Cindy

Cindy di Roberta Gelsomino

C’era una volta, in una città piena di sole e di alberi di palma di nome Dream Beach, una famiglia così composta: Una ricca ereditiera sui cinquant’anni, le sue due bellissime figlie di ventitré e venticinque anni Jennifer e Anastacia, e Cinzia una belloccia fanciulla di origine straniera.
Il padre s’era risposato con Thara ed entrambi vedovi erano riusciti a ritrovare molta serenità; Ma quando lui morì dopo appena due anni questa famiglia simil Mulino Bianco incominciò a svelarsi.
S’era sistemata con questo imprenditore d’oriente in età fondamentalmente per soldi, non che Thara ne avesse ulteriormente bisogno.
Questa Cinzia non era certo perfetta come le due sorellastre, e rischiava sempre di far imbarazzare loro e i tanti ospiti che spesso affollavano la grande villa. C’é da dire che Cinzia era figlia di un’umile ragazza di provincia, sempre in quell’esotico paese d’origine intendo, e Thara che visse laggiù per molto facendo fortuna come attrice non era stata altro che amante di Tariconi per decenni.
La giovane assomigliava a sua madre in modo più che spiccato.
Era troppo pallida, troppi néi, troppo cicciottella, troppo gesticolante, troppo confidenziale, troppo naso troppa bocca troppi occhi, troppi fianchi e troppe cosce…troppo italiana!
E poi quella croce ereditata dal padre che pendeva nell’ampia scollatura…insopportabile!
Ma il fatto autentico e triste era che Cinzia semplicemente non era sua figlia. Non sentiva alcun bisogno di crescerla e volerle bene, semmai si chiedeva come gestire con profitto questa palla al piede.
Tac, tac, tac…gli zoccoli di Cinzia si sentivano per tutta la casa. Nemmeno a lei era chiaro come fosse diventata infine non più di una schiava per quelle tre, né le risultava poi così strano o illecito. Fu in origine persino sua amorevole iniziativa.
“Mi hai portato la colazione, quanto ti ci é voluto?? Le sentirai da mia mamma, con quei sandali da bella di giorno l’avrai svegliata! Ora portami subito il mio yogurt, ti ho già detto che queste torte prima o poi mi faranno diventare una balena come te!”
“Ma non essere giusto che mi parli così, sei cattiva tu molto…”
“Sì cattiva, dunque? Cosa puoi farci? Nienteee… e se ti azzardi ancora a rispondermi dico a mamma che ti ho beccato fumarti canne nel tuo rifugio! Tanto sa bene che nei piani sotto é più zona tua e di frequentarti sicuro sa che non ci tengo!”
Cinzia non aggiunse altro e mesta uscì dalla stanza per avviarsi poi dalla sorella maggiore Anastacia.
“Umh. Sì c’é tutto. Stamattina viene a trovarmi il mio ragazzo, Joy. Poi te lo presento, se vuoi…una cortesia solo, carina: Se ti metti un vestito, come dire, più consono…sai com’é”
“Va bene Anny ma consono che volere dire, forse più elegante? Scusami forse io irritare te tanto perdonami…”
“FUORI DI QUI!! BRUTTA SCEMA!” sbraitò Anastacia che corse piangente dalla madre. Le si accoccolò, mentre Thara così rivolse a Cinzia.
“Cos’hai da dire in tua difesa? Ti ascolto, ragazza”
“Io chiesto cosa voleva dire cosa vestire io meglio così”
“Ummh…Ancora quel parlare scandito, ti ho detto di studiare di più la nostra lingua, non sei più nel tuo paese da ben due anni. E poi, per favore…il reggiseno. Sarebbe il caso”
“Ahahah mamma hai ragione! Vivono così loro si aggiustano sempre le mutande anche le ragazze ahahah” aggiunse Anastacia.
E sempre mestamente Cinzia scese ai piani sotto e per farsi passare le lacrime si mise a cantare, mentre le due sorelle si davan da fare per prepararsi ad un talent show, super convinte d’aver talento nonché raccomandate e garantite già in partenza.
“Mamma, ho rotto con Joy. Ho bisogno che gli dici qualcosa, non può certo lasciare una come me! Vedessi come m’ha umiliata, la deve pagare! In fondo sei stata tu a farlo avanzare nel suo lavoro, no?? Mamma ma mi stai ascoltando o no? Mammaaa!…”
