Il falso e il vero di Ramona Di Ventura

Il falso e il vero di Ramona Di Ventura

Genere: Psicologico

Mi chiamo Antonio, ho 48 anni e sono un medico.
Da 25 anni sono sposato con Elisa, la donna che ho sempre amato. Abbiamo due figli meravigliosi, Francesca e Alex, entrambi studenti universitari. Ogni giorno a lavoro cerco di salvare vite umane, mi impegno ad aiutare chi è meno fortunato di me, a dare un sorriso a chi ha solo lacrime. Vengo da una famiglia benestante, ho studiato anche all’estero per qualche anno e non ho mai avuto problemi a pagare le bollette, anzi. I miei genitori mi hanno permesso di togliermi qualche sfizio da giovane e il mio lavoro ben retribuito me lo permette ancora. Adoro i miei figli e faccio il possibile per non far mancare loro nulla, compreso il mio affetto e il mio appoggio costante. Amo mia moglie e lei ama me. Sono un uomo realizzato, felice, a cui la vita ha dato molto, forse tutto. Posso dire di essere soddisfatto di ciò che ho costruito e ad un certo punto di questa mia storia…ho iniziato a mentirvi.
Ho amato molto mia moglie, anche se non credo che lei abbia mai amato me. Mi ha sposato perché era incinta e la sua famiglia non le ha dato alternative. Ho scoperto che mi tradiva pochi anni dopo la nascita di Francesca. Non sono nemmeno sicuro che i miei figli siano davvero miei. Elisa non ha fatto nulla per nascondere le sue innumerevoli relazioni durante questi vent’anni, non si è curata molto della mia sofferenza, né degli sguardi confusi dei nostri bambini. Non dormiamo nello stesso letto, né nella stessa stanza. Quando lei è in casa, faccio di tutto per avere impegni che mi tengano lontano, pur di non vederla.
All’inizio non riuscivo a sopportare la sua indifferenza e ho chiesto consiglio ai miei genitori. Negli occhi di mio padre ho riconosciuto il mio stesso dolore e tutto ciò che mi è stato raccomandato è stata la pazienza e la perseveranza. Per il bene dei bambini. Ogni mattina, per anni, ho nascosto il mio dolore e la mia umiliazione dietro un sorriso sempre uguale. Ho affogato i miei dispiaceri nel lavoro, resistendo all’impulso di ubriacarmi fino a morire, perché in fondo sapevo che non ne valeva la pena. Ho tenuto duro, impegnandomi a smentire ogni minimo pettegolezzo. Elisa ha sempre recitato bene la parte della moglie amorevole in pubblico, tanto da farmi credere che c’era ancora qualche speranza per noi. Ma una volta calato il sipario, correva a cambiarsi per scappare dal suo nuovo amante. Ho immaginato il suo corpo attraente tra le braccia di altri, uomini senza volto né nome, e ogni volta sono stato sul punto di vomitare senza ritegno. Quando mi guardo allo specchio, vedo il viso di uno sconosciuto che vive la vita di un uomo col mio stesso nome. Un uomo che si scopre spesso a desiderare di avvelenare, con qualche sostanza rubata a lavoro, quella donna che chiama moglie. Un uomo che non ha abbastanza coraggio per mandare all’aria l’immagine ben costruita di una famiglia perfetta. Un uomo che rinuncia ad essere felice per paura degli sguardi scandalizzati della gente.
Mi chiamo Antonio, ho 48 anni e sono un medico. Indosso questa maschera da così tanto tempo che non ricordo più cosa ci sia sotto.

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