Il cappello di Lucia
Quella notte Lucia aveva fatto un sogno.
La Lucia fuori aveva guardato la Lucia dentro e l’aveva seguita per la via di una città sconosciuta.
– Era vestita in modo bizzarro, una lunga gonna a fiori e un ampio maglione nero, sul capo portava un cappello dalle larghe falde che le oscurava in parte il viso.
Alla fine della via era sbucata in una piazza, una statua campeggiava nel centro e sotto di essa vi era un grande mucchio. Lucia non riusciva a distinguere da cosa fosse composto. Si era avvicinata schivando le persone presenti, aveva notato che anche loro portavano un cappello simile al suo e tenevano gli occhi fissi sul selciato. Più si avvicinava e più capiva da cosa fosse composta la catasta: maschere.
La maschera che aveva portato per una vita nella speranza di preservare la sua anima dal dolore, non era stato così, non era riuscita a impedire che le graffiasse la pelle.
E nel sogno si era vista afferrare con rabbia il cappello e gettarlo in aria, si era vista alzare lo sguardo alla ricerca di altre anime che avevano provato la vita e si sforzavano di non indietreggiare, ma tutti continuavano a oscurare il loro viso sotto il cappello.
Ma poi aveva notato quegli attimi di titubanza e poco dopo alcuni cappelli erano volati via. Uno, due, tre… dieci, tutti i cappelli avevano cominciato a danzare nell’aria come palloncini colorati, sia gli uomini, sia le donne avevano alzato lo sguardo. Privi di maschere, senza la paura dei sentimenti si erano sentiti liberi nell’anima.
Così quel giorno Lucia aveva deciso di comprarsi il primo cappello della sua vita, e doveva essere molto ampio, con delle grandi falde. Lo avrebbe portato a testa alta e non avrebbe mai più nascosto i segni lasciati dalla vita sul suo volto.
Con colpevole ritardo… ma veramente grazie a tutti.
Voto questo testo, originale e ben scritto.
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Un racconto molto carino. Voto questo testo
Un racconto liberatorio! Voto questo testo.
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