L’adorazione dei pastori di Andrea Tavernati

L’adorazione dei pastori di Andrea Tavernati

Genere: Fantastico/Favola

La notte dell’antivigilia cadeva sul calore e sui colori della sua quarta Adorazione.
E, come era avvenuto per tutti i dipinti precedenti, tre contorni vibravano senza espressione: quelli dei pastori.
Rendere tutta la loro umana ottusità e insieme la loro stupefazione consapevole, continuava ad essere un problema irrisolto, in tanti anni di lavoro.
Fu preso da una strana smania: doveva uscire, andare a svagarsi da qualche parte! Ma in quel momento sentì bussare. Aprì la porta.
C’era un vecchio. Grande come un Sanpietro o un marinaio antico.
Richiuse, colto da una straordinaria agitazione.
Il vecchio! Sì, formidabile!… Si precipitò sulla tela e subito schizzò la figura del vecchio nel più vecchio pastore. Straordinario! Mai aveva fatto…
All’improvviso ebbe la sensazione che qualcuno, fuori dalla finestra, lo stesse guardando: un giovane, rugoso e cotto dal lavoro, abbagliante come un fuoco oltre il ghiaccio.
Il braccio del pittore volò, quasi ipnotizzato, su grumi di colore denso, in linee rapide ma perfette, per tratteggiare il secondo pastore: il giovane.
Sull’ultima pennellata un’ombra gli sfiorò la mano. E la mano continuò, frenetica, passando senza pause dal secondo al terzo pastore : ritrasse quel bambino silenzioso, immobile che era comparso accanto a lui.
Quando anche il pastorello fu schizzato, si fermò, preda di un improvviso spavento: – Che significa? –
– Molto bello, – disse il bambino, – molto. Ora guarda, sei sempre tu: la tua vecchiaia, la tua maturità. Ed io sono la tua fanciullezza. Vengo per ultimo perché ora tu ritornerai ad essere me. Tornerai bambino. –
– Com’è possibile? –
– Non chiedere. Il tempo sa che fare di se stesso. –
– Dimenticherò tutto? –
– Tutto. Tornerai bambino. –
– Anche questo? – Indicò il quadro.
– Tutto. –
– Non ho mai fatto qualcosa così. E’ nato con una spontaneità, una naturalezza che mi manca da anni lontanissimi e che avevo dimenticato…è come il mio essere stato bambino, un giorno. Tu sei lui, e io ero lui. Se lo perdo non sono più stato te. –
Il bambino sorrise : – Non si possono vivere due misteri in una volta sola. –
Il pittore vagì.

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