellulare tuttofare.
E, invece eccomi con un foglio dinanzi. Tante volte ho pensato che se qualcuno mi vedesse scrivere su un foglio di carta, invece che su una pagina Word, direbbe che sono scema o, per lo meno, bizzarra. Chissà, forse sarà vero, ma il fatto è che quando devo iniziare una nuova storia, come appunto voglio fare adesso, preferisco usare il foglio di carta, non necessariamente di protocollo, quello mi sembra uno spreco: uso i classici fogli A4, ne ho una risma sempre a disposizione nel ripiano sottostante al monitor. Quando la storia mi sembra ben avviata, allora mi stanco di scrivere sul foglio, o, per la verità, mi rendo conto che diventa troppo dispersivo poi, dover copiare molto e così trasferisco il tutto sulla pagina Word; ma, all’inizio, no, perché scrivere sul foglio di carta mi ispira, mi dà la possibilità di andare avanti senza la tentazione di tornare indietro ad ogni rigo e correggere lì, sul momento, il che, se è positivo perché mi ritrovo col pezzo già corretto, in effetti mi fa perdere del tempo. E poi sul foglio di carta, nei momenti in cui penso cosa, e come scrivere, mi diverto a fare i classici ghirigori, tanto infantili dice la mia amica psicologa: ma è qualcosa più forte di me, continuo a farli, perché, forse, in fondo in fondo al mio animo, mi piaccio così: infantile!
Sul foglio di carta, se nessuno mi gironzola attorno, posso andare avanti a scrivere anche per un’ora. Spesso inizio con la prospettiva di dare vita ad un racconto e poi la penna scorre in maniera autonoma e mi rendo conto che la questione proseguirà per cui, se per qualche motivo sono obbligata a staccare, cerco di segnare i punti salienti di quel che intendo concludere.
Ecco, mi sembra che il foglio mi stia guardando sconsolato: come dargli torto. Ieri, quando finalmente, stavo per poggiare la penna e iniziare la storia del ménage à trois, ho dovuto piantare in asso: la solita telefonata inopportuna e poi, tutto ha preso una direzione diversa dal ritorno alla mia scrivania. Ma oggi no, oggi devo assolutamente iniziare, anche perché, a parte la seconda delusione del foglio, la mia testa scoppierà se continuerò ad almanaccare senza mettere nulla di nero su bianco, come si suol dire.
Basta, ora inizio, devo solo decidere quale avvio dare all’incipit: l’incipit, è sempre il momento più drammatico.
Mannaggia, continuo a rigirare la penna e non scrivo, ma si, perché se non inizio bene poi mi tocca cancellare e ricominciare da capo e questo mi da fastidio, mi piace vedere un inizio senza correzioni..
(due voci da lontano: mamma, mammina)
Oddio, no, sono già tornati?!
Ma perché non sono nata uomo? Nessuno mi avrebbe disturbata e allora, altro che un foglio bianco avrei potuto riempire di scrittura!

35 Risposte a “Dov’è il mio spazio di Claudia Lo Blundo”

  1. La classe non è acqua!!! anche in poche parole esprimi ciò che vuoi esprimere!!! brava!!!

  2. Voto per questo testo. molto bello nella descrizione della realtà quotidiana, e nell’autoironia nel trovare una scusa. poi in mano a Claudia e alla sua splendida scrittura, qualunque racconto prende vita tracinandomi con forza all’interno dei suoi pensieri.

    1. Grazie Sauro, anche per aver colto l’autoironia del mio breve scritto.

  3. voto questo testo
    in cui aspirazioni e desideri si vanno a scontrare con la normale routine quotidiana

  4. molte verità in poco spazio. Uno spaccato originale e realistico di quell’attimo fuggente in cui tutto dovrebbe compiersi, ma che, spesso, viene corrotto dal nostro vivere quotidiano. Voto per questo testo

    1. Grazie Hiram, forse qui non ne posso aggiungere ma vedrò di farlo con piacere.

  5. carino correvole e mi ci ritrovo in alcue scenette descritte.

    voto per questo testo

  6. Voto per questo scritto.
    Parole scritte col cuore, pennellate dall’ anima senza troppo pensare,
    E’ questo il bello di saper iniettare in Chi legge … voglia di scrivere !
    Paola Marchi

  7. mi piace, una lettura molto piacevole…emozioni ed evenienze condivise.

    Voto per questo testo.

  8. voto per questo testo, interessante, ben scritto, ricco di sentimenti, voci e aliti. Brava Claudia Lo Blundo.

  9. Bella la storia del racconto nato tra il cuore e la mente e poi rimasto nella penna senza segnare il bianco foglio

  10. Mi piace questo racconto della storia non scritta, ma solo pensata nella mente e nel cuore e rimasta poi nella penna

    1. Antonio hai centrato bene ahaha, alla fine il foglio é rimasto bianco.

  11. VOTO PER QUESTO TESTO.

    Complimenti davvero ….reale, tanto vicino alla quotidianità della vita di una donna/mamma

  12. aahahhaah come mi ci vedo foglio a parte brava Claudia voto questo testo

  13. Racconto simpaticissimo, davvero divertente, complimenti. Entusiasta, lo VOTO!

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