Improvvisamente la luna
Fuori concorso
Il cortile era deserto e appena rischiarato da un lampione appannato.
La nebbia confondeva i dintorni e i suoi passi erano lenti e pesanti.
“Nessuna fretta”, pensava.
Una figura qualunque in un pomeriggio qualunque.
Ma qualcosa disturbò all’improvviso la sua fredda determinazione a comportarsi come se nulla fosse successo, come se tutto quel sangue fosse solo un colore, e quella stanza, una tela imbrattata di rosso.
No… sentiva una presenza alle sue spalle e non aveva il coraggio di voltarsi.
Cosa poteva essere mai, se non la sua paura a ghermirgli la gola e irrigidire i sensi.
La sua sicurezza vacillava invece, mentre un panico crescente gli accelerava il respiro.
Il silenzio era innaturale. Non c’era anima viva tranne… qualcuno lo seguiva?
Cosa si aspettava succedesse da un momento all’altro?
La sua vigliaccheria gli impediva persino di formulare un ipotesi, figuriamoci di provare a girarsi.
Cammina, vai avanti, gli diceva l’istinto.
Ma rimase inchiodato lì dove si era fermato, figura scura avvolta dalla nebbia e dal peccato nella notte incipiente.
All’improvviso una folata di vento diradò la nebbia.
Una splendida luna piena illuminò la notte e un’eterea figura di donna, gli venne incontro sorridendo.
Era lei… quella che aveva appena lasciato in agonia soffocare nel suo stesso sangue?
Incredulo, chiuse e riaprì gli occhi.
La notte era chiara, si, ma come la nebbia era svanita anche lei.
Nessun peso la sua colpa, anzi!
Si sentì sollevato e leggero e, mentre riprese a camminare, cinicamente pensò a quali scherzi può fare… improvvisamente la luna.
Uno dei miei generi preferiti. L’ho molto apprezzato.
bellissimo
cinico, ben scritto Brava
Breve, ma pieno di patos.
Brava!