“Umh, sì…sto sentendo qui in televisione…pensa che cose assurde fanno oggigiorno…Il principe non riesce a decidersi la fidanzata e così ha indetto un concorso cui dovranno partecipare le interessate…calcolando numero delle partecipanti e numero di ragazze che possano piacere a lui se tanto mi dà tanto, più ulteriori selezioni, verrebbe un festino finale con circa duecento-trecento ragazze buone da scegliere. Non male come idea in effetti. Ovviamente preparati perché vincerai tu oppure Jenny. Puoi ben dimenticarlo, quel Joy.”
Effettivamente Anastacia era una tipica bellezza dell’ovest, pelle ambrata, lenticchie sul viso quanto bastava e il corpo più appetibile del mondo. Come la sorella, un sorriso Durbans. Insomma meglio di una Barbie, dunque qualsiasi maschio dell’epoca sarebbe stato lieto di non attaccarsi al cavillo della sua ocaggine. Era sopportabile. Nessuno conosceva la sua cattiveria, anche perché quasi nessuno conosceva Cinzia.
Erano tempi differenti dai nostri, in cui si distingueva nettamente l’amore non per le azioni verso l’amato ma in base a chi si amava. Tutto era rovesciato, il sesso era una vergogna tranne quando lo si faceva prima di essersi affidati e conosciuti e a volte manco senza guardarsi negli occhi.
Non c’era una cultura dei sentimenti come oggi, del rispetto della felicità: C’era a paragone di adesso un gran produrre, fare disfare e correre come criceti dentro una ruota. In tutto ciò che la vita intima del regnante diventasse spettacolo era il minimo scontato. Erano i tempi dei social network.
Venne la sera della prima puntata di Cercasi Principessa, programma che sarebbe durato tutti i giorni per tutta la stagione, con gran “felicità” dei maschietti.
Anche Cinzia era intenzionata a parteciparvi, non tanto per quell’imbranato del principe Andrew quanto per conquistare la libertà, finalmente. Non sentiva di poter vincere essendo abbastanza realista, difficile che una come lei potesse trionfare in una roba del genere; Tuttavia non escluse comunque di poterci tentare con gioco e leggerezza.
Fatto sta che proprio per la sua esoticità e genuinità venne ammessa insieme ad altre mille per lo show. Cinzia era diventata capace non solo di cucinare ma anche di confezionare abiti, arte divenuta ben desueta in quel 2014. Si fece dunque un abito di quelli notati in periodici femminili: Una gonna a ruota verde bottiglia a pois bianchi, delle décolletes nere con alti tacchi, una semplicissima camicetta nera e dei guanti neri lucidi. Una sottile cintura bianca lucida evidenziava meglio il suo aspetto da pin up, sdrammatizzato dunque da un taglio di capelli corto e rosa chiaro.
In quella sua piccola stanza concessa passavano ogni tanto un paio di topolini ed uno era riuscita ad addomesticarlo un pò. Pensò che se le persone avessero avuto un quarto dell’intelligenza di Mister Cheese sarebbe stato già un ottimo inizio. Le sorelle Jones intanto erano pronte e (s)vestite non poi diversamente da sempre.
“Dove credi di andare, mangiaspaghetti? Hai rubato quelle cose dal baule delle nonna, vero? Le riconosco! Ladra!”
“Io veramente l’ho fatto da sola, con le cose che ho trovato in…” ma non fece in tempo a spiegare che la presero a schiaffi e per i capelli strappandole di dosso tutto fino a lasciarla quasi nuda. Se ne andarono.
Cinzia corse verso il retro del cortile, posto dove amava la compagnia degli animali di casa. Non smetteva di piangere con tutta l’anima.
“E’ tutto inutile, tutto…”
Una fioca luce si fece più forte e si materializzò in una buffa e attempata fata. “Che fai qui? Coraggio piccola, la festa ti aspetta…ma ti occorre immantinente…una Ferrari!”
E così Fata Smemorina prese la scassata Fiat 600 del giardiniere vecchia quanto il 1966, la ingrandì e allungò un attimo e la tinse di un acceso rosso vermiglio. Ci mise delle ruote ben più grosse con dei cerchioni d’oro e diamanti e vi collocò anche un clacson preso da chissà quale vettura degli anni ’30. Infine inserì uno stereo con enormi casse da cui iniziò a partire dell’house a manetta. “La tua croce appendila qui, tesoro bello” disse arredando gli interni coi gadget che teneva in stanza la ragazza e ricoprendo i sedili di leopardato e di muccato.
