L’ospite inatteso di Andrea Masotti

L’ospite inatteso

Genere: Surreale/Psicologico

All’interno di un bar demodè una bella signora siede distratta guardando il passeggio che sfila oltre la vetrata. Dietro il bancone un barista allampanato, un po’ sciupato, racchiuso in un camicione bianco, conta i soldi.
Poi nell’attesa dei clienti che latitano, si gira a lucidare lo specchio con uno strofinaccio.

– Quanto?
Il barista rimane un po’ perplesso.
– Sessantotto euro, e domani c’è da pagare il pasticciere – risponde allo specchio.
– Anche quando venivi a passare il pomeriggio con i tuoi amici, consumavate poco. Ma c’era Nino che offriva da bere.
Nino stava seduto lì, sulla sedia in angolo, tra il tavolino e il bancone. Inforcava gli occhiali e aspettava Dory. È stato lui a soprannominarla così.
– Il vecchio porco. Tutti i giorni tornava e sperava di metterle le mani addosso. Settant’anni, il cappello grigio, un ometto alto così. Lei ne aveva diciassette, il viso da bambola, la pelle di madreperla.
-Settanta, sei sicuro?
-Certo, e tu, specchio, allora ne hai visti passare, per un cappuccino, una brioche. Una minerale. In piedi c’era la mia compagnia. Qui, con gli occhiali da miope, il vecchio lattaio.
Là il ragioniere, giacca e cravatta a fiori. Parlava solo di calcio.
“Domenica facciamo due pappine. Se no vado là e li prendo tutti a calci nel sedere”
Ma era Nino al tavolo che teneva banco, quando arrivava Dory le chiedeva conto dei corteggiatori, rivaleggiava con loro. “Sembri Ava Gardner “ o “Hai gli occhi di Liz Taylor” le diceva.
Alle otto il bar chiudeva e Nino traccheggiava con il bastone.

“Tutti spariti. Siamo rimasti noi due, Dory. In vent’anni non hai mai detto che mi ami.
Sei bella come allora, uguale spiaccicata. Io sto a rodermi qui, a contare l’affitto per fine mese e a fare i conti con una vita che non è quella che ti aspettavi”.

Lentamente, con gli occhi appannati e malinconici, il barista si gira verso la moglie che si è alzata dalla sedia e si appresta a uscire.
“A che ora torni?”
“A mezzanotte, quando arrivi, mi trovi a letto.”
“Ciao”
La moglie esce.

“Te ne vai, poco di buono, non so dove, mentre io lavoro. Io non ti ho detto a chi assomigli, che hai begli occhi. Non sono capace, so fare i cappuccini. E qualche cocktail. Non ti ho offerto niente che vale davvero.”
Sbadigliando va a sedere dove c’era prima la moglie. Si stira e socchiude gli occhi.

Poco dopo entra un anziano signore, elegante, con il bastone da passeggio.

– Mi fa un cappuccino, posso sedermi qui?
– Certo, sieda pure, arrivo subito.
– Giovanotto, non ho tempo da perdere, cosa fa sempre allo specchio?
– Eccomi. Non ci posso credere… Nino! Sei sempre uguale! Che sorpresa!
– Faccio un giro a trovare i vecchi amici.
– Ma… veramente non ti ho trattato da amico.
– E io ti ho trovato una bella ragazza. Tutto bene con Dory?
– Mah. Non la conosco ancora.
– Biblicamente? Non ti bastano vent’anni? Puoi confidarti, il mio è un silenzio di tomba. Che classe! L’avrei vista a Hollywood con il Grande Valentino.
– Non so cosa vuole, dove va… Perché dici che mi hai trovato Dory? Cosa intendi?
– Gliel’ho consigliato io di fidanzarsi con te: eri il più in gamba. Sei alto e hai la faccia buona. Gli altri non valevano niente. Quando c’ero io ridevano – Guarda che brutto vecchio! – glielo leggevo sulle labbra. Lei invece stravedeva per me.
– All’inizio credevo di piacerle.
– Le ho raccontato quello che avresti dovuto dire tu.
– Cioè?
– Che la trovavi meravigliosa ma non riuscivi a confessarglielo. Che il suo profumo ti faceva impazzire.
– Adesso è finita.
– Quante volte le offri rose rosse? E un anello all’anno o una collana?
– Nino, tu ci sapevi fare.
– Non fuggire dal ring, fai come Primo Carnera!
– Grazie Nino, devo riflettere.
– Io invece devo già andare. Il cappuccino è buono. Non mi ero sbagliato su di te.
– A Dory cosa dico?
– Accarezzale le mani. Saprà che sono passato. Io vi ricordo sempre, lo sai che per me siete stati come dei figli.
– Dory tua figlia, eh… Vabbè. Ciao Nino. E scusa per allora.

Il barista si alza trasognato. La luce giallognola di un’applique si spande nel locale deserto. Si alza e appende il camice alla parete. Poi indossa il giaccone appeso nello sgabuzzino, esce di fretta e abbassa la saracinesca.

Poco dopo Dory apre la porta di casa. Lui è là ad attenderla con un mazzo di rose.
“Dory, sei già qui?” – le porge il mazzo di rose- “Hai gli occhi di Margherita Buy!”
“Dove credevi che andassi?” – gli sbatte le rose sul muso.
”Che bella che sei, Dory. Lo sai che ti amo.” Sorride e le stringe le mani. Dory lo abbraccia.

16 Risposte a “L’ospite inatteso di Andrea Masotti”

  1. L’ambientazione del sogno è proprio calzante. Piaciuto, lo voto.

  2. Buona l’ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi. Forse manca un po’ di ritmo.

  3. Voto questo testo Andrea è davvero onirico, pare che il protagonista debba svegliarsi da un momento all’altro…

  4. Voto questo testo
    anche se sfortunatamente ben di rado la conclusione somiglia a questa, il racconto è bello e trasognato.

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