Cristoforo di Annarita Petrino

Cristoforo di Annarita Petrino

Genere: Fantascienza

Amerigo posò la penna ottica e si stropicciò gli occhi. Quindi tornò a guardare gli appunti apparsi sulla lavagna luminosa. Il lavoro di anni era lì davanti ai suoi occhi. Uno scricchiolio alle sue spalle lo distolse dal suo lavoro. Cristoforo era in piedi nella sua nicchia. Le facoltà del suo cervello telepatico sarebbero state il risultato di tutti quegli appunti. Si alzò e andò alla finestra. Da lì poteva vedere il mare lambire pigramente la riva.

Cristoforo osservò l’andamento irregolare delle orme sul bagnasciuga, alcune più lontane, altre più vicine. Ormai si muoveva a scatti; la salsedine stava bloccando le sue giunture e presto non sarebbe più stato in grado di muoversi. Doveva trovare Amerigo prima che succedesse. Sentiva che non era molto lontano. Mentre camminava guardò in direzione del mare e vide una barca all’orizzonte. Stava andando alla deriva senza controllo, perché a bordo erano tutti morti. Cristoforo pensò che fin dove arrivava lo sguardo doveva esserci acqua che poi precipitava in una enorme cascata. Anche la barca sarebbe precipitata, ma lui non poteva farci nulla. Da lì non era in grado di controllarla perché aveva dei comandi completamente manuali. Tornò a guardare avanti e in lontananza scorse il corpo di Amerigo. Avrebbe voluto affrettare il passo ma ormai non c’era più nulla che potesse fare per lui. Lo raggiunse ugualmente e sedette al suo fianco osservando il mare.

Amerigo fissò gli occhi spenti del robot, consapevole del fatto che anche se sembrava disattivato in realtà stava pensando. Non ricordava esattamente come, ma ad un certo punto si era accorto della sua continua attività cerebrale. Era come se… se fantasticasse. Si chiese come sarebbe stato una volta avviato lo schema telepatico. Tornò a guardare il mare…

Morto Amerigo non rimaneva più nessuno. Cristoforo, il Robot Telepatico, era l’unico essere pensante rimasto in tutto il pianeta un tempo abitato da dieci miliardi di esseri umani. Lo avevano costruito per poter entrare in contatto con le menti delle persone e per poterle aiutare a superare i loro problemi. Ma non avevano fatto bene i calcoli e quando gli avevano chiesto di farlo, lui era entrato in contatto con le menti degli esseri umani, con tutte quante le menti insieme. Dieci miliardi di persone si erano trovate a contatto tra di loro nello stesso lungo interminabile istante, trascorso il quale si erano spente per l’incapacità di tornare ad una esistenza individuale dopo aver sperimentato quella collettiva. Amerigo era vissuto più a lungo perché era con Cristoforo in quel momento, ma dopo essersi trascinato fino alla riva del mare anche la sua mente si era spenta. Cristoforo provò a muovere la mano destra ma non ci riuscì. La salsedine lo stava corrodendo, ma ci sarebbe voluto del tempo prima che fosse stata in grado di raggiungere il suo cervello. Nel frattempo avrebbe riflettuto. Per esempio poteva darsi che non ci fosse nessuna cascata oltre quella immensa distesa d’acqua. Magari la Terra era semplicemente tonda…

Amerigo guardò soddisfatto il suo lavoro. Era tutto pronto. Doveva solo… doveva solo caricare lo schema nel cervello positronico. Il suo volto si fece pensieroso quando lo sguardo gli cadde sul piccolo crocifisso in legno che pendeva proprio sopra la sua scrivania. Ricordò con affetto sua madre tanto devota, che aveva insistito affinché lui lo tenesse nel suo studio. “Quando non sai quale sia la cosa giusta da fare, fissa lo sguardo su di Lui e lo saprai”. E, in effetti, non era mai riuscito a darle torto. Si alzò e tornò alla finestra. Perché dotare un robot di un potere tanto grande, come quello di leggere nella mente degli esseri umani?
No… non lo avrebbe fatto.
Guardò il mare e in particolare una barca all’orizzonte.

24 Risposte a “Cristoforo di Annarita Petrino”

    1. purtroppo le votazioni si sono concluse il 22/3 alle ore 23:59

  1. Voto questo testo
    Indubbiamente un esercizio di grande tecnica e tanta fantasia.

  2. Voto per questo testo.
    Mi piace la semplicità con cui Annarita si esprime,breve e sostanziale.

  3. VOTO PER QUESTO TESTO.
    Un racconto molto molto bello. Bravissima Annarita!

  4. Voto questo racconto perché non solo è emozionante e ben scritto, ma soprattutto perché ci spinge a riscoprire dei valori comuni che credo siano essenziali per la società. Sono convinto che i mali che affliggono la società odierna derivino tutti, e dico tutti, dalla mancanza e dal rifiuto delle nostre radici spirituali e sociali che ci hanno portato a questo sfrenato individualismo.
    occorrono sempre più scrittori così.

  5. Voto per questo testo. Brano “poeticamente” essenziale. Suggestivi il mirare l’orizzonte da parte di Cristoforo ed immaginare che dopo ci sia la fine (= la cascata) e il rimembrare , da parte di Amerigo, gli incoraggiamenti di vita della madre devota (a ciò rimandato dalla visione del piccolo crocifisso in legno sulla scrivania). Un “bravo” alla scrittrice.

  6. VOTO QUESTO TESTO

    La scrittura di Annarita Petrino arriva a tutti e, tra le righe, il messaggio evangelico ci spinge a riflettere e a riappropriarci dei valori perduti. Grazie Annarita

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