“Cosa manca, boh… Oh sì! Un autista che ti ci porti!” aggiunse, trasformando Cheese in un singolare ragazzo dai grossi incisivi, i baffoni da sparviero e i capelli tutti tirati indietro con la brillantina. Non era affatto male, il topo.
“Ma fatina, io…così?”
“Cha sbadata! BidibibobidiBù!”
Cindy si ricoprì di un fasciante vestito glitterato e piumato, i suoi capelli ora erano incredibili e posticci color castano cenere-verde grigio, gonfi ed alti.
Una mantella di pelo ricciolino color celeste evidenziatore sembrò completare il tutto, quand’ecco che giunsero pure un paio di alte scollate trasparenti che solo loro facevano il 70% di quelle complessiva truzzeria.
Cheese non smetteva di fissarla ben stordito. “Che figa!! woow!”
“Ricorda di tornare entro la mezzanotte perché l’effetto di questo speciale fumo svanisce! Tutto ciò é reale, sappi, ma é anche prodotto da un sogno: Il tuo. Credici! Di più non posso fare bambina mia”
Fu così che commossa e piena di gratitudine, Cindy andò alla prima festa della sua vita.
Principe Andy rimase immediatamente colpito, sdegnando nettamente tutte le altre.
“Sei stupenda! Uauu”
“Ma dove so’? Sei tu er principe? Me sa che la festa e n’artra” disse tra sé Cindy vendendoselo avvicinare “..mi scusi…”
“E questo vestito, e il colore di capelli poi…sei una grande ad essere venuta qui così! Le altre sono di una noia mortale, fanno tante quelle per bene e poi…Non ti dispiace se aspettiamo un pò, vero?”
“Per cosa?”
“Emh…sai io sono uno all’antica…”
“Va bene amico però ho da dirti un segreto che mi pesare tanto: Se furba io non dire, ma io onesta io sono: Non per te io qui ma per la mia libertà, ecco questo detto ora te”
Andy rimase trafitto da tale sincerità.
“Anche io ho da dirti qualcosa: Sono gay e ho bisogno di te ora per liberarmi di tutti questi rompiscatole attorno a sposarmi finalmente con Steve, quel guardiano tra gli altri che vedi laggiù”.
“Affare fatto” disse Cindy e così i due si accordarono, ma giunse presto mezzanotte: “DONG! DONG!!”
Andy avrebbe dovuto rintracciarla per come pattuito e chiederle la mano al cospetto di tutti. In tutto questo però non le aveva chiesto come si chiamasse, e l’unica prova rimastagli era una scarpa trasparente numero 43 accidentalmente persa nella strana fuga di mezzanotte.
“Debbo trovarla, é la mia salvezza” considerò, ma preso da tale confusione di intenti e pensieri disse a Steve di vestirsi da donna e rappresentare la vincitrice del concorso col nome di Sissy. In effetti la scarpina gli calzava a pennello.
Cheese intanto ritornò topo. Cindy non era nemmeno della facoltà di sputtanare il traditore Andy, dunque si decise e dopo tanti anni valutò seriamente di avvelenare le tre crudeli zabette.
Giunse tempestivo il principe.
“Non sarà venuto per riconsiderare le mie bellissime figlie? Che cosa magnifica! Cindy ma che ci fai qui? Sa é la nostra cameriera, é straniera e pure un pò tarda, poveretta.”
“Smettiamola tutti con queste sceneggiate ipocrite! Lei é una cara amica che io ho ferito, lasciatela stare come dovete fare con me: Mamma, papà, voi tutti, io sono GAY”
Fu così che Andy sposò Steve, che le tre finirono in carcere mentre Cindy non divenne una cantante per come sognava, ma tra le cose una stimata attivista per i diritti degli immigrati; Un esistenza diversa da come avrebbe sperato un tempo, senza figli senza un maritino…ma parecchio più felice di ogni immaginazione e che incluse altri festini, diverse comparsate in film erotici e un paio di ruoli più maturi negli ultimi film di Tarantino.

11 Risposte a “Cindy”

  1. Mi ha fatto molto ridere, dalla storia al finale, dai personaggi alla grammatica, è tutto esilarante! lo voto.

  2. voto questo testo e m’inchino alla stesura del favola:-)

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