Amori ritrovati di Sara Stuani

Amori ritrovati di Sara Stuani

Questo è un appuntamento a cui non mancherei mai e mai sono mancata.
Socchiudo gli occhi e tra le ciglia vedo un velo di nebbia, luce cangiante nel crepuscolo di un autunno fatto di pioggia e di vento.
So che dovrei aspettare con gli occhi chiusi ma dentro me fremo dal desiderio di vedere; un anno di attesa è troppo lungo, quando si ha un vuoto così grande dentro.
La nebbia mi avvolge e mi accarezza con mani gelide, sento le particelle umide sollevarmi leggermente i capelli,
curiose e spettrali, ma non ostili.
Muovo i piedi, cercando di restare immobile in quel luogo dove tutto è niente e il nulla è ogni cosa.
Ogni anno è diverso: una radura tra gli alberi, una distesa di pietre ruvide, una spiaggia solitaria, eppure io so sempre dove andare, dove trovarli.
Lascio cadere le mani lungo i fianchi e serro gli occhi, si alza una dolce brezza che mi avvolge come un piccolo tornado, tuttavia all’improvviso, tutto si ferma e resta immobile congelato nelle nebbie del tempo e dello spazio.
Il cuore mi batte così forte nel petto da farmi male, tanto da spezzare il respiro, mi chiude la gola e fatico a deglutire, come se non ci fosse più ossigeno.
Eppure respiro e l’aria è fresca e pura.
Infine arriva il momento.
Un muso umido mi tocca il palmo della mano, sento dei passi soffici arrivare da direzioni diverse. So che devo resistere ancora un po’ per permettere a tutti di arrivare, per non interrompere la magia e far attraversare loro il velo che ci separa.
Uggiolii e guaiti, code e zampe che colpiscono le mie gambe, altri musi e lingue ruvide toccano le mie mani abbandonate e immobili.
Due piccole zampe si posano sulle mie ginocchia come se qualcuno di piccolo volesse salutarmi meglio.
Stringo i denti. Un rintocco nella nebbia raggiunge l’aria attorno a noi.
E’ il segnale.
Spalanco gli occhi così di scatto che per un paio di secondi non vedo nulla.
Poi metto a fuoco e li vedo.
Sono tutti attorno a me, così come li ricordo quando erano sani e giovani, le malattie e la vecchiaia che li ha portati via da me, ormai dimenticate. I loro corpi ricoperti di manti brillanti e folti, sono circondati da un aura argentea che li fa brillare come il mare baciato dalla luna.
Crollo in ginocchio e spalanco le braccia.
Si gettano tutti su di me, saltando e scodinzolando, abbaiano e mugolano felici, leccandomi il viso bagnato di lacrime, mentre io li stringo e li accarezzo, cercando di elargire a tutti le stesse carezze, stringendo a me i loro corpi caldi e vivi.
Li guardo correre in cerchio, mentre li stringo e accarezzo teste e orecchie tutte diverse le une dalle altre, eppure tutti uguali al mio sguardo, fratelli nell’amore che mi hanno donato, nel dolore dell’assenza che hanno lasciato.
Hanno orecchie lunghe e corte, mantelli scuri e chiari, fulvi come il tramonto e bianchi come la neve. Alcuni sono grandi come lupi mentre altri piccoli come gattini, ma stringo tutti con la stessa forza data dalla gioia e dal dolore.
Non so quanto tempo mi verrà concesso di restare su questa soglia tra i mondi con loro, quindi mi abbevero della loro vista e dei loro occhi colmi d’amore, delle loro code scodinzolanti, dei loro musi a me così cari, sapendo che attendere un altro anno per riempire il vuoto che hanno lasciato, sarà un attesa senza fine.

22 Risposte a “Amori ritrovati di Sara Stuani”

  1. Le votazioni si sono chiuse domenica, 23 novembre, alle ore 23.59

    1. Abbiamo moderato questo commento, ma ai fini della votazione, non possiamo considerare un cuoricino né come voto né come commento

  2. Voto per questo testo.
    Fantastico, emozionante ed intenso!!!
    bello l’ intreccio tra parole e significato

  3. Voto per questo testo. Mi ha colpito per intensità e originalità.

I commenti sono chiusi.