L’ombra di Gabriella Grieco
Tema: L’altro
Non ti vedo. Ma riesco a sentirti. Sempre. Lo so che mi osservi, sento il tuo sguardo che mi fissa. Odo il tuo respiro. Mi volto all’improvviso, mi guardo alle spalle, fisso me stesso in un riflesso, preparato a guardarti finalmente in viso… Niente, sei più veloce di me, ti nascondi. Dove, non lo so. Ma so che ci sei, ogni momento della mia giornata. La tua presenza è certa, immutabile, anche se cerchi di trarmi in inganno, di mimetizzarti con l’ambiente. Il peso della tua esistenza mi ricade addosso con violenza, mi impedisce di vivere una vita normale.
Ti odio!
Perché mi fai questo? Perché non pensi a vivere la tua, di vita, invece di stare sempre in agguato a spiarmi?
Ma forse tu non ce l’hai, una vita tua. Forse sei più solo e disperato di un’ombra senza realtà. Non un PeterPan in cerca della sua ombra, ma un’ombra in cerca del suo Peter.
Non vai mai nemmeno in bagno se io non dormo?
Vuoi dimostrare la tua forza, forse?
Ti senti grande, importante, ti stuzzica l’ego, opprimermi?
Sei sempre un passo dietro di me.
Il sonno mi concede una pausa, ma è solo un intervallo. Una breve tregua, che si spezza con violenza a ogni sorgere del sole.
Mi sveglio, nemmeno il tempo di aprire gli occhi ancora grevi di sonno, e tu sei già al tuo posto, instancabile.
Cosa vuoi da me, perdio! Dimmelo, parlami, che io possa rispondere alle tue domande infine!
Non lasciarmi così nell’ignoranza, te ne prego. Sento di non poter sopportare oltre. Potrei compiere un gesto a cui non esiste rimedio.
Ti prego…
Possibile che nel tuo animo non alberghi un minimo di pena, di umana comprensione?
Sto male.
Oggi ho pensato che finalmente te ne fossi andato. Che magnifica sensazione. Mi sentivo libero, ero libero! Ma è stata solamente un’illusione, già al termine del mio respiro di sollievo ho avvertito nuovamente la tua angosciante presenza.
L’hai fatto apposta, vero?
Ti stai divertendo con me. Fingere di andar via, di lasciarmi solo, padrone delle mie azioni e dei miei pensieri… e poi ripresentarti con tutta la forza della tua oppressione.
Vorrei avere la capacità di ignorarti, di dimenticarmi di te, vivere la mia vita senza dare peso alla tua.
Invece…
So che ci sei, sempre, ininterrottamente, ossessivamente.
Impazzirò se tu non te ne andrai.
“Come sta, dottore?”
“È ancora sotto l’effetto dell’anestesia.”
“Ma si riprenderà?”
“L’intervento è tecnicamente riuscito. Siamo riusciti a rimuovere completamente la cisti che premeva sul cervello. Ora dobbiamo solo aspettare, vedere come reagisce il fisico. E la mente.”
Sento queste parole provenire da una grande distanza. Le sento, ma non sono sicuro di comprenderle. Mi sento… strano.
Ho sonno. Ma sono sveglio. Sono sveglio? Sì, credo. Però i miei occhi sono chiusi, non vedo altro che un grigiore indefinito.
Mi sento… solo. Dove sei?
Totale voti: 15 – votazione chiusa alle 00.00 del 27/05/2018
Voto questo testo.
Effetti post intervento? Il grigiore mi lascia perplessa…