Un chiaro caso di suicidio di Ramona Di Ventura

Un chiaro caso di suicidio di Ramona Di Ventura

Genere: Noir

Buia la campagna. Buio il cielo. Buio il mare. 
Quella notte, il vento portava in viaggio il profumo di arance e limoni. Le foglie degli ulivi sussurravano litanie funebri sotto l’occhio vigile della luna. Tre uomini avanzavano nell’erba umida. Uno di loro camminava con passo deciso, nel suo completo scuro, la brace di una sigaretta ad illuminargli le labbra. Gli altri due, più indietro, trascinavano un corpo, tenendolo sotto le ascelle. Il corpo si contorceva e mugugnava, la gola piena di lacrime e lamenti repressi a fatica dall’immensa paura. L’uomo con la sigaretta si fermò affianco ad un enorme ulivo secolare dal tronco possente e contorto, avvitato su se stesso, come se sotto la corteccia qualcuno avesse intrecciato tra loro grosse cime da ormeggio. I due uomini lasciarono andare il corpo senza alcun riguardo . Il poveretto si accasciò, il viso a terra, scosso dai singhiozzi. Continuava a mugugnare.
– Pagherò, ve lo giuro! Ve lo giuro, pagherò tutto!-
Nella nuvoletta di fumo che gli avvolgeva il volto, l’uomo che doveva essere il capo sogghignò. Tirò una lunga boccata e fece un cenno agli altri due. Mentre uno teneva fermo il disgraziato, l’altro gli legava mani e piedi con nodi piuttosto lenti. Il prigioniero abbandonò promesse e suppliche. Prese a piangere, conoscendo il suo destino. Con una corda più grossa prepararono un cappio e lo legarono ad un ramo basso dell’ulivo. Sapevano bene che non avrebbe ceduto. Il più grosso sollevò di peso il condannato, mentre l’altro gli sistemava la corda attorno al collo. Guardarono il capo e al suo impercettibile segno di assenso, lasciarono la presa. La corda si strinse e l’uomo si contorse quasi in silenzio. Le sue ultime lacrime gli rimasero in gola. Quando le convulsioni finirono, i due tirapiedi slegarono le mani e i piedi del giustiziato, presero una seggiola nascosta nel tronco cavo dell’albero e la piazzarono a terra, sotto il corpo penzolante. Il capo diede un’ultima occhiata alla scena, controllando che fosse tutto in ordine. Si voltò, lasciò cadere il mozzicone della sigaretta ormai finita e tornò da dove era venuto con lo stesso passo deciso, i suoi due cani fedeli alle calcagna.

Il mattino seguente le forze dell’ordine arrivarono sul posto a sirene spiegate.
– Signore, a prima vista sembrerebbe un suicidio. –
Il comandante osservò il viso dell’uomo che spuntava dal possente cappio. Lo conosceva molto bene. Lo conoscevano tutti in paese per le sue idee rivoluzionarie e tutti sapevano che a qualcuno non stava molto simpatico.
Il comandante si guardò intorno, osservò con attenzione ogni dettaglio. Alla fine lo vide. Un mozzicone di sigaretta se ne stava tranquillo tra l’erba, a pochi metri dal cadavere. L’uomo di legge finse di non averlo notato.
– Tiratelo giù. È chiaramente un caso di suicidio. –

[banner]

Una risposta a “Un chiaro caso di suicidio di Ramona Di Ventura”

I commenti sono chiusi.