Hansel e Gretel

Hansel e Gretel di Anita Rudcliff

Immagine tratta dal web
Immagine tratta dal web

-Svelti bambini, dobbiamo fare in fretta-.
Papà Assan aveva radunato in una piccola borsa il necessario per il viaggio, pochi oggetti appartenuti alla sua famiglia da generazioni, che sarebbero serviti per pagare i corrieri, e qualcosa da mangiare, in attesa del camion che li avrebbe trasportati al campo profughi. La sua seconda moglie Ania, incinta di sei mesi, visibilmente affaticata, si sistemava il velo sulla testa , senza degnare di uno sguardo i bambini che le giravano intorno. Hansel e Gretel non le erano mai stati simpatici. Erano i figli della prima moglie di Assan, e non l’avevano mai accettata come matrigna, nonostante la madre naturale fosse morta da parecchi anni. Quei nomi poi erano davvero inconsueti, le riportavano alla mente una assurda fiaba che aveva letto un giorno, tanto tempo fa, su una rivista europea che aveva scovato in casa, appartenuta probabilmente alla prima moglie di suo marito. Parlava di due bambini che si perdevano in un bosco.
-Haaram- imprecò a denti stretti: lo chador non ne voleva sapere di stare fermo sulla sua testa. -Habibi, porta pazienza, fra non molto arriveranno- cercò di rincuorarla Assan.

Era una notte di luna piena, il riverbero della luce bianca che fendeva l’aria creava un gioco d’ombre che faceva sembrare la città diversa: le macerie facevano meno tristezza , una pace illusoria avvolgeva tutto e scacciava la paura. Gretel smise di correre per ammirare quell’incantesimo, e Hansel si mise vicino a lei. Aveva sempre avuto un occhio di riguardo per quella sorellina troppo fragile, troppo eterea, che avrebbe potuto svanire in un lampo, dissolversi come nebbia alle prime luci dell’alba, se messa troppo velocemente di fronte alla crudeltà e alla durezza del mondo che li circondava.

-Hansel, dove stiamo andando?- Era stato tutto troppo repentino per lei, non aveva ancora preso coscienza di ciò che stava accadendo, pensava che sarebbero andati a fare una scampagnata e che sarebbero tornati in tempo per cena. -Habibti, baba ci porta in un posto lontano, dove i bambini possono giocare per strada senza paura, e ci sono tanti gelati e le aiuole sono piene di fiori-
-E quando torniamo a casa?-
-Non lo so , habibti-
-E se perdiamo la strada ?-
Hansel ci riflettè un poco. Poi si chinò e prese da terra alcuni sassolini bianchi: erano gli stessi che avevano calpestato mille volte quando rientravano a casa da scuola, che avevano tirato per gioco cercando di centrare un buco profondo nel muro di fronte alla porta di casa, ricordo di una detonazione di qualche anno prima. Pensò a una fiaba che sua madre gli leggeva sempre prima di andare a dormire, e sorrise.
-Vedi questi Gretel? Li porteremo con noi, e ogni volta che ci fermeremo ne lasceremo cadere uno. Così, quando vorremo tornare a casa, non ci resterà che cercare questi sassolini bianchi.
Gretel si illuminò. Il fratello sapeva trovare sempre una soluzione ai suoi problemi.Ci sarebbe sempre stato, per lei, e l’avrebbe protetta. Non poteva neppure immaginare una vita senza il suo Hansel .
-Sei sicuro che funzionerà?-
Un velo di tristezza le offuscò lo sguardo. Suo fratello se ne accorse e la strinse dolcemente contro il suo petto. Aveva giurato sul letto di morte di sua madre: avrebbe pensato lui a Gretel, e se necessario avrebbe dato la vita per lei.
-Vieni habibi, ti faccio vedere come funziona: vedi, a ogni passo lasciamo un sassolino, arriviamo fino a quella strada, svoltiamo l’angolo e arriviamo alla vecchia scuola. Riprenderemo i sassolini al ritorno. Sarà facile, vedrai .-
Né Assan né Ania videro i bambini che si allontanavano .

