Limen di Anna Cibotti

Limen

Tema: Librerie impolverate e Aperto su una pagina a caso

La vecchia casa di campagna ereditata dal padre, punto sperduto in un’incolta e vasta pianura, era rimasta chiusa per mesi e appena Gustave aprì il portone cigolante, fu investito dal tanfo umido di muffa e di chiuso che permeava nell’aria.
Aprì immediatamente una finestra dopo l’altra e gli scuri di legno cigolarono stridenti in un isterico pianto.
Ma l’aria spessa e umida di nebbia che entrò come un velo, opprimente e immobile, portò solo il buio della sera incombente.
Non era stata una buona idea andarci di pomeriggio.
Le giornate erano corte, ma chi se l’immaginava di trovare un tale squallore.
Meno male che Nicole non l’aveva accompagnato…
Ormai era lì, avrebbe fatto una sommaria ispezione. Così, tanto per dare un’occhiata.
Premette l’interruttore e si stupì di vedere che c’era la luce, anche se era solo una scia sbiadita che usciva da una lampadina sporca attorno alla quale un ragnetto aveva tessuto una grossa tela lattiginosa.
“Povero papà”
Pensò a lui con commozione e tenerezza.
Quel vecchio testardo aveva fatto della solitudine la sua amante preferita e Gustave ci aveva creduto a quella scelta…consapevole o illusoria che fosse
Si affacciò alla porta della cucina, diede una scorsa veloce e proseguì verso il salotto.
Niente di particolare.
Mobili e divano che odoravano di vecchio e… di assenza.
Poi, alla fine la porta scura, in fondo.
L’ultima.
Una libreria ricopriva tutte le quattro pareti della stanza dal pavimento al soffitto ingiallito dal fumo.
Di lato, una scaletta di legno appoggiata a una scomposta pila di libri.
L’aria era irrespirabile ma Gustave rimase lì impalato a guardarsi intorno pervaso da un intenso stupore.
La lampadina oscillò.
Ombre danzanti accarezzarono quella massa di carta e sollevarono… polvere?
Fu una scena orribile.
Una miriade di insetti di varie forme e colori svolazzarono attorno alla sua testa.
Acari grossi e sazi di colla e carta si muovevano silenziosi e immondi in una danza macabra e repellente.
Fu una visione estemporanea che lasciò il posto a una successiva immagine ancora più incredibile
I libri cominciarono a sgretolarsi e un rivolo di polvere fine come sabbia scese a incipriare il pavimento.
Gustave si appoggiò annichilito e incredulo sulla parete nel tentativo di fermare quello scempio, ma quella cedette al suo peso e si aprì in un antro bianchissimo e illuminato a giorno, per poi richiudersi immediatamente alle sue spalle.

Era passato un anno dalla sua scomparsa.
Nicole, disperata per la perdita e ormai rassegnata a non rivedere più il marito, mise in vendita il vecchio rudere di campagna.
Non c’era mai stata in quella casa e tanto meno aveva sospettato che proprio lì Gustave fosse scomparso.
Ma non si trovarono mai acquirenti.
Correva voce che un fantasma si aggirasse tra le mura di quella vecchia casa, e questo, per una luce che ogni sera era stata vista tremolare attraverso una finestra.
Solo una.
Quella della biblioteca.

Nicole volle constatare di persona se quelle voci avessero un riscontro reale e una certa curiosità la spinse a recarsi di persona e per la prima volta al casolare.
L’impatto fu devastante.
Aveva paura di qualcosa di oscuro e nello stesso tempo qualcosa dentro di lei la spingeva a non desistere.
Entrò piano tra i rumori e gli odori che abitavano quella casa abbandonata.
Fu immediatamente attratta dall’ultima porta in fondo, socchiusa, da dove usciva un lieve chiarore.
Col battito del cuore a mille e le mani gelate e tremanti, entrò nella biblioteca.
Inciampò in un libro caduto a terra.
Si chinò a raccoglierlo e lesse il titolo.
“Le anime morte” di Gogol.
Lo aprì meccanicamente. Una pagina si staccò e le rimase tra le dita.
Una scritta spiccava nel bianco della carta sottile e trasparente.
“Ciao amore, quel fantasma sono io”, lesse incredula.
Si guardò intorno e vide che nella libreria vecchia e impolverata, incombente nella sua grandezza, mancava una parte di libri.
Poi un soffio leggero la sfiorò facendola rabbrividire.
“Gustave…” mormorò sottovoce.

L’ectoplasma si soffermò a guardarla con tenerezza e immediatamente si mise al lavoro. Doveva salvare più libri possibile. Nella nuova dimensione in cui era stato catapultato, era quello il suo compito.
Quando quella libreria sarebbe rimasta vuota si sarebbe trasferito altrove.
Prese dallo scaffale due grossi tomi e oltrepassò la parete mobile.
Zzzzz… quel leggero ronzio del monitor che proiettava a velocità supersonica le parole copiate dai libri, era appena percettibile in quella sala asettica e silenziosa.
Gustave, sotto una mascherina bianca che gli copriva la bocca era il primo di una fila di tanti operatori intenti a riprodurre il contenuto dello scibile umano.
Appena finito la prima serie, tornò indietro.
Rimase accanto a Nicole e lesse con lei una pagina del suo libro preferito.

39 Risposte a “Limen di Anna Cibotti”

  1. voto questo testo.
    complimenti Anna, entusiasmante descrizione.

  2. Un racconto scritto davvero bene con un finale sorprendente! Brava, Anna!! Voto questo testo!

  3. Conosco Anna da diversi anni perché siamo compaesani, sono onesto non ho letto tutte le sue opere ma non posso esimermi da apprezzare il suo stile,ai troppo pesante, ne superficiale. Ultimamente poi sta esplorando stili e ambientazioni non consoni alle sue abitudini, ma con molto successo
    Voto questo testo

  4. Un racconto con una bella atmosfera polverosa e un paio di scene suggestive (vedi acari). Voto questo!

  5. Letto e impressionante, scritto proprio bene! Complimenti! Voto questo testo. Alfredo Betocchi

    1. Scusate, ò dimenticato di mettere che voto il racconto e ne approfitto per correggere il commento…
      ______________
      Non è più un genere CHE mi attiri, ma ciò non toglie che il racconto mi piaccia. Complimenti! Pertanto lo voto:

  6. Coinvolgente fin dalla prima riga, scorrevole la lettura.
    L’atmosfera trascina in quella casa disabitata, sembra di avvertire l’odore di chiuso e il desiderio di continuare a leggere trascina….
    Bel racconto

  7. Un racconto travolgente, dopo le prime tre righe si comincia a divoralo. Sale incontrollabile il desiderio di scoprire il finale, ma soprattutto, si cerca la speranza. Il clima lugubre e raffinato aiuta il lettore a liberare la propria emotività, sembra perfino di percepire quei macabri odori di disfacimento, di vetustà. Un lavoro di valore, gli darei almeno un bel 9.

  8. mi è piaciuto il senso dell’irrealta’ creata dall’autrice. Voto questo testo.

  9. Voto questo nuovo testo di Anna che ci ha ormai abituati a scritti di notevole spessore. Brava!

  10. Voto questo testo.
    Splendida Anna cogli sempre l’ effetto di essere un perfetto talento !
    Col cuore

  11. Una prosa fine e caratterizzata in tutte le sue parti. Le situazioni, gli ambienti. Un testo edificato con perizia!

  12. Mi è molto piaciuto, così cupo e apparentemente disperato. Apparentemente, perché il twist finale ridà sorriso e speranza al lettore. Bello, voto questo testo.

  13. Per votare un testo bisogna apporre, nella sezione dedicata ai commenti, nella pagina del pezzo che si desidera votare la scritta “Voto questo testo”.
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