Fall-Out di Fabrizio Castellani

Fall-Out di Fabrizio Castellani

Genere: Surreale/Denuncia/Fantascienza.

Dalla sedia a dondolo guardò verso il mare azzurro. Il primo pensiero fu quello di essersi addormentato dopo un pranzo davvero buono e davvero abbondante. Non riusciva a ricordare il cibo, né il vino, ma ricordava di aver davvero esagerato.
In un gesto d’abitudine si guardò la fascia addominale, i muscoli scolpiti, e la pelle abbronzata e tesa.
“devo fare attenzione” pensò “tra poco potrei somigliare ad un balenottero”.
Soddisfatto si alzò e con due passi attraversò il portico ombreggiato. Il legno sotto i piedi nudi era caldo e liscio. Non si avventurò sulla spiaggia. La sabbia bianca dava l’impressione di essere incandescente, e così restò al sicuro, all’ombra. Neanche un alito di vento turbava la quiete. Nell’aria solo il lento brontolio delle onde stanche che carezzavano la riva. Concentrò lo sguardo verso il mare fino ad incontrare l’oggetto della sua ricerca. La donna, in piedi sulla linea della battigia, lo guardava.
Le gocce salate dell’acqua brillavano sulla sua pelle abbronzata, e un minuscolo costume verde a malapena ne copriva le forme aggraziate.
Theo sentì forte la voglia di baciarla, di mischiare il calore del suo corpo con quello di lei. Ne immaginò l’odore, la consistenza della pelle di seta. Quasi sentì il sapore del sale sulle sue labbra.
Ma non si mosse per raggiungerla. Lei alzò una mano, con quel gesto consueto con cui lo salutava, e gli sorrise.
Era troppo tardi.
Theo aprì gli occhi, e la luce si accese.
Qualcuno da fuori aprì il portello e lo aiutò ad uscire. Era una ragazza, giovane, dai lineamenti orientali. I capelli neri raccolti in una lunga coda. Avrà avuto si e no dodici anni. Per quella innata forma di cortesia, scritta forse nel DNA di chi nasce ad oriente, la ragazzina mantenne lo sguardo basso, lontano dal suo corpo nudo e malato oramai ridotto ad un mucchio d’ossa. Non disse una parola.
L’asciugamano che gli porse era ruvido, ma pulito, e lui ne fu compiaciuto. In quei tempi era un lusso non da poco, specie per una sala dei sogni da quattro soldi come quella.
“Chissà se questa bambina saprà mai cos’è l’estate” pensò con infinita tristezza.
Davanti alla camera dei sogni, una vecchia vasca di privazione sensoriale probabilmente in uso già da prima della Catastrofe, Theo cominciò svogliatamente a rivestirsi. Chiuse accuratamente la tuta isolante, e poi infilò gli stivali rivestiti in piombo e kevlar. Dopo un ultimo, profondo respiro, indossò il casco e lo collegò al respiratore. Incurante del forte odore d’aria stantia che gli mordeva la gola camminò goffamente lungo il corridoio di uscita.
Di fuori, come ogni giorno degli ultimi vent’anni, la neve radioattiva continuava a cadere.

(immagine tratta da “L’Eternauta” di Oesterheld-Lopez)

29 Risposte a “Fall-Out di Fabrizio Castellani”

  1. c’è sempre un momento in cui si ritorna alla realtà…anche nei sogni più belli!!! Bravo Fabrizio!!!

  2. Bel racconto, mi ha ricordato quei vecchi telefilm, ai confini della realtà, li stanno rifacendo proprio in questi giorni su rai tre, lo voto.

  3. Benché amaro risulta affascinante. Piaciuto molto. Voto questo testo.

  4. molto poetico e terribile nell’illusione che crea. Bello! Voto per questo testo

  5. Voto questo testo. Bellissimo anche se con finale amaro…

  6. Bravo Fabrizio… ho letto subito il riferimento alla fine, e devo dire che pur essendo l’eternauta uno dei miei fumetti preferiti, non mi hai deluso!

  7. Apocalittico… Un bel racconto snocciolato in modo peculiare. Voto questo testo.

  8. I sogni come unica forma di salvezza , di sopravvivenza ,di speranza .Intimo , delicato e ben scritto

  9. Voto questo testo
    Come sempre la fantasia di Fabrizio lascia piacevolmente stupiti.

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