Il camion arrivò avvolto da una nube di polvere. Assan aiutò sua moglie a salire. C’erano altre donne stipate sul rimorchio. Alcune indossavano il burqa, altre tenevano il viso basso e stringevano i bambini al petto. C’erano anche alcuni uomini, tenevano in mano i fucili, pronti a fare fuoco alla prima occasione. Stavano scappando per sempre, non sarebbero più tornati indietro.
-Hansel, Gretel, dove siete finiti?- Assan sapeva che era pericoloso urlare, avrebbero attirato attenzioni indiscrete, ma i bambini non c’erano. Li aveva persi di vista mentre metteva la catena alla porta di quella che era stata la sua casa per ben dieci anni, e i suoi figli si erano allontanati. Sapeva che non c’era più tempo, il camion sarebbe ripartito in pochi minuti, sentiva già i lamenti di Ania che lo supplicava di venir via:
-Assan, se la caveranno, dobbiamo partire. Pensa al bambino che ho in grembo, moriremo senza di te. Hansel è quasi un uomo, saprà cavarsela!-

Quando Hansel sbucò da dietro le mura in fondo alla strada, seguito da Gretel che si aggrappava alla sua mano come un naufrago al relitto della sua nave, il camion era già lontano, inghiottito dalla stessa nube di polvere che l’aveva accompagnato al suo arrivo.
-Hansel, dov’è baba?-. Il fratello non disse nulla, anche se sapeva la risposta. Vide la borsa che suo padre aveva preparato, che li attendeva adagiata sul selciato davanti al cancello. Una lacrima tentò di rompere gli argini del pianto, ma il bambino la scacciò via tirando su col naso, perché la sorella non si accorgesse del suo cuore spezzato.

La notte era particolarmente tranquilla, non si udiva alcun rumore, anche le cicale avevano smesso di frinire. La luna continuava a brillare alta nel cielo , e mancavano ancora molte ore all’alba. La città sembrava deserta.
-Hansel, ho freddo-
-Vieni qui habibti, prendi la mia giacca-
-Fratellino, quante sono le stelle nel cielo ?-
-Non lo so, non le ho mai contate.-
-Somigliano ai nostri sassolini, sono tonde e bianche-
-Hai ragione sorellina-
-Hansel  perché la mamma non è tornata da noi? Hai detto che un giorno sarebbe tornata –
Il cuore di Hansel ebbe un tumulto -Non ha trovato la strada di casa, habibti… lei non aveva i sassolini bianchi, come noi.
-Poteva seguire le stelle…-

D’improvviso una luce accecante fendette l’aria e un tremendo boato fece tremare la terra tutt’intorno. Una nube di polvere accecò i loro occhi mentre un nugolo di schegge impazzite fendeva l’aria. Hansel fece appena in tempo a buttarsi addosso alla sorella. Poi un muro di nebbia avvolse i suoi pensieri .
Quando si svegliò vide sua madre, avvolta da una corona di luce, che gli tendeva le braccia aperte, e capì . -Ummi …-

Gretel stava rannicchiata contro il muro. Piangeva senza far rumore, per non turbare il silenzio che ora li avvolgeva.
-Hansel, ho paura… stringimi la mano, è buio e ho freddo… Hansel, voglio tornare a casa…-
Ma Hansel non rispondeva più , la testa reclinata di lato, gli occhi persi a scrutare altri orizzonti. Niente più streghe o fate per lui, o favole raccontate al chiarore della luna. Solo il sibilo di una bomba che aveva spezzato per sempre la sua giovane vita. Nella mano teneva stretti i sassolini che aveva raccolto davanti all’uscio della sua casa, che adesso era ridotta a un cumulo di macerie. Sopra di lui solo il cielo, illuminato da mille stelle piangenti, nella lunga notte di Gaza.

31 Risposte a “Hansel e Gretel”

  1. Racconto struggente, doloroso, commovente. Colpisce, ferisce. È solo un racconto ?… no, è l’angosciante verita di tantissimi bambini che in questa parte di mondo nessuno piange.

  2. Complimenti all’autrice. Davvero una bella fiaba, manca il lieto fine, ma del resto non ce l’hanno tutte.

  3. Voto questo testo, appena letto mi sono commossa… doloroso ma purtroppo attuale, drammatico nella sua corrispondenza nelle cronache contemporanee.Il dolore dei bambini è il dolore di tutti, senza scampo. Complimenti Anita, davvero bello.

  4. Le parole non bastano per descrivere le emozioni della favola riveduta e corretta nel contesto attuale, decisamente emozionante.

  5. voto questo testo mi ha commosso ed era la favola che mi leggevano spesso da piccolo e piangevo ogni volta ma tu oltre a piangere mi hai fatto commuoovere e non è poco grazie di cuore

  6. Mi piace. Ha quel mix di tristezza, amore fraterno, favola e storia che ti rapisce il cuore.

  7. complimenti….. mi è venuta la pelle d’oca nel leggere queste righe. Bambini che non hanno il tempo per esserlo